Cari fratelli e sorelle, che letture meravigliose ci vengono presentate nella Santa Messa di oggi, in cui troviamo temi come il vivere in modo gradito a Dio, pur avendo ricevuto da Dio la libertà, la saggezza e la grazia per poterlo fare.
Per tutti noi questa vita è un dono, un viaggio verso l'eternità con Dio in cielo, dove con i suoi angeli e i suoi santi potremo vivere per sempre in uno stato di santa beatitudine. Egli ha pianificato questo fin dal concepimento della creazione e ci ha dato la grazia di discernere la sua santa e onnipotente volontà, lentamente e gradualmente.
Ognuno di noi è un'opera in divenire. È come se fossimo l'unica pietra preziosa che ha a disposizione per creare la scultura più meravigliosa, un capolavoro tanto caro al suo cuore. Egli scalpella attraverso lo Spirito Santo, usando uno strumento dopo l'altro, per portarci alla buona forma della santità.
Il vescovo Fulton Sheen una volta ha pensato che Dio ha due idee di noi: quella che siamo ora e quella che potremmo diventare. Ci vede come siamo attualmente e vede il grande santo che possiamo essere, se gli permettiamo di formare e plasmare i nostri cuori, le nostre menti e le nostre volontà. Non è facile, perché in mezzo a tutto questo c'è la nostra libertà di scegliere se lasciare che sia lui a guidarci o se dare ascolto alle altre voci del mondo che ci chiamano a un piacere vuoto e a una vita priva di scopo.
San Paolo, nella sua lettera agli Efesini, li esorta nel quarto capitolo a vivere in modo degno della vocazione con cui sono stati chiamati. “Io, prigioniero per il Signore, vi esorto a vivere in modo degno della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello spirito mediante il vincolo della pace”. Sarei negligente se non vi dicessi che quando ho ricevuto a sorpresa la mia chiamata al sacerdozio e ho chiesto al Signore di essere paziente e di mandarmi dei segni, proprio questo testo è stato il primo segno che mi ha mandato. Ricordo come se fosse ieri di essermi inginocchiato nella mia stanza, sul pavimento di moquette, davanti alla statua della nostra Madre benedetta con in braccio Gesù Bambino, con le candele accese, e di aver chiesto al Signore di confermare ciò che sentivo nel mio cuore e nella mia mente. Quando ho aperto spontaneamente la Bibbia, ho letto questo passo. Era come se fosse nella stanza con me e mi parlasse, con tenerezza, in un modo che solo Dio può fare.
In ogni caso, stava iniziando un viaggio che mi avrebbe visto lasciare tutto alle spalle e cercare di dire sì alla sua chiamata. E quello che dico di me stesso, potete applicarlo al vostro viaggio: lui solo mi conosceva più di quanto io conoscessi me stesso. Solo lui conosceva il cammino che mi aveva preparato. Posso dirvi, fratelli e sorelle, che non è stato noioso e non è mancato l'entusiasmo del più fantastico film d'avventura che abbiate mai visto. È andato oltre tutto questo, nel mondo del soprannaturale, ma immerso in una pozza d'amore in cui mi ritrovo ogni volta che penso a come lui mi tiene nel suo amore ardente, nel suo cuore sacro. E mi chiede di essere saggio. Di essere saggio per il mio benessere, ma anche per il benessere degli altri.
E così nel Vangelo di oggi parla di riconoscere i segni dei tempi. Vediamo le nuvole oscurarsi e diciamo che pioverà, e così accade. Come mai non riusciamo a discernere i tempi in cui viviamo? L'ha detto duemila anni fa. Le parole esatte sono: “Perché non sapete interpretare il tempo presente?”. Il punto è che... per chi avesse ascoltato le sue parole duemila anni fa, quello sarebbe stato il “tempo presente”. Per qualcuno che leggeva questo Vangelo nel primo secolo, il primo secolo era il tempo presente. Per qualcuno nel quinto, o nel tredicesimo, o nel ventesimo, eccetera, quello sarebbe stato il tempo presente. E che dire del nostro tempo presente? In altre parole, in ogni generazione, da sempre, siamo stati chiamati a essere sempre vigili. Perché? Perché non sappiamo mai quando arriverà la nostra ora. Questo è il messaggio fondamentale di Cristo per avvertire tutti noi... che il tempo è breve SEMPRE. Pensateci, cosa sono quaranta o sessanta o anche cento anni, in confronto a trilioni senza fine? Quindi, fratelli e sorelle, state attenti a chi cerca di allarmarvi e di farvi salvare la vita in questo mondo. Gesù ci ha messo in guardia anche su questo: beati quelli che perdono la loro vita per causa mia, perché la troveranno. In altre parole, la nostra casa non è qui, ma con Dio. Questo non significa che non facciamo del nostro meglio per vivere una vita buona e dignitosa qui, ma significa che rimaniamo un popolo di visione sapendo che la nostra vera dimora per sempre si trova al di là di queste mura, di questa terra, di questo cielo, di questo nostro bel mondo. La nostra dimora eterna è in quel luogo al di là di ciò che il linguaggio umano può descrivere.
Tenendo presente questo, come dobbiamo comportarci? Quale stile di vita dobbiamo condurre? Con quale diligenza dovremmo aspirare a essere d'aiuto agli altri, rendendo la vita di qualcuno un po' più facile ogni giorno? E come lo chiamiamo questo? Servizio. Gesù ci ha ricordato che i più grandi in cielo saranno coloro che saranno servi degli altri. “Chi di voi vuole essere il primo, deve essere il vostro schiavo”.
Fratelli e sorelle, chiediamo al Signore di darci la vera saggezza e di permetterci di continuare a seguirlo per tutti i giorni della nostra vita, come i santi che sapevano che il pericolo li circondava da una parte e dall'altra, ma che qualcuno più grande di tutti i pericoli era il loro Padre e la sua potenza e la sua grazia non conoscevano limiti. Continuiamo a confidare in
lui e a coltivare prioritariamente le nostre relazioni: Dio, la nostra Madre, San Giuseppe, il nostro Angelo custode e tutti gli angeli e i santi. E poi, quando queste relazioni sono curate, i nostri tesori terreni diventano ancora più magnifici: i nostri coniugi, i nostri compagni di vocazione, i nostri genitori, i nostri figli, i nostri fratelli e le nostre sorelle, i nostri parenti e i nostri amici, e sì, anche gli sconosciuti diventano questa immagine luminosa del Dio che li ha creati, se solo rimaniamo vicini e dipendenti da Lui nella preghiera. Egli provvederà e ci farà superare qualsiasi oscurità. Per intercessione della Regina degli Angeli, siate benedetti, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Andate in pace ringraziando il Signore per la sua misericordia.
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