Venerdì - 13a settimana del Tempo Ordinario B

Published on 4 July 2024 at 13:00

L'importanza di cercare la parola vivificante del Signore è il tema delle nostre letture di oggi. Nella prima lettura, tratta da Amos, sentiamo Dio che avverte di una prossima carestia, non di pane o di acqua, ma di ascoltare la parola del Signore. È un avvertimento potente per noi oggi, che spesso siamo presi dalle nostre vite indaffarate e trascuriamo di ascoltare la parola di Dio e i molti modi in cui egli desidera comunicarcela.

La gente al tempo di Amos era più preoccupata dei propri bisogni e desideri materiali che di cercare la guida di Dio. Calpestavano i poveri e gli emarginati e usavano misure e pesi falsi per approfittarsi di loro. Ma Dio se ne accorse e giurò di punirli per i loro modi malvagi. Promise di portare su di loro una carestia, una carestia che sarebbe durata finché non avessero imparato a prendersi cura dei poveri e a cercarlo. Anche se c'è ancora molto da desiderare quando si tratta di prendersi cura dei nostri fratelli e sorelle meno fortunati nel mondo di oggi, abbiamo fatto dei passi avanti. Tuttavia, siamo sempre invitati e sfidati a fare un po' di più. Una delle nostre più grandi risorse per l'evangelizzazione come francescani sono le mense per i poveri in tutto il mondo. Qui nutriamo i preziosi del Signore per il sostentamento corporeo, e speriamo di aprire la porta per poterli nutrire anche spiritualmente di ciò di cui ogni anima ha fame: la voce di Dio.

Gesù, nel Vangelo di oggi, cerca coloro che sono malati, coloro che hanno bisogno di guarigione e di salvezza. Non va da chi è già integro e in salute, ma da chi è distrutto e cerca una via d'uscita. Matteo era uno di quegli esattori delle tasse schiavi del peccato e desiderosi di libertà. Gesù dice: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati". Questo è un potente promemoria del fatto che tutti abbiamo bisogno della misericordia e della guarigione di Dio, indipendentemente dalle nostre circostanze esteriori. Matteo risponde alla chiamata di nostro Signore e lo segue, lasciandosi alle spalle la sua vecchia vita per permettere alla verità di Gesù di renderlo libero mentre intraprende questo viaggio alla scoperta di sé e dell'unione con Dio.

Mentre riflettiamo su queste letture oggi, chiediamoci: Sto cercando la parola del Signore nella mia vita? Sono più interessato ai beni e ai desideri materiali o a cercare la guida di Dio? Sono disposto ad ascoltare la Sua parola e a rispondere alla Sua chiamata come hanno fatto San Matteo e tanti altri? Una domanda importante che dobbiamo porci per essere intellettualmente soddisfatti e preparati riguarda la Bibbia stessa, cioè ciò che crediamo sia la parola di Dio. Dobbiamo avere alcune conoscenze di base su come è nata la Bibbia; perché ci sono 73 libri nella Bibbia cattolica, rispetto ai 66 di quella protestante? Come facciamo a sapere che la Bibbia è veramente ispirata da Dio?

Non sono domande che tengono molte persone sveglie la notte, ma dovrebbero, se stiamo basando un intero stile di vita sulla sequela di Gesù, la cui fonte primaria per la sua vita e i suoi insegnamenti sono le Sacre Scritture e la Tradizione orale. Quindi, fratelli e sorelle, vi incoraggio ad approfondire queste domande, perché a un certo punto vi troverete inevitabilmente di fronte a questo tipo di speculazioni, sia da parte di familiari che di non cattolici, ed è sempre bene approfondire le proprie convinzioni per continuare a rafforzare la vostra fede complessiva ed essere in grado di vedere oltre gli inganni che ci circondano.

Mentre affrontiamo le sfide della nostra vita, sforziamoci di vivere in modo virtuoso e allo stesso tempo permettiamo alle nostre anime di essere rapite dalla misericordia e dall'amore di Dio. Cerchiamo chi si è perso e cerca una via d'uscita, proprio come Gesù cercò Matteo e lo tirò fuori dall'abisso in cui era caduto. E siamo disposti ad ascoltare la Sua parola, anche quando ci sfida o ci mette a disagio.

Che possiamo essere persone affamate della parola di Dio e che non dimentichiamo mai che non è una carestia di pane o di acqua quella che temiamo di più, ma una carestia di ascoltare la voce del nostro Padre in cielo.


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