Nella liturgia di oggi siamo invitati a esplorare il profondo mistero della sapienza e il suo rapporto con la nostra fede, come ci viene presentato nelle letture della 1ª Corinzi e del Vangelo di Matteo. L'apostolo Paolo parla ai primi cristiani di Corinto, evidenziando un paradosso sorprendente: la sapienza di Dio spesso appare come stoltezza per il mondo. Ci ricorda che il messaggio della croce, a prima vista, può sembrare illogico, persino assurdo. Eppure, per quelli di noi che credono, è la potenza stessa di Dio.
Nella nostra vita quotidiana, ci troviamo spesso di fronte a scelte o dilemmi in cui dobbiamo discernere tra la saggezza del mondo e l'intuizione divina.
Nella nostra lettura del Vangelo, Gesù condivide la parabola delle dieci vergini, illustrando l'importanza di essere saggi e preparati. Qui vediamo la distinzione tra sagge e stolte: le vergini sagge portarono dell'olio in più per le loro lampade, mentre quelle stolte non lo fecero. Quando giunse il momento, quelle impreparate si ritrovarono fuori, a bussare alla porta, solo per sentirsela chiudere contro.
Cosa ci dicono queste immagini sulla natura della saggezza? Inizialmente, potremmo considerare la saggezza come il possesso della conoscenza o l'avere le risposte giuste. Tuttavia, la saggezza nel Regno dei cieli non è radicata nella nostra conoscenza del mondo, ma nella nostra preparazione e apertura al potere trasformativo di Dio.
A volte, le persone più intelligenti del mondo impiegano un po' di tempo per riconoscere che, al di là del mondo materiale, deve necessariamente esistere un essere al di fuori di esso, abbastanza potente da averlo portato all'esistenza in primo luogo. Questo cambia tutto. Cambia la visione del mondo e il resto della traiettoria della vita. È una scoperta che inizia ad analizzare, giudicare e informare ogni decisione futura e che permette di guardare oltre la natura temporanea di questa vita, verso il destino eterno della prossima, apprezzando ciò che Dio ha già fatto per noi nel corso della storia della salvezza.
La persona di Gesù, allora, diventa il miglior dono che ci sia mai stato fatto, quel tesoro nascosto in un campo. Gesù ci esorta oggi a rimanere svegli, vigili e preparati, qualità della vera saggezza. Essere saggi significa capire che il cammino di fede richiede la nostra partecipazione attiva, non solo l'attesa passiva. L'olio delle nostre lampade indica l'amore, la fede e le opere buone che coltiviamo nel corso della nostra vita: una fonte di sostentamento per il nostro spirito, che non può essere presa in prestito all'ultimo minuto. Non aspettiamo gli ultimi giorni della nostra vita per iniziare a fare scelte migliori. Anche questa è saggezza.
Riflettendo su questi insegnamenti, chiediamoci: Ci affidiamo alla saggezza di questo mondo, intrappolati nel bisogno di segni e di eloquenza, o abbracciamo la “stoltezza” di Dio, fondata sull'umiltà e sull'amore? Stiamo scegliendo di seguire Gesù senza riserve o siamo ancora imprigionati nel nostro mondo di procrastinazione, paure e incredulità?
Fratelli e sorelle, cerchiamo una saggezza più profonda e trasformativa, che deriva dalla testimonianza del potere della croce nella nostra vita, dal riconoscere che Dio capovolge la saggezza del mondo e dal preparare i nostri cuori alla Sua venuta. Quando ci prendiamo il tempo di riempire le nostre lampade con l'olio - attraverso la preghiera, gli atti di gentilezza e una relazione viva con Dio - ci allineiamo con l'essenza stessa della sapienza che supera la comprensione.
Mentre continuiamo la nostra celebrazione oggi, possiamo riflettere su come coltivare l'olio nelle nostre lampade. Possiamo abbracciare la “stoltezza” di Cristo che ci porta a un rapporto più profondo con Lui e assicurarci di essere pronti ad entrare nel banchetto celeste che ci attende. Per intercessione della nostra Beata Madre, Maria, possa inviarci la grazia della sua misericordia e della sua saggezza. Amen.
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