Le letture di questa domenica ci parlano di come Dio voglia estendere la sua misericordia a noi, eppure noi la rifiutiamo il più delle volte. Le letture parlano di quanto poco comprendiamo la gravità dei nostri peccati. Questo avrebbe spinto Gesù a pregare in punto di morte: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno".
Nella prima lettura, l'apostolo Pietro lancia l'accusa: "... avete rifiutato il Santo e il Giusto e avete chiesto che vi fosse dato un assassino, e avete ucciso l'Autore della vita, che Dio ha risuscitato dai morti". Sì, egli ha rivolto questa vera accusa ai suoi connazionali, ma non abbiamo forse tutti barattato Gesù con tanti altri spregevoli declassamenti nella nostra vita? I Giudei hanno preferito un assassino a Gesù. Cosa abbiamo preferito più di Gesù nella nostra vita? Se amiamo persino i nostri genitori o i nostri figli più di lui, siamo ancora lontani da dove dovremmo essere, e molto probabilmente non ne siamo nemmeno consapevoli. Queste sono le parole di Gesù.
Nella sua prima epistola, come per rafforzare la consapevolezza degli orrori del peccato nella nostra vita, San Giovanni inizia le letture di oggi in questo modo: "Figlioli, vi scrivo queste cose perché non pecchiate". Ascoltate la tenerezza delle sue parole e la sua preoccupazione. E poi è realista: "Ma se qualcuno pecca, abbiamo un avvocato presso il Padre, Gesù Cristo, il giusto...". In altre parole, Gesù senza peccato ci invita a ricevere la sua misericordia quando, dopo aver lottato con la tentazione, ne usciamo feriti. Lui è lì, al pronto soccorso, pronto a fasciare le nostre ferite con la sua misericordia.
Nel Vangelo, Gesù appare ai suoi apostoli. Ormai hanno tutti peccato, avendo perso la fede, scambiata con il Dio che ha creato l'universo, con le loro paure, i loro dubbi, le loro esitazioni e la loro rinuncia al Signore. L'intero brano di oggi è incentrato sul fatto che Cristo continua a rassicurarli, mentre proseguono la loro vocazione speciale e unica di apostoli, che lui è la verità. Meditiamo sulle parole che ha rivolto loro: "Perché vi spaventate e perché sorgono dubbi nei vostri cuori? Guardate le mie mani e i miei piedi; vedete che sono io stesso. Toccatemi e vedete, perché un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho... Avete qui qualcosa da mangiare? Gli diedero un pezzo di pesce arrostito ed egli lo prese e mangiò in loro presenza... Poi aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: "Così sta scritto: il Messia deve soffrire e risorgere dai morti il terzo giorno, e nel suo nome devono essere proclamati il pentimento e il perdono dei peccati a tutte le nazioni, cominciando da Gerusalemme. Di queste cose voi siete testimoni".
Gesù sapeva che avrebbero dovuto conservare nella loro memoria, quasi come un video permanente in modalità replay, ogni singolo dettaglio, ogni singola parola, ogni singolo secondo di ciò che sta accadendo proprio davanti ai loro occhi in questo momento. Pietro ne avrà bisogno, anche se non lo sa, perché quando gli tenderanno le braccia e fisseranno il suo corpo a una croce con la brutalità della crocifissione e mentre sarà appeso a testa in giù e soffrirà tutto questo, il ricordo di questo evento, in questo Vangelo, e di molte cose che ha vissuto come apostolo scelto appositamente, gli passerà per la mente. Ricordava di aver camminato sulle acque. Ricordava i suoi tradimenti e che Gesù li aveva predetti. Ricorda che gli furono consegnate le chiavi del Regno dei cieli. Ricorda che Gesù apparve loro la mattina della domenica di Pasqua e disse: "La pace sia con voi. Non abbiate paura".
So che se fossi un apostolo, spererei che questi ricordi accompagnassero i miei ultimi momenti prima di riunirmi per sempre al Signore. Allora ci chiediamo: quando arriverà il nostro momento, in qualsiasi modo usciremo da questo mondo, cosa ci passerà per la testa? Se al ritorno di Gesù saremo ancora vivi e non assaporeremo la morte sperimentata da altri in questa vita, quali saranno i nostri pensieri? Attraverso San Giovanni, nel Libro dell'Apocalisse, Gesù ci dice che quando tornerà nella gloria e i vivi lo vedranno avvicinarsi sulle nubi, si batteranno il petto. O siamo in un letto d'ospedale da qualche parte e stiamo per affidare le nostre anime a Dio, quali saranno i nostri ricordi, i nostri pensieri?
Così gli apostoli Pietro e Giovanni nelle letture di oggi incoraggiano ciascuno di noi a sviluppare e lavorare sul nostro rapporto con Gesù in modo tale che la nostra morte possa essere santa... in modo tale che quando verrà il momento, Lui sarà nella nostra mente, sulle nostre labbra e nei nostri cuori. Come Santa Chiara d'Assisi che parlava a se stessa mentre esalava gli ultimi respiri: "Vai sicura e in pace, anima mia benedetta. Colui che ti ha creato e reso santo ti ha sempre amato teneramente come una madre il suo caro bambino. E tu, Signore, sei benedetto perché mi hai creato". E poi, una volta che lo vedremo al di là del velo eucaristico, possiamo tutti sentire quello che sentino i Santi preziosi di Dio: "Ben fatto, mio servo buono e fedele. Vieni. Entra ora in quel Regno preparato per te fin dalle fondamenta del mondo".
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