Cari amici, oggi abbiamo la meravigliosa opportunità di riflettere sui profondi insegnamenti contenuti nelle nostre letture della Scrittura e di onorare la vita di San Pietro Claver, il cui esempio illustra i valori che siamo chiamati a vivere come cristiani.
Nella prima lettura, tratta da 1 Corinzi, San Paolo affronta la comunità su una situazione allarmante: un caso di immoralità che ha messo radici tra di loro. Le parole di Paolo non sono semplicemente correttive, ma profondamente pastorali. Egli invita la comunità a non rispondere con orgoglio, ma con dolore, un dolore che porta al pentimento. Paolo sottolinea l'importanza dell'integrità all'interno del corpo di Cristo e avverte che anche una piccola quantità di peccato, paragonata al lievito nella pasta, può mettere in pericolo l'intera comunità. Esorta i Corinzi a purificarsi abbracciando la sincerità e la verità, ancorate al sacrificio di Gesù, vero agnello pasquale.
Nel Vangelo di Luca, troviamo Gesù che sfida le rigide interpretazioni della legge dei farisei. Guarendo l'uomo con la mano inaridita, dimostra che la compassione e l'amore devono avere la precedenza sul legalismo e sulla tradizione. Gesù pone una domanda che trafigge i cuori dei presenti: È lecito fare del bene di sabato? Egli mette in discussione l'essenza stessa di ciò che significa essere giusti: agire in modi che portino vita e guarigione, invece di permettere alle leggi di diventare strumenti di morte e distruzione. Qui vediamo Gesù che rifiuta di permettere che il bisogno e la sofferenza dell'uomo siano messi in ombra da regole e norme che impediscono, anziché aiutare, a vivere lo spirito della legge che Dio aveva originariamente dato.
Entrambe le letture ci ricordano un tema centrale: la chiamata alla trasformazione attraverso l'amore e il pentimento, una trasformazione che San Pietro Claver ha vissuto appieno. Nato nel 1580 in Catalogna, in Spagna, Claver dedicò la sua vita a servire le comunità emarginate, in particolare gli africani schiavizzati, nella città portuale di Cartagena, in Colombia. È noto come “l'apostolo degli schiavi”. Con enorme coraggio, Claver accoglieva le navi in arrivo dall'Africa, offrendo conforto e cure agli uomini, alle donne e ai bambini schiavizzati, che spesso versavano in condizioni disastrose.
Il ministero di Claver era radicato nella compassione, riecheggiando la grazia che vediamo in Gesù. Dedicò la sua vita ad alleviare le sofferenze e a difendere la dignità di coloro che la società evitava. Claver vedeva il volto di Cristo in ogni individuo ridotto in schiavitù, proprio come Gesù affrontò i farisei portando la guarigione all'uomo con la mano avvizzita. Claver non chiuse gli occhi di fronte alla sofferenza, ma abbracciò coloro che erano emarginati, offrendo loro l'amore e la speranza di Cristo.
Alla luce di queste letture e della vita di San Pietro Claver, siamo chiamati a riflettere sulle nostre azioni e sui nostri atteggiamenti nel mondo di oggi. Stiamo accogliendo la chiamata a vivere in sincerità e verità? Stiamo rispondendo con compassione a coloro che soffrono? Come Claver, siamo invitati a uscire dalla comodità e a entrare negli spazi in cui esiste il dolore, offrendo testimonianza dell'amore di Cristo.
Mentre ci riuniamo a questa mensa eucaristica, chiediamoci: Quale “lievito” di cattiveria e malvagità dobbiamo eliminare dalla nostra vita? Come possiamo tendere meglio le nostre mani per guarire e restaurare coloro che sono distrutti, proprio come ha fatto Cristo? Possiamo sforzarci di incarnare lo spirito di San Pietro Claver, essendo strumenti dell'amore, della giustizia e della misericordia di Dio.
Attraverso il nostro impegno a vivere il Vangelo e a onorare Cristo in ogni persona, possiamo contribuire a un mondo trasformato dall'insondabile grazia di Dio.
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