4a Settimana di Pasqua - Sabato B

Published on 26 April 2024 at 18:49

Nelle letture di oggi vediamo lo spirito di rabbia contrapposto allo spirito di gioia e allo Spirito Santo e come nella nostra vita desideriamo allontanarci dal primo, abbracciando un discepolato più autentico e virtuoso che favorisca il secondo.

Che cosa ha portato all'abuso veemente dei Giudei nella prima lettura, scagliati contro Paolo e ciò che stava dicendo loro? In una parola, la mancanza di umiltà nel riconoscere la propria colpa. Siamo ancora con Paolo e Barnaba in Asia Minore.  Stanno ancora proclamando il messaggio di Gesù come Signore nella pisidica Antiochia. Molte folle si convertono, ma ci sono giudei che diventano gelosi e si infuriano per ciò che sentono e vedono. San Paolo stava dicendo, senza tanti giri di parole: "Avete fatto un errore quando vi siete sbarazzati di Gesù. Avete commesso un terribile errore nel farlo crocifiggere. Ma Dio lo ha risuscitato, come era stato detto per mezzo dei profeti".

Certo, c'era chi era veramente contrito per aver peccato contro il Signore e iniziava il suo cammino di guarigione verso la gioia che viene dallo Spirito Santo. Ma ce n'erano altri, che forse per paura di ciò che avrebbe comportato un tale pentimento, o per vergogna, o per orgoglio, o per un misto di tutte queste cose, rimasero ostinati nel loro rifiuto di Gesù e continuarono a permettere, come ci viene detto nella lettura, che uno spirito di cupa gelosia e di rabbia distruttiva avvolgesse i loro cuori, a causa delle folle che accoglievano il messaggio e impegnavano nuovamente la loro vita in Gesù.

Come dovremmo rallegrarci quando vediamo che le persone si avvicinano a Cristo! Come dovremmo gioire quando vediamo qualcuno crescere in santità?

Se diventiamo gelosi, dobbiamo chiederci da dove viene questa gelosia, affrontarla e portarla in confessionale per purificarla dal nostro sistema. Poi dobbiamo rivolgerci alla preghiera e permettere che il bene che vediamo negli altri sia una motivazione per cercare di migliorare noi stessi.

Quale gioia riempie il cuore di chi segue veramente Cristo, e soffre per questo! Quando Gesù disse: "Beati voi quando la gente vi maltratterà e dirà ogni sorta di male contro di voi per causa mia", la parola che usa, "beati", può essere scambiata con "felici"... o "gioiosi sarete, quando la gente vi perseguiterà a causa del mio nome". E così ci viene detto che, nonostante il duro trattamento, "i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo".

Eppure, tutto questo è un cammino che tutti noi dobbiamo fare, con santa perseveranza e pazienza. E tutto questo è possibile grazie all'accompagnamento amorevole e paziente di Gesù, che è con noi e illumina continuamente i nostri cuori e le nostre menti. Gesù aveva appena finito di dire ai suoi apostoli e ai suoi seguaci della sua stretta vicinanza e unione con il Padre, che fa ciò che vede fare dal Padre, che è mandato dal Padre e che lui e il Padre sono una cosa sola.  Anzi, dice, lo hanno già visto.  Ma, dopo tutto questo parlare del Padre, Filippo, l'ingenuo, è perplesso.

"Signore, mostraci il Padre e saremo soddisfatti".

Filippo era come molti altri ebrei, in attesa di qualche incredibile manifestazione del Padre, forse dello stesso tipo di quella che Pietro, Giacomo e Giovanni raccontarono al gruppo a proposito della trasfigurazione e di come udirono la voce del Padre attraverso le nubi che scesero improvvisamente su di loro.

Gesù risponde con pazienza, come sempre:

"Sono stato con voi tutto questo tempo, Filippo, e ancora non mi conoscete? Chi ha visto me ha visto il Padre... Credetemi che io sono nel Padre e il Padre è in me, ma se non lo credete, credete per le opere stesse".

Filippo stava ancora lottando per fare il collegamento tra il Padre e il Figlio che lavorano all'unisono per realizzare l'opera di salvezza. Ora, non diamo torto a Filippo, in quanto per il momento vediamo ancora Dio in modo molto tenue, come ci ricorda San Paolo, tuttavia, anche in questa ambiguità, possiamo in qualche modo intuire che Gesù è un perfetto riflesso del Padre che non possiamo ancora vedere. Quando Gesù ha perdonato, il Padre ha perdonato. Quando Gesù ha calmato il mare, è stato il Padre a calmare il mare. Quando Gesù era sulla croce, il Padre era in Cristo, riconciliando il mondo a sé (2 Corinzi 5:19).

Gesù sapeva che era difficile per loro credere e così li indirizzò verso i segni, i miracoli, "le opere" che il Padre stava compiendo attraverso di lui. Erano la prova che il Padre era in lui e lui nel Padre.

Anche noi dovremmo cercare di vedere Dio dove altrimenti, con occhi carnali, rimarrebbe nascosto. Egli si trova in ognuno di noi, così che una ragione per amare noi stessi è che Dio è qui, dentro di me. E una grande ragione del perché amiamo gli altri è che lui è lì, anche in loro.

"Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete invitato ad entrare, avevo bisogno di vestiti e mi avete vestito, ero malato e mi avete curato, ero in prigione e siete venuti a trovarmi".

Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo invitato ad entrare, o bisognoso di vestiti e ti abbiamo vestito? Quando ti abbiamo visto malato o in prigione e siamo andati a visitarti?".

"Il Re risponderà: "In verità vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me"". Matteo 25:35-40.

Chiediamo a San Filippo di pregare per noi, affinché anche noi possiamo vedere più chiaramente questa presenza di Dio negli altri. Amen.


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