Cari fratelli e sorelle in Cristo, mentre ci riuniamo per la Santa Messa in questo venerdì dopo l'Epifania, le nostre letture ci ricordano la preziosa e vivificante verità della nostra fede. Nella Prima Lettera di Giovanni, ascoltiamo la potente affermazione: “Chi è il vincitore del mondo se non colui che crede che Gesù è il Figlio di Dio?”. San Giovanni ci invita a riflettere sull'essenza del nostro credo: Gesù Cristo, attraverso la sua incarnazione, il suo ministero, la sua sofferenza, la sua morte e la sua risurrezione, ha trionfato in modo decisivo sulle sfide e le tribolazioni di questo mondo e, mentre è evitato da quest'ultimo, è abbracciato con tutto il cuore da noi che crediamo, confidiamo e lo seguiamo.
Gli gnostici al tempo di Giovanni non volevano credere che fosse Dio a morire sulla croce in quel benedetto pomeriggio del Venerdì Santo al Golgota. Giovanni insiste nella lettera di oggi sul fatto che c'erano dei testimoni. Egli, naturalmente, secondo la testimonianza degli altri scrittori dei vangeli, era uno di loro che stava sotto la croce con la nostra Madre e alcuni altri, come Santa Maria Maddalena e altre donne. Ma Giovanni insiste sulla testimonianza di un altro. La testimonianza dell'acqua e del sangue di Gesù, che risuona profondamente nel contesto della nostra fede. L'acqua indica il battesimo, sacramento di iniziazione alla vita di grazia, mentre il sangue rappresenta il sacrificio della Croce, espressione ultima dell'amore di Dio per l'umanità, entrambi porte d'accesso essenziali al cielo, ma entrambi appartenenti all'unico e solo Figlio di Dio, e questo è ciò che gli autori del Nuovo Testamento non
hanno voluto sbagliare: Gesù è il Figlio di Dio, e della stessa sostanza del Padre. Gesù Cristo incarna la pienezza della rivelazione di Dio che, una volta ricevuta, diventa la fonte della nostra vita eterna.
Nel Vangelo di oggi, “assistiamo” alla guarigione di un lebbroso, un emarginato della società, una persona ritenuta impura e separata dalla comunità. Il gesto di Gesù che stende la mano e tocca il lebbroso mostra la misericordia e la compassione illimitate di Dio. Questo evento ci ricorda non solo il potere di Gesù di guarire le malattie fisiche, ma anche il suo desiderio di ripristinare le relazioni tra gli individui e la comunità in generale. La richiesta del lebbroso, “Se vuoi, puoi rendermi pulito”, riflette una fede profonda, consapevole dell'autorità e della volontà compassionevole di Gesù, ma anche del suo potere unico di guarire. Nel mondo stanno accadendo molte cose che hanno bisogno della guarigione di Cristo, in particolare tra le oppressioni di cui siamo testimoni in tutto il mondo, e possiamo trarre preziosi insegnamenti dalla prima lettura e dal Vangelo di oggi: In primo luogo, in un'epoca in cui vari regimi promuovono ideologie che negano la dignità umana e la sacralità della vita, siamo chiamati a ricordare che la vittoria finale appartiene a coloro che credono in Gesù. La nostra fede offre una contro-narrazione alla disperazione e alla divisione spesso orchestrate da chi è al potere. In Cristo, abbiamo sempre speranza.
In secondo luogo, proprio come Gesù si è rivolto al lebbroso, anche noi siamo chiamati a rispondere alla sofferenza delle vittime dell'ingiustizia, dell'oppressione e della disperazione. La nostra testimonianza non richiede solo parole, ma azioni tangibili che facciano eco alla misericordia di Cristo.
Infine, siamo chiamati a testimoniare con audacia. Ricordiamo le parole di San Giovanni: “Chi non possiede il Figlio di Dio non ha la vita”. Il nostro compito è quello di aiutare gli altri a incontrare Gesù, la fonte della vera vita.
Quando lasciamo la Santa Messa di oggi, dopo aver incontrato il Signore con i nostri fratelli e sorelle,
ricordiamo che la nostra fede non è una questione privata: è una luce destinata a illuminare le tenebre del nostro mondo. Possiamo abbracciare la chiamata a essere vittoriosi nella fede, compassionevoli nell'azione e coraggiosi nella testimonianza, permettendo alla verità di Gesù Cristo di guidare il nostro cammino e ispirare i cuori degli altri. Amen
Add comment
Comments