Cari fratelli e sorelle in Cristo, il 24 dicembre, al mattino, ci riuniamo per la messa. È l'ultima messa dell'Avvento perché la sera celebreremo la messa della Vigilia. È bello che nella messa mattutina di oggi ci vengano ricordate le profonde promesse di Dio, promesse che risuonano nel tempo e che continuano a infondere speranza nei nostri cuori. Le letture che ascolteremo forniscono un ricco arazzo che illustra come Dio mantenga la Sua parola, adempiendo ogni profezia riguardante il Messia, soprattutto attraverso la discendenza del re Davide.
Nella prima lettura, tratta da 2 Samuele, vediamo il re Davide che, dopo aver raggiunto la pace e la stabilità, riflette sulle sue condizioni. Egli abita in una bella casa di cedro mentre l'Arca dell'Alleanza, la presenza stessa di Dio, risiede in una tenda. Questa discrepanza pesa sul suo cuore e lo spinge a desiderare di costruire un tempio per il Signore. Tuttavia, Dio ha altri piani. Attraverso il profeta Natan, Dio rivela che è stato lui a scegliere Davide da umili origini, portandolo a pascere il suo popolo.
Dio stringe un'alleanza con Davide, promettendo non solo una struttura fisica, ma una dinastia eterna: “La tua casa e il tuo regno dureranno per sempre davanti a me; il tuo trono resterà saldo per sempre”. Ora, nessun falso profeta o falsa religione oserebbe mai fare una profezia così audace. Infatti, se quella dinastia e quel trono dovessero finire, verrebbero ridicolizzati come falsi e illusori, al massimo un inganno abilmente costruito.
Eppure, questa particolare promessa trascende il regno terreno di Davide; si spinge nell'eternità, affermando che dalla sua discendenza sarebbe sorto il Messia. Attraverso Davide, Dio stabilisce una profonda verità: è fedele alla sua parola e i suoi piani si svilupperanno attraverso le generazioni, culminando nella persona di Gesù Cristo, che incarna la pienezza della promessa e il cui regno sarà in qualche modo eterno.
Il Vangelo di Luca illumina ulteriormente questo tema attraverso le parole di Zaccaria che, pieno di Spirito Santo, proclama la fedeltà di Dio al suo popolo. Egli celebra la venuta del potente Salvatore, nato dalla casa di Davide, affermando che Dio ha davvero suscitato un liberatore, Gesù Cristo, per liberarci dai nostri nemici. Questa liberazione sarà tremenda. Zaccaria ha ragione, ma nemmeno lui ha ancora compreso la portata del tipo di liberazione che Dio intendeva realizzare. Il popolo di Dio aspettava che Egli vincesse i Romani, ma c'era un nemico molto più grande dei Romani e di qualsiasi dinastia sulla terra, perché tutti avrebbero dovuto soccombere ad esso, poiché tutti hanno peccato.
Quel nemico era la morte. Era - al passato. Gesù, attraverso la sua passione, morte e risurrezione, vince la morte, che la Scrittura chiama “ultimo nemico”. È questo, dunque, il vero nemico che il Messia, il Figlio di Dio, Dio da Dio, Luce da Luce, sarebbe venuto nel mondo per vincere. Zaccaria era ispirato a pensare in grande, ma non lo faceva abbastanza. Dio stava per compiere l'indicibile e dare la sua vita in riscatto dalla morte, per tutti coloro che chiuderanno gli occhi in questa vita credendo in lui e avendo vissuto secondo la sua volontà.Riflettendo su queste letture, prendiamo sul serio le promesse di Dio e avviciniamoci ad esse con cuore grato e speranzoso. La nostra speranza non è radicata in un mero desiderio, ma è ancorata alla certezza di servire un Dio che è fedele, che mantiene la sua parola e che è sempre presente nella nostra vita. Possiamo rivolgerci a Lui con fiducia, sapendo che Egli mantiene le sue promesse - oggi, domani e per sempre, perché la sua più grande promessa è la vita eterna.
Per intercessione della Beata Vergine Maria, nostra Madre e Regina, il Signore vi liberi dalla morte, dalla seconda morte, dalla morte eterna dell'inferno - voi e tutti i vostri cari, attraverso il piccolo Bambino che sta per nascere questa notte. Buon Natale e sia lodato Gesù, ora e sempre.
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