Le letture di oggi ci parlano dell'importanza dell'impegno e della fiducia in Dio. Nella prima lettura, tratta da Amos, sentiamo il Signore parlare attraverso il profeta, che avverte il popolo d'Israele delle conseguenze della sua disobbedienza. Hanno infranto le leggi di Dio e trascurato il loro rapporto con Lui e, di conseguenza, saranno schiacciati come paglia sotto la trebbia.
Il Signore ricorda loro le sue misericordie passate, come li ha fatti uscire dalla schiavitù in Egitto e li ha guidati nel deserto per 40 anni. Ma nonostante tutto questo, si sono allontanati da Lui e hanno commesso gravi peccati, come vendere i poveri per l'argento e calpestare le teste della gente comune.
Ci viene ricordato che la giustizia di Dio non consiste nel punirci per i nostri peccati, ma nel correggerci e nel riportarci a sé. Vuole che ci allontaniamo dalle nostre vie malvagie e che torniamo a Lui con cuore contrito.
Nella lettura del Vangelo, vediamo Gesù parlare con due persone diverse che vogliono seguirlo. Il primo, uno scriba, dice che seguirà Gesù ovunque vada, ma Gesù risponde facendo notare che anche gli animali hanno luoghi dove riposare la testa: le volpi hanno buche e gli uccelli hanno nidi. Il Figlio dell'uomo, Gesù Cristo, non ha un posto dove posare il capo.
Questa è una metafora del suo completo abbandono alla volontà di Dio, senza lasciare spazio a interessi o desideri personali. Così come sta mostrando a questa persona il costo del discepolato, sta ricordando a ciascuno di noi di essere pronti a contare il costo e a scegliere liberamente di abbracciare la via stretta che Gesù ci farà percorrere.
La seconda persona, uno dei discepoli di Gesù, chiede di andare prima a seppellire suo padre. Gesù risponde dicendo che chi è morto deve lasciare che i morti li seppelliscano, sottolineando che chi è vivo deve dare la priorità alla sua sequela. Dobbiamo ricordare che i morti sono andati avanti, ognuno a raccogliere ciò che le sue azioni hanno meritato. L'importante, quindi, non è tanto la logistica del loro funerale, ma ciò che scegliamo di fare della nostra vita sapendo che anche la nostra ora verrà. Che sia con la morte o se saremo ancora vivi alla sua venuta, dovremo affrontare l'inevitabilità che le nostre vite siano esaminate da Dio.
In entrambe le letture, quindi, siamo chiamati a esaminare i nostri cuori e le nostre menti. Siamo impegnati a seguire Dio completamente, lasciando i nostri desideri e interessi? Oppure ci aggrappiamo a cose che non sono di Dio? Mentre ci sforziamo di essere fedeli seguaci di Cristo, dobbiamo ricordare che la vera libertà viene dall'abbandono della nostra vita a Lui. Dobbiamo essere disposti a lasciare andare i nostri programmi e desideri, proprio come fece Gesù quando lasciò la sua casa in cielo per venire sulla terra.
San Francesco pensava di avere tutto quando era concentrato unicamente sulle ricchezze di questo mondo. Quando la grazia di Dio lo visitò e il cuore di Francesco si trasformò, cominciò a capire che la vera ricchezza è la forza e la saggezza di fare la volontà del Padre.
Chiediamoci oggi: sono disposto a consegnare completamente la mia vita a Dio? Mi impegno a seguirlo, anche quando è difficile o scomodo? Preghiamo per avere il coraggio e la saggezza di lasciare i nostri desideri e seguire Gesù Cristo, proprio come Lui ha lasciato i suoi desideri per venire a redimerci. Allora, e solo allora, saremo veramente liberi e la nostra ricchezza continuerà ad essere accumulata, non qui, ma in cielo, perché dove sarà il nostro cuore, lì si troverà il nostro vero tesoro.
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