Venerdì - 15a settimana del Tempo Ordinario B

Published on 18 July 2024 at 22:25

Mentre siamo qui riuniti oggi, ci viene ricordata l'importanza di mettere ordine nella nostra casa e nei nostri affari familiari prima di morire. Si tratta di un compito solenne e importante, che ci impone di riflettere sulle nostre priorità e sullo stato delle nostre famiglie e delle nostre anime.

La lettura di Isaia ci racconta che quando il re Ezechia era mortalmente malato, il profeta Isaia andò da lui e gli disse di mettere ordine nella sua casa, perché stava per morire. Ezechia, consapevole della sua mortalità, si rivolse al Signore in preghiera, proponendo la sua fedeltà e la sua devozione incondizionata a Lui come richiesta di misericordia.

In modo simile, come cattolici, siamo chiamati a mettere ordine nella nostra casa spirituale, a esaminare il nostro rapporto con Dio e tra di noi prima che il nostro tempo qui si concluda e siamo chiamati a casa dal Padre.

Ma cosa significa fare ordine nella nostra casa? Significa dare priorità al nostro rapporto con Dio sopra ogni altra cosa. Significa riconoscere la nostra dipendenza da Lui e cercare la sua guida e la sua saggezza in ogni cosa. Significa esaminare il nostro cuore e confessargli i nostri peccati e le nostre mancanze. Ma significa anche pensare ai familiari che lasceremo, perché anche loro sono chiamati a raggiungere il cielo per stare con Dio per sempre. Significa pensare al loro benessere temporale, ma soprattutto alla loro salvezza eterna... il bene più grande che Dio desidera per ogni suo figlio.

Come sacerdote ho visto troppe famiglie divise a causa dell'eredità. Il mio consiglio a coloro che sanno che il loro tempo sta per finire e che desiderano lasciare un'eredità alla propria famiglia, è di pensare innanzitutto a lasciare una famiglia unita. Non lasciate che la vostra ricchezza sia una pietra d'inciampo per la loro posizione nei confronti di Dio, perché sappiamo che la divisione viene dal maligno, mentre l'unità viene dallo Spirito Santo. Non lasciate che la vostra eredità sia di divisione, ma che mantenga la famiglia strettamente unita, come un'unica unità, in modo che possano continuare a sostenersi a vicenda nel loro cammino terreno e soprannaturale. 

Questo significa prendersi cura dei nostri cari, provvedendo a loro e insegnando loro la fede. Significa essere buoni amministratori delle benedizioni che ci sono state date e usarle per la gloria di Dio.

A coloro che si stanno avvicinando alla fine e sono in grado di farlo (e la maggior parte delle persone che stanno morendo lo sanno e lo sentono), ammonite i vostri figli sui valori con i quali, si spera, avete lavorato su voi stessi, e ricordate loro di tenere sempre al primo posto il rapporto con Dio. Ricordate che state per incontrare il vostro Padre e Creatore. Ricordate loro l'importanza di assistere e partecipare alla messa, proprio come i genitori di Gesù gli insegnarono, nella sua natura umana, la bellezza e le benedizioni della visita e della preghiera al tempio di Gerusalemme.

Ma mentre lo facciamo, dobbiamo anche ricordare che Gesù è più grande del tempio di Gerusalemme. Lo sentiamo rispondere alla persecuzione dei farisei nel Vangelo di oggi: "Io vi dico che qui c'è qualcosa di più grande del tempio". Il tempio era un simbolo della presenza di Dio tra il suo popolo, ma Gesù è più grande di qualsiasi struttura fisica. È la presenza stessa di Dio tra noi. Gesù è più grande del tempio perché è il Figlio di Dio, il Messia che è venuto a salvarci dai nostri peccati. È colui che è morto sulla croce per la nostra redenzione e che è risorto il terzo giorno. È lui che ci offre la vita eterna e che abita in noi attraverso il suo Spirito Santo.

Quindi, mentre mettiamo ordine nella nostra casa e nella nostra famiglia, non dimentichiamo che il tesoro più grande, nascosto in un campo, che cambia, realizza e dà senso alla nostra vita, è Gesù stesso, e la grazia di costruire ogni giorno un legame bello e fiducioso con Lui, che a sua volta avrà un'influenza su tutti coloro che Egli mette nella nostra vita, specialmente i nostri coniugi, i nostri figli, i nostri amici e conoscenti, ma può anche significare un mondo di differenza per un povero che aiutate per strada, spinti dall'amore di Cristo che brilla nel vostro cuore.

Quando lasceremo questo mondo, come desideriamo presentarci al nostro Signore? Quali doni gli porteremo in cambio? Chiediamo al Signore di darci la grazia di raddrizzare il suo cammino, di abbassare i monti e riempire le valli, affinché la strada per il suo ingresso nei nostri cuori sia facile, sgombra da detriti, nessun ostacolo in vista, un tappeto rosso di benvenuto sempre, fino alla porta del nostro cuore, affinché attraverso di essa possa entrare, e in noi possa risiedere per sempre. Amen.


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