4a Settimana di Pasqua - Martedì B

Published on 22 April 2024 at 18:25

Nella prima lettura ci viene detto che coloro che sfuggirono alla persecuzione "a causa di Stefano" si spinsero fino alla Fenicia, a Cipro e ad Antiochia. Immaginiamo quanto fosse intimidatorio per le autorità il messaggio di Stefano, tanto da scatenare un vero e proprio assalto a chiunque sembrasse aderire a questo movimento nuovo e rivoluzionario.

Ieri abbiamo parlato dell'importanza del nuovo tipo di circoncisione, la circoncisione del cuore, e questa è l'espressione esatta che Stefano usa quando chiama in causa la testardaggine di coloro a cui si rivolgeva dicendo: "Voi, rigidi di collo e incirconcisi di cuore e di orecchi, opponete sempre resistenza allo Spirito Santo; come fecero i vostri padri, così fate anche voi... Ora, sentendo queste cose, furono colpiti al cuore e digrignarono i denti contro di lui". Ma ecco: "Voi siete rigidi di collo e incirconcisi di cuore e di orecchi".

Oggi abbiamo la storia della fondazione della Chiesa ad Antiochia, in Siria, da parte di coloro che hanno permesso allo Spirito Santo di circoncidere il loro cuore e le loro orecchie.  Questo avvenne subito dopo il martirio di Santo Stefano.  Da Stefano agli eventi di oggi, abbiamo già visto i rapporti con Filippo il diacono, le interazioni di San Pietro con i gentili e persino la conversione di San Paolo, ormai avvenuta.

All'inizio il messaggio veniva condiviso solo con i loro concittadini ebrei.  I cristiani ebrei, tuttavia, in società più pluraliste come quelle di Cipro e Cirene, sulla costa settentrionale dell'Africa, cominciarono ad avvicinare anche gli "ellenisti", cioè i greci non ebrei non circoncisi.  Questi ultimi mostrarono una grande apertura allo Spirito Santo e molti di loro divennero seguaci del Signore Gesù.

Notiamo che queste persone usavano il termine "Signore Gesù" più che la designazione di "Cristo", quest'ultima più che altro un titolo messianico che gli ebrei avrebbero conosciuto. Le conversioni anche dei gentili erano un'indicazione dell'approvazione e della benedizione di Dio sulla loro opera, a volte anche accompagnata da segni e prodigi.  Così fu fondata la chiesa di Antiochia, che sarebbe stata solo una delle tante che sarebbero seguite.

Nella Chiesa di Gerusalemme, i Giudei convertiti erano abituati a diventare cristiani solo gli uomini e le donne della loro schiera. L'idea che anche i gentili abbracciassero il Messia era nuova per loro e così inviarono Barnaba a indagare.  Barnaba sarebbe stato il delegato perfetto per questa missione, dato che era un ebreo ellenista di Cipro e avrebbe capito la loro cultura molto meglio di altri. Vediamo quindi che le autorità di Gerusalemme, guidate dagli stessi apostoli, erano state il fulcro centrale che supervisionava la fondazione di nuove chiese. In altre parole, anche in una fase così precoce, vediamo già l'importanza di una leadership centralizzata che fosse l'ultima parola sulle questioni riguardanti la Chiesa universale.

Barnaba, che secondo Luca era "un uomo buono, pieno di Spirito Santo e di fede", si rallegrò quando trovò ad Antiochia un cristianesimo autentico e genuino in questi gentili appena convertiti e li incoraggiò con tutto il cuore a continuare quello che stavano facendo.

Barnaba si dirige poi a Tarso, in quello che oggi è l'angolo sud-orientale della Turchia, e va a prendere Saulo, che era tornato lì perché non veniva creduto dai primi cristiani come un cristiano autentico, visto che all'inizio aveva minacciato di ucciderli, cosa che in alcuni casi, come quello di Stefano, aveva effettivamente messo in pratica.  Si pensava che stesse progettando la distruzione della Chiesa fingendosi un convertito. Barnaba, convinto della sua autenticità, lo riporta ad Antiochia e lì rimangono per un anno insieme, rafforzando la Chiesa locale appena fondata. Chissà come si esprimeva bene la fede in quei giorni.

È qui, ad Antiochia, che i seguaci di Cristo cominciano a essere chiamati "cristiani". Non è chiaro se fosse un nome dato da loro stessi o se fosse l'etichetta di persecutori sprezzanti, ma in ogni caso i primi convertiti erano onorati di essere chiamati così. Come cattolici, dobbiamo ricordare che siamo "cristiani" cattolici e che abbiamo fratelli e sorelle "cristiani" protestanti. Molte persone si distinguono dalla Chiesa cattolica dicendo di essere "cristiani", forse insinuando involontariamente che i cattolici non sono cristiani. Questo non solo è scorretto, ma è anche offensivo, soprattutto se si considera che la Chiesa cattolica è l'unica che può affermare di risalire a Cristo stesso, attraverso gli apostoli, e quindi ai primi cristiani.

Dobbiamo essere orgogliosi di questo, ma solo se cerchiamo di vivere veramente il Vangelo, perché altrimenti saremmo cristiani solo di nome e questo non solo non servirebbe a nulla, ma quando incontreremo Cristo nel giorno del nostro giudizio, sentiremo tristemente le parole: "Non ti conosco". Viviamo per lui, lo sentiamo ogni giorno nella nostra vita e così sappiamo che lui ci conosce e noi conosciamo lui. "Le pecore che mi appartengono ascoltano la mia voce; io le conosco ed esse mi seguono". Queste sono le parole di Cristo nel Vangelo di oggi.

Alcune domande che possiamo porci, alla luce di quanto abbiamo appena riflettuto:

Quale marchio o forma o intensità di cristianesimo stiamo vivendo nella nostra parrocchia locale?

C'è qualcosa che possiamo fare, come Paolo e Barnaba ad Antiochia, per aiutare a sostenere la fede degli altri all'interno della nostra comunità parrocchiale?

Che cosa ha mantenuto vibrante, autentica e genuina la Chiesa di Antiochia?

Questi possono essere alcuni dei punti di partenza delle letture di oggi. Naturalmente, San Francesco d'Assisi è stato un uomo che ha riflettuto su queste belle letture, ma poi ha fatto del suo meglio per applicarle alla sua vita e alle sue circostanze. Era un uomo radicale. Così come lo erano i primi convertiti guidati da Paolo e Barnaba. Quanto siamo radicali nel nostro amore per Gesù? Chiediamo alla nostra carissima Regina e Madre di acquisire per noi le grazie che ci aiutino a sviluppare sempre di più un amore forte, vibrante e appassionato per suo Figlio, che è la Fonte di tutta la nostra gioia, pace e forza e che possiamo, come gli apostoli, portare altri a Cristo affinché anch'essi siano benedetti dalle sue grazie e dai suoi doni.


Add comment

Comments

There are no comments yet.