Amati fratelli e sorelle in Cristo, nelle letture di oggi ci vengono presentati due messaggi profondi, uno dalla lettera di San Paolo ai Galati e l'altro dal Vangelo di Luca. Entrambi ci invitano a riflettere sulla natura della nostra fede e su come rispondiamo al dono della libertà che Cristo ci offre.
San Paolo parla dei due figli di Abramo, uno nato da una schiava, Agar, e l'altro nato da una donna libera, Sara. Paolo usa questa allegoria per illustrare la differenza tra la vecchia alleanza, che porta alla schiavitù, e la nuova alleanza stabilita attraverso Cristo, che porta la libertà. Egli afferma con passione: “Per la libertà Cristo ci ha liberati; perciò state saldi e non sottomettetevi di nuovo al giogo della schiavitù”. Qui Paolo ci invita ad abbracciare la nostra identità di figli della libertà, liberati dalle costrizioni del peccato e della legge che ci portano alla schiavitù spirituale.
È essenziale per noi cogliere la profondità del messaggio di Paolo. Egli contrappone due strade: una di realizzazione terrena e temporanea che conduce alla morte spirituale, e l'altra, che può essere irta di sfide, ma che conduce alla vita eterna e alla gioia nella famiglia di Dio. Come figli della donna libera, è attraverso la fede in Gesù Cristo che troviamo la nostra vera identità e libertà.
Nel Vangelo, vediamo come Gesù si rivolge a una folla che chiede a gran voce segni e prodigi. Egli osserva che questa generazione è malvagia perché i loro cuori sono chiusi alla verità che hanno davanti. Richiama la loro attenzione sul pentimento dei Niniviti in risposta alla predicazione di Giona, un semplice mortale che portò un messaggio dell'ira di Dio che portò a un grande cambiamento, nel cuore e nella mente, che alla fine si tradusse in una condotta migliore. Eppure qui c'è Gesù, l'incarnazione stessa della saggezza e della grazia divine, e ancora chiedono altri segni - questa esitazione ad abbracciare il pentimento e la metanoia - un cambiamento nel cuore e nelle vie.
Ciò che unisce queste due letture è il tema del riconoscimento dell'opera di Dio nella nostra vita e della risposta con fede. Paolo enfatizza la libertà attraverso la fede, mentre Gesù sfida i suoi ascoltatori a rispondere alla sua presenza e al suo messaggio senza cercare ulteriori prove - cioè, di quali prove avete bisogno quando l'invito è verso la bontà e la giustizia? I Niniviti hanno riconosciuto il loro bisogno di Dio attraverso la predicazione di Giona e il loro pentimento è una testimonianza della loro fede e della loro umiltà nell'accettare la chiamata di Dio. Allo stesso modo, la “regina del sud” cercò la saggezza e la trovò; riconobbe qualcosa di più grande di lei e rispose.
Questo ci porta a considerare la nostra vita. Come i Galati, rischiamo di sottometterci nuovamente al giogo delle vecchie abitudini che ci legano? Come la folla del Vangelo di Luca, chiediamo segni, più intrattenimento, piuttosto che impegnarci nell'opera di santificazione della nostra anima? La sfida è aprire i nostri cuori alla libertà che Cristo ci offre e riconoscerlo nella nostra vita quotidiana. San Francesco ha percepito questa chiamata alla libertà e l'ha colta al volo. Letteralmente, si spogliò del mondo dell'ossessione e del possesso carnale e iniziò a cercare prima il regno di Dio. Così facendo, il suo cuore diventava sempre più libero ogni giorno che passava.
Preghiamo per avere la grazia di riconoscere la nostra libertà in Cristo e di permettergli di operare in noi affinché la nostra libertà sia sicura e coerente. Nostro Signore ci ha avvertito: “Chiunque commette il peccato, è schiavo del peccato”. Ogni tanto ci lasciamo gettare in una prigione spirituale, emotiva e psicologica attraverso i peccati che commettiamo. Evitiamo il peccato per essere veramente liberi.
Maria, Madre dei liberi, prega per noi che ricorriamo a te come tuoi figli. Amen.
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