San Bonaventura ci racconta che pochi anni prima della sua morte, San Francesco aveva bisogno di un intervento chirurgico speciale per migliorare la sua vista, che all'epoca prevedeva l'applicazione di ferri roventi sugli occhi. Per questo Francesco pregava cosi: "Fratello fuoco, l'Altissimo ti ha creato al di sopra di tutte le altre creature, potente nella tua invidiabile gloria, bello e utile. Sii clemente con me in quest'ora e cortese. Supplico il grande Signore, che ti ha creato, di temperare il tuo calore verso di me, affinché io possa sopportare il tuo dolce bruciare". Terminata la preghiera, si fece il segno della croce sullo strumento di ferro, che ardeva al calore bianco del fuoco, e poi attese senza paura". Una cosa che mi ha sempre colpito è il coraggio di questi uomini di fede di guardare negli occhi il terrore che puo essere il fuoco, e di essere disposti a sopportare tutto per amore di Dio, e come in quei momenti fossero pervasi da una pace divina.
Nella prima lettura di oggi, tratta dal Libro del profeta Daniele, vediamo un'incredibile dimostrazione di fede di questo tipo, che può rafforzare la nostra determinazione a rimanere leali e fedeli a Dio. Azaria (chiamato Abednego in babilonese), in mezzo alle fiamme in cui lui e i suoi due compagni sono stati gettati, fa una bellissima preghiera penitenziale, confessando la grandezza dell'amore di Dio per il suo popolo.
Possiamo immaginare che se San Francesco fu inorridito da una verga rovente che si avvicinava ai suoi occhi, quanto più avrebbero dovuto essere traumatizzati questi tre giovani da una fornace che ardeva sette volte piu del solito? Tuttavia, sia Francesco che questi giovani ricevono questo coraggio e questa pace soprannaturali perché sono rimasti fedeli a Dio, che ha visto il loro cuore e la loro fede e non li ha delusi.
Il giovane Azaria conclude la sua preghiera in questo modo:
"Ora ti seguiamo con tutto il cuore,
ti temiamo e cerchiamo il tuo volto.
Fa' con noi secondo la tua clemenza,
trattaci secondo la tua benevolenza,
secondo la grandezza della tua misericordia.
Salvaci con i tuoi prodigi,
da' gloria, Signore, al tuo nome.".
L'appello che San Francesco rivolge a "frate fuoco" di essere mite e misericordioso, è lo stesso appello che Azaria rivolge a Dio, ed entrambi hanno ricevuto misericordia.
Nel Vangelo di oggi, Gesù riprende questo stesso tema e ci parla di come Dio sia mite e misericordioso, ma aggiunge che anche noi dovremmo essere come lui.
Ci offre la parabola di "un re che decise di regolare i conti con i suoi servi". Il re applica la sua giustizia a coloro che dovevano qualsiasi cosa avessero accumulato come debito. Tuttavia, quando li supplicarono, fu loro concessa misericordia. Il re era clemente. Anche noi ci troveremo in situazioni in cui una persona più debole si presenterà davanti alla nostra misericordia. Come ci comporteremo con quella persona che ci deve qualcosa, che ci deve delle scuse, che ci deve il pagamento della sua vergogna, soprattutto dopo che a noi stessi sono stati condonati dei debiti da Dio?
Perciò è nostro dovere perdonare sempre, e non solo un numero prestabilito di volte. San Pietro pensava di essere generoso fissando il limite a sette atti di perdono, ma come tutti abbiamo sperimentato, il fatto di rimanere aggrappati a un rancore nei confronti di qualcuno, a una ferita passata che non permettiamo di guarire, servirà solo a continuare a intensificare l'amarezza e l'odio e l'oscurità che avvolge il nostro cuore quando ci confrontiamo con quella persona. Gesù ci guarisce per liberarci. Ha protetto i tre giovani nella fornace liberandoli dal suo potere distruttivo. Così anche noi, quando perdoniamo, sfuggiamo alla morsa di una paralizzante brama di vendetta.
Se ci troviamo in una situazione del genere, in cui sentiamo di non riuscire a perdonare qualcuno che ci ha fatto del male, i santi ci hanno dato questo suggerimento tra i tanti: meditiamo sulla passione di Gesù e sulle terribili sofferenze che ha sopportato affinché noi potessimo essere liberati, e cerchiamo di avere il coraggio di applicare la stessa misericordia redentrice ai nostri fratelli e sorelle che ci hanno fatto del male e che stanno soffrendo le conseguenze delle loro azioni. Il Signore ci ricorda che a chi ha perdonato molto, molto sarà perdonato e San Giovanni lo ribadisce quando descrive come la carità copra una moltitudine di peccati. Per questo motivo, chiediamo al buon Dio la grazia di essere sempre misericordiosi, dopo aver sempre ricevuto la sua misericordia quando l'abbiamo chiesta.
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