4a settimana di Pasqua - Venerdì B

Published on 25 April 2024 at 14:24

Nelle bellissime letture di oggi vediamo quanto la nostra fede sia uno sguardo in avanti verso le cose che devono ancora venire, ma per ricordare sempre che l'autore e l'iniziatore di tutto è Dio.

Paolo dice ai convertiti, sia ebrei che gentili, nella prima lettura, mentre continuiamo la nostra esplorazione del libro degli Atti, quanto siano stati benedetti in modo speciale e unico e, per estensione, come tutti noi abbiamo ricevuto doni che spesso diamo per scontati, doni dovuti al fatto che Cristo è venuto in mezzo a noi e ha elargito su di noi innumerevoli grazie: "È ai nostri antenati che Dio ha fatto la promessa, ma è a noi, loro figli, che l'ha adempiuta, risuscitando Gesù dai morti", At 13,32.

La risurrezione di Cristo era stata preannunciata da tempo, in tempi benedetti dalla presenza dei profeti di Dio, ma quanto più siamo benedetti noi che ora godiamo dei frutti di quella promessa? Non si tratta solo del fatto che Gesù ha cambiato la nostra vita, ma che Colui che è risorto dalla morte è ora presente in essa, mentre ci conduce verso la patria celeste che ha preparato per tutti coloro che hanno risposto alla sua bontà, alla sua misericordia, agli innocenti e ai puri, ai giusti e ai misericordiosi, e a tutti coloro che hanno lavorato per farlo conoscere agli altri durante la loro vita.

Lo ha assicurato agli apostoli nel Vangelo di oggi e fa la stessa promessa a tutti coloro che si faranno trovare pronti in quel giorno glorioso:

"Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore. Se non fosse così, vi avrei detto che vado a prepararvi un posto? E se vado a prepararvi un posto, tornerò e vi prenderò con me, perché dove sono io, siate anche voi".

Gesù ricordava loro costantemente di guardare al cielo, sapendo che la passione che stava per affrontare, ma anche le prove successive alla risurrezione, quando non sarebbe più stato fisicamente con loro come prima, sarebbero diventate scoraggianti. Cerca di incoraggiarli facendoli concentrare sull'obiettivo finale che li vedrà uniti a lui per sempre, in paradiso, e rivela loro anche il modo per arrivarci, dato che alcuni, come il giovane ricco, gli chiedevano come e cosa sarebbe stato necessario. Gesù dice,

"... tu conosci la via del luogo dove io vado". Tommaso gli disse: "Signore, non sappiamo dove vai. Come possiamo conoscere la strada?". Gesù gli disse: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me", Giovanni 14:2-7.

 

 

In altre parole, Gesù stesso è la mappa stradale che ci permette di arrivare in sicurezza in cielo. Egli è la mappa stradale in due modi: le sue parole e le sue azioni - attraverso ciò che ha detto e attraverso ciò che ha fatto. In mezzo a tante belle filosofie e conoscenze, Gesù ci ha chiesto di porre innanzitutto i suoi insegnamenti come una luce per i nostri piedi e una guida per i nostri sentieri, anche al di là delle vie che noi stessi pensiamo siano le migliori. Per questo motivo, ad esempio, ammonì Pietro dicendogli: "Mettiti dietro di me", perché invitava Pietro a seguirlo piuttosto che cercare di guidarlo (Dio) affidandosi unicamente alla propria logica umana e al modo normale di fare le cose.

Ora, per essere chiari: è ovvio che dobbiamo ragionare e cercare di scoprire qual è il modo migliore per andare avanti, ma il punto per il cristiano credente e fiducioso è: dobbiamo sempre dare l'ultima parola a Dio. Pensate a quante volte diciamo indirettamente a Dio che conosciamo un modo migliore e poi, a posteriori, pensiamo a come avremmo dovuto aspettare o a come avremmo potuto fare le cose in modo diverso. Se solo avessimo dato a Dio l'ultima parola. Se solo lo aspettassimo di più e fossimo più pazienti.

E ogni volta che una persona si chiede perché Dio non abbia creato un mondo perfetto, senza dolore, senza morte, senza odio, senza malattie, eccetera, dimentica che lo ha fatto, e che non è questo mondo, ma quello verso cui stiamo camminando... con la visione e con Lui come bussola, ma ancora una volta, quando pensiamo così, manifestiamo una mancanza di pazienza.

 

Quando la Scrittura ci dice che la nostra Madre non capiva bene alcune cose che stavano accadendo, eppure le custodiva e continuava a meditarle nel suo cuore, sta sostanzialmente indicando che, essendo dotata di tutte le virtù, stava esercitando una pazienza

 

celeste, in cui, nella fede, non solo lasciava che la volontà di Dio si svolgesse, ma aveva deciso di svolgere un ruolo attivo e centrale nel collaborare con essa. La nostra Madre è la Regina della pazienza. Sa cosa significa aspettare i tempi perfetti di Dio. San Paolo ci dice che "... quando fu compiuto il tempo stabilito, Dio mandò suo Figlio, nato da donna...". Galati 4:4. Nessuno comprende i tempi perfetti di Dio, e ha avuto la pazienza di farlo, come la nostra carissima Madre del cielo.

Una cosa che San Francesco ha dovuto imparare gradualmente da solo, e su cui in seguito ha ammonito i frati, è la pazienza.

Come fratelli (e sorelle) dobbiamo essere pazienti, con gli altri, con noi stessi e molto spesso con il buon Dio stesso, perché... mentre nei primi due casi di solito si tratta di qualche difetto dei nostri compagni o di noi stessi, nel secondo, per "essere pazienti con Dio" si intende la nostra necessità di attendere le sue vie, di lasciargli la possibilità di agire, di dargli sempre il beneficio del dubbio, di amare ciò che lui ama e di esercitare moderazione e compassione di fronte ai difetti degli altri, di essere fiduciosi nel cambiamento, ma nei suoi tempi perfetti, nel suo preciso programma che trascende di gran lunga il nostro. Quante volte abbiamo pregato per un cambiamento del cuore di una persona cara? Non vediamo accadere nulla. Tutti questi anni, tutte queste lacrime.

Sì, a volte è difficile essere pazienti con Dio. Ma dobbiamo sempre ricordare che nella sua divina saggezza e nel suo sguardo sempre vigile, egli vede qualcosa che noi non vediamo. Sta soppesando qualcosa che noi non possiamo valutare. Sta tessendo un capolavoro, di cui noi ci limitiamo a vedere il piccolo pezzo ambiguo. Quando vedremo il grande insieme, l'opera finita, allora ci inchineremo in umile ammirazione. Allora sapremo che è Dio e che tutte le cose vanno per il meglio per coloro che lo amano. Amen.


Add comment

Comments

There are no comments yet.