Oggi ci riuniamo per onorare la memoria dei santi Marta, Maria e Lazzaro, tre persone intimamente legate alla vita e al ministero di nostro Signore Gesù. Mentre celebriamo le loro vite, riflettiamo anche sulle profonde relazioni che hanno avuto con Gesù, evidenziando in particolare Maria Maddalena come figura centrale delle nostre riflessioni odierne.
Nella prima lettura, tratta dal Libro di Geremia, ascoltiamo una vivida metafora: il perizoma, un tempo bello e aderente al corpo, diventa marcio e senza valore dopo essere stato nascosto. Questa potente immagine serve a ricordarci il desiderio di Dio di avere una relazione stretta con il suo popolo. Egli desidera che ci aggrappiamo a Lui e che siamo trasformati da questa relazione. Eppure, proprio come il popolo di Giuda si allontanò dai comandi di Dio, anche noi possiamo allontanarci, permettendo al nostro orgoglio e alla nostra testardaggine di allontanarci da Lui.
Passiamo ora alla storia del Vangelo di Giovanni, che cattura in modo toccante l'essenza del nostro rapporto con Gesù attraverso le interazioni tra Marta, Maria e Lazzaro. Di fronte alla morte del fratello Lazzaro, Marta e Maria reagiscono in modi molto diversi. Marta si precipita incontro a Gesù, una donna d'azione che lo affronta con il suo dolore e un accenno alla sua fede: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto". Esprime delusione, ma anche un'incrollabile fiducia nel Suo potere. Nel suo dialogo con Gesù, dichiara la sua fede nella risurrezione, sfociando in una delle più profonde affermazioni di fede del Vangelo: "Sì, Signore. Sono giunta a credere che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio".
Maria, invece, rimane a casa, avvolta nel suo dolore. Nel suo essere, incarna l'aspetto contemplativo della fede. Quando finalmente Gesù si avvicina, ella cade ai suoi piedi, esprimendo il suo dolore con un'emozione non celata. La risposta di Maria cattura il cuore della nostra esperienza umana: il dolore della perdita, il desiderio della presenza divina e la vulnerabilità che deriva dalla vera fede.
Entrambe le sorelle, a modo loro, rivelano dimensioni diverse dello stesso impegno verso il Signore. La fede di Marta si manifesta nell'azione e nel dialogo, mentre quella di Maria si manifesta nella contemplazione profonda e nel legame. Entrambe le strade le portano a Gesù, fonte di speranza e di vita.
Rappresentando Maria come Maria Maddalena, vediamo ulteriormente come le lotte terrene e l'amore divino si intersecano. La vita di Maria Maddalena è stata segnata da una profonda rottura e da una restaurazione. La donna da cui Gesù scaccia sette demoni è un'immagine potente della trasformazione attraverso Cristo. Come il perizoma, era stata nascosta, macchiata dal suo passato, ma attraverso l'incontro con Gesù, emerge rinnovata e capace di amare, diventando una fedele testimone della risurrezione. È la prima a incontrare il Signore risorto, incaricata di condividere la notizia più grande di tutte.
Oggi riflettiamo sul modo in cui noi, come Marta e Maria, possiamo rispondere nei nostri momenti di dolore, incertezza e dubbio. Cristo ci invita a una relazione non limitata alla nostra comprensione del successo e del progresso. Ci invita a portare a Lui tutto noi stessi, le nostre azioni, i nostri dolori, la nostra fiducia.
Mentre commemoriamo i santi Marta, Maria e Lazzaro, ricordiamo che l'essenza della fede è un'interazione dinamica tra fede e relazione. Possiamo sforzarci di essere devoti come Marta, affermando la nostra fede attraverso le nostre azioni, e contemplativi come Maria, abbandonando il nostro cuore a Cristo nei momenti di dolore.
Aggrappiamoci al Signore come Lui desidera che ci aggrappiamo a Lui, uscendo dalle nostre prove rinnovati e trasformati. E prendiamo a cuore il messaggio di speranza che Gesù ci dà: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me non morirà mai".
Che tutti noi possiamo crescere nella fede, nella speranza e nell'amore, cercando di emulare la vita di questi santi. Amen.
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