Oggi nella Chiesa celebriamo la bella festa di San Marco, al quale è attribuito il primo Vangelo scritto, anche se appare come secondo nel Nuovo Testamento.
La prima volta che sentiamo parlare di Marco è negli Atti degli Apostoli (At 12,12), dopo che San Pietro fu miracolosamente liberato dalla prigione da un angelo. Il principe degli apostoli si diresse immediatamente verso una casa che era un luogo di incontro per i primi convertiti ebrei e che apparteneva a una brava donna di nome Maria, il cui figlio prediletto era Marco.
I santi Paolo e Barnaba, dopo aver portato cibo ai cristiani di Gerusalemme da Antiochia, tornano lì portando con sé Marco, considerato un compagno di viaggio con molte doti e qualità e che probabilmente vedevano molto utile per i loro sforzi missionari. Era anche affidabile, dato che era cugino di Barnaba.
La comunità di Antiochia, poco dopo il loro arrivo, inviò Barnaba e Paolo nel loro primo viaggio missionario. Salpati da un porto vicino ad Antiochia, si recarono prima a Salamina, sull'isola di Cipro. Portarono con sé Marco. Da Salamina proseguirono per Paphos, all'altra estremità dell'isola, dove convertirono il governatore al cristianesimo. Immaginiamo quanto San Marco stia ormai assimilando e testimoniando tutti i segni e i prodigi con cui Gesù aveva promesso di abbellire la predicazione degli apostoli.

Eppure è ancora umano, come tutti i santi. Per esempio, durante la seconda missione, Barnaba voleva portare di nuovo Marco con loro e Paolo non era d'accordo perché durante la loro missione a Perga di Panfilia (la città che evangelizzarono dopo Cipro) Marco se ne andò per i fatti suoi e non lavorò con loro quanto Paolo pensava avrebbe dovuto. Questo causò un forte disaccordo tra Paolo e Barnaba, che finì per prendere Marco e tornare a Cipro. Paolo lo sostituì con Sila come compagno di missione. Tuttavia, come è tipico dei cristiani, le cose si ristabilirono subito dopo e abbiamo l'opinione favorevole di Paolo su Marco nella sua lettera ai Colossesi: "Aristarco, mio compagno di prigionia, vi saluta, così come Marco, cugino di Barnaba, del quale avete ricevuto istruzioni; se viene da voi, accoglietelo" (4:10,11).
Poi, nella seconda lettera a Timoteo, Paolo scrive:
"Solo Luca è con me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi è utile nel ministero" (4:11).
Anche nella breve Lettera a Filemone (Fil 1,24), Marco è citato come uno degli aiutanti di Paolo. E alla fine della nostra prima lettura di oggi, nella Prima Lettera di Pietro, troviamo questo importante dettaglio:
"La vostra chiesa sorella di Babilonia [parola in codice per Roma], scelta insieme a voi, vi manda i suoi saluti, e anche mio figlio Marco" (5,13).
L'autorità di Marco si evince quindi dalla sua vicinanza alla massima autorità della Chiesa primitiva, San Pietro. Esiste anche una tradizione che vuole che Marco sia stato il fondatore della Chiesa di Alessandria, nel nord dell'Egitto, dopo essere stato delegato e aver ricevuto questo incarico.
A Marco fu poi richiesto dai cristiani di Roma, prima del 60 d.C., di catturare i pensieri di San Pietro, in modo che il Vangelo che egli finisce per scrivere sia un resoconto della missione di Gesù vista attraverso gli occhi del capo visibile e vicario di Cristo. Aveva bisogno della fiducia di Pietro e il fatto che quest'ultimo lo chiami così affettuosamente "figlio" spirituale indica che questa fiducia gli è stata accordata. È anche il primo Vangelo ad essere stato scritto, mentre sia Matteo che Luca, nei loro Vangeli più lunghi, prendono ampiamente in prestito da Marco.
La lettura del Vangelo di oggi è tratta dai ricordi di Pietro attraverso la calligrafia di Marco e inizia con il modo in cui Gesù dà agli undici il mandato di annunciare il Vangelo a tutto il mondo. Agli apostoli viene nuovamente promesso che tutti i credenti parteciperanno all'opera di Cristo tra noi. È lui che opera attraverso di noi e alcuni di loro espelleranno gli spiriti maligni, parleranno in lingue strane, saranno protetti dagli elementi nocivi e porteranno la guarigione ai malati. Per quanto riguarda questi ultimi due aspetti, come sacerdote francescano, posso dirvi che ho avuto una serie di casi straordinari e di benedizioni di protezione e di miracoli che si sono verificati proprio sotto i miei occhi, attraverso l'amministrazione dei sacramenti, che spero di condividere con voi nella scheda Racconti di testimoni francescani, presto! Ma abbiate pazienza! Basti dire che ho visto persone miracolosamente migliorare dopo il sacramento dell'Unzione degli infermi, per esempio, e un certo numero di guarigioni riportate attraverso la ricezione dell'Eucaristia e la preghiera quotidiana in generale. Dio è stato incredibilmente presente, sempre fedele alla sua parola, e sono sicuro che questo è molto probabilmente il caso di tutti voi che state ascoltando o leggendo.

La lettura del Vangelo si conclude con una breve descrizione dell'Ascensione, quando Gesù risorto torna alla destra del Padre.
Ciò che troviamo nella prima lettura di Pietro, viene naturalmente ribadito in qualche modo, forma o modo nel racconto scritto nel Vangelo di Marco, ossia che tutti noi dobbiamo essere desiderosi di lavorare per costruire il regno di Dio sulla terra, confidando nella provvidenza del nostro Padre celeste. Questa lettura ci ammonisce anche a stare in guardia dalle forze del male che si annidano continuamente in mezzo a noi e ad essere fermi e forti nella nostra fede, facendo delle parole di Cristo il nostro fondamento sicuro. Tutto ciò che soffriamo per il Regno alla fine torna a contribuire al rafforzamento della Chiesa. Qualunque cosa stiate sopportando in questo momento, ricordatevi di unirla all'amore sacrificale di Cristo, che ha dato la sua vita per noi, tema centrale del Vangelo di Marco, evidenziato dal costante riferimento al viaggio di Gesù verso Gerusalemme, dove, per grande amore verso di voi e verso di me, ha dato la sua vita come sacrificio profumato e gradito, da Dio a Dio, e come colui che Pietro sapeva essere in grado di camminare sulle acque e di calmare le onde e le tempeste nei nostri cuori, colui che solo possiede le parole della vita eterna. Amen.
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