1ª settimana di Pasqua - Sabato B

Published on 5 April 2024 at 21:59

Vi è mai capitato di dire a qualcuno o a un gruppo di persone la verità assoluta su qualcosa di spettacolare e che non vi credessero, e non solo non vi credessero, ma magari vi deridessero o si vendicassero in modo negativo? 

La nostra Madre, a cui guardiamo in modo speciale il sabato, non è nuova alla condivisione di verità incredibili che alla fine l'avrebbero fatta soffrire. Sappiamo che persino il buon e giusto San Giuseppe fu spiazzato quando lei gli disse di essere incinta per opera dello Spirito Santo. Ci volle un angelo di Dio in sogno per convincerlo. E notate cosa non fece San Giuseppe. Non si svegliò da quel sogno e non lo scartò irrazionalmente: "Ok, era solo un sogno... cerchiamo di capire come tirare fuori mia moglie dal pasticcio in cui si trova ora, altrimenti verrà lapidata!". No, lui sapeva che il suo sogno era soprannaturale ed era vero!

Sia nella prima lettura che nel Vangelo di oggi, assistiamo a questo fenomeno comune: il fenomeno dell'incredulità, che potrebbe anche essere descritto come un'irragionevole mancanza di fede. A differenza di San Giuseppe e della stessa Madre, che si sono sottomessi alle incredibili notizie dell'Arcangelo Gabriele, i personaggi delle letture odierne vedono qualcosa che dichiarano esplicitamente essere reale, ma invece di crederci iniziano a punire il messaggero. Pietro e Giovanni, dopo aver guarito il paralitico, vengono interrogati dai governanti e dagli anziani che li allontanano dal tribunale del Sinedrio.

Ascoltate come iniziano a conferire tra loro: "È evidente a tutti a Gerusalemme che è stato fatto un miracolo attraverso di loro in pubblico, e non possiamo negarlo. Ma per evitare che la cosa si diffonda ulteriormente tra il popolo, ammoniamoli a non parlare mai più a nessuno in questo nome." Fratelli e sorelle, non è questo un mistero? Stanno dicendo che non possono negare che sia avvenuto un miracolo, eppure, invece di accettare Gesù come il vero messia, scelgono di avvertire gli apostoli di non parlare mai più nel suo nome. Ecco perché lo chiamiamo fenomeno. Il dizionario Britannica definisce la parola fenomeno in questo modo: "qualcosa (come un fatto o un evento interessante) che può essere osservato e studiato e che di solito è insolito o difficile da capire o spiegare completamente". In altre parole, il fatto o l'evento interessante non è solo ciò che Pietro e Giovanni sostengono essere la fonte della guarigione del paralitico, ma ancora di più il riconoscimento simultaneo che si tratta di un miracolo, e tuttavia l'incredulità con cui i governanti e gli anziani respingono qualcosa che sanno essere vero. Questo è il fenomeno più grande che si verifica qui. Pietro e Giovanni, invece, danno una risposta razionale a questo loro avvertimento di non parlare più nel nome di Gesù: "Dovete giudicare se agli occhi di Dio è giusto ascoltare voi e non Dio. Noi non possiamo promettere di smettere di annunciare ciò che abbiamo visto e udito" (At 4,13-21).

 

Tuttavia, questi stessi due apostoli non sono sempre stati un fulgido esempio di fede fiduciosa. Anche loro hanno dovuto compiere il proprio cammino spirituale, perché nel Vangelo di oggi vediamo cosa succede. Ci sono questi due apostoli, Pietro e Giovanni, con gli altri nove ormai chiusi nel Cenacolo e Santa Maria Maddalena va da loro con il messaggio di verità: "Gesù è davvero risorto dai morti", ed essi non le credono. I due discepoli di cui abbiamo sentito parlare ieri, che erano in cammino verso Emmaus, tornano di corsa a Gerusalemme per dire anche loro agli undici che hanno visto Gesù vivo, risorto e glorioso, e di nuovo non gli credono. Questo è il fenomeno: osserviamo la loro incredulità, ma non riusciamo a spiegarla. Si tratta di uomini che hanno incontrato più della loro parte di miracoli. San Giovanni ci dice che il pianeta terra non potrebbe contenere tutti i libri che si dovrebbero scrivere se tutti i miracoli dovessero essere descritti per iscritto. Eppure, possiamo sentirli dire con Tommaso: "Mi rifiuto di credere". Quindi non solo Tommaso e gli altri apostoli, ma anche noi?

Anche noi abbiamo visto le opere meravigliose di Dio e siamo rimasti compiacenti, o indifferenti e abbiamo rifiutato di ricevere la buona notizia con una vita cambiata, un modo di pensare rinnovato? Che il Signore ci dia la grazia di fidarci di Lui, quando non riusciamo a spiegare pienamente i misteri della nostra fede. Mentre ci avviciniamo alla Domenica della Divina Misericordia, ricordiamoci di recitare quella preghiera impressionante e allo stesso tempo molto gradita agli occhi di Dio: Gesù, confido in te. Gesù, confido in te. Gesù, confido in te!

Alleluia, alleluia, alleluia... è davvero risorto. Concludiamo oggi pregando su di voi, chiunque stia leggendo o ascoltando questa omelia, con una benedizione su frate Leone che nasce dalle lotte che lo stesso san Francesco ha avuto nel suo rapporto con il Signore, dove spesso ha dovuto credere e fidarsi in assenza di vedere e capire. Recita così:

"Il Signore ti benedica e ti custodisca, mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te. Rivolga verso di te il suo sguardo e ti dia pace. Il Signore benedica te….”  nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Pace bene.


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