Lunedì - 30a Settimana del Tempo Ordinario B - Festa dei Santi Simone e Giuda, Apostoli

Published on 27 October 2024 at 13:00

Le Scritture che ascoltiamo oggi, tratte dalla lettera agli Efesini e dal Vangelo di Luca, ci forniscono un quadro di riferimento per apprezzare il significato dei due apostoli, i santi Simone e Giuda, di cui celebriamo la festa il 28 ottobre.

In Efesini, San Paolo ci ricorda che come credenti non siamo più stranieri e soggiornanti. Siamo invece concittadini dei santi, membri della casa di Dio, edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, con Cristo Gesù stesso come pietra angolare. Non apparteniamo più al mondo, ma a Dio. Questa immagine evoca un senso di appartenenza e di comunità, di essere intessuti nel tessuto del piano divino di Dio.

Chi erano dunque Simone e Giuda? Simone, noto come lo Zelota, era probabilmente un membro di un gruppo deciso a resistere all'occupazione romana. Il suo zelo per la libertà del suo popolo suggerisce una passione per la giustizia e un profondo impegno verso l'alleanza di Dio. Se solo potessimo avere lo stesso zelo nell'essere fedeli a Dio, giusto?

Tuttavia, quando Simone seguì Gesù, si addentrò ancora di più nella vita della virtù, trasformando quello zelo in una passione per il regno di Dio che Gesù predicava, concentrando le sue energie non sulla ribellione ma sulla costruzione della fede. Cominciò a capire che il regno di Dio non arriva a noi attraverso un impero che si vede, ma piuttosto è il dominio e la presenza di Dio dentro di noi. In un mondo che spesso ci mette gli uni contro gli altri, Simone ci ricorda che possiamo imparare a riorientare il nostro zelo verso l'amore e la riconciliazione, estendendo il regno di Dio attraverso le nostre azioni e relazioni. Così, il romano non è più un nemico, ma una persona da amare. Questo è ciò che ha messo in crisi anche un San Giovanni Battista. Quando vide che Gesù abbracciava persino i romani, con amore, dovette fermarsi e chiedersi se Gesù fosse davvero il tanto atteso. Nella loro mente, il Messia doveva liberarli dal giogo oppressivo o dalla dominazione romana, ma le vie di Dio non sono le nostre vie. Noi vogliamo l'annientamento dei nostri nemici. Dio vuole la loro trasformazione. Due approcci molto diversi al problema del male insito nella natura umana. Ciò non significa, tuttavia, che non ci sforziamo di migliorare la nostra società, di attuare la giustizia sociale e di lottare per le giuste cause che stanno a cuore a Dio.

E quindi permettetemi di dire ai miei fratelli e sorelle cattolici che stanno ascoltando e che si stanno preparando per il nuovo presidente la prossima settimana negli Stati Uniti, e anche al di là degli Stati Uniti, che sia il Canada, la Russia, il Regno Unito, l'Australia... ovunque siate chiamati al sacro dovere di votare, ricordate... il democratico o il repubblicano, il blu o il rosso, il nazionalista o il sostenitore del partito laburista in fondo alla strada, chiunque esso sia, non è il vostro nemico che pregate Dio di annientare, ma piuttosto qualcuno da amare, perché il regno di Dio non è di questo mondo. Votate secondo coscienza, ricordando che in ogni cosa e in ogni momento dobbiamo amarci gli uni gli altri come Cristo ci ha amati, perché i regni di questo mondo vanno e vengono. Gli imperi durano solo centinaia di anni. Il Regno di Dio è eterno... non ha fine. Votate la vostra coscienza, mettendo sempre al primo posto la santità della vita, perché tutti gli altri diritti non hanno senso se prima non permettiamo a un essere umano di nascere.

Assicuratevi quindi che la vostra coscienza sia ben formata secondo l'insegnamento della Chiesa. Gli Apostoli hanno diffuso in tutto il mondo il Vangelo della Vita, e non la cultura della morte, e noi dobbiamo fare altrettanto se vogliamo essere cittadini del cielo.

Per quanto riguarda le nostre priorità in materia di giustizia sociale, non faccio altro che ribadire l'insegnamento del Magistero della Chiesa, perché nell'esortazione apostolica post-sinodale “Christifideles Laici” di Sua Santità Giovanni Paolo II del 1998, che trattava della vocazione e della missione dei fedeli laici nel mondo, troviamo questa importantissima linea guida per mettere in ordine le nostre priorità se vogliamo avere una coscienza corretta. Dice così: “Ora l'inviolabilità della persona, riflesso dell'assoluta inviolabilità di Dio stesso, trova la sua prima e fondamentale espressione nell'inviolabilità della vita umana. E' del tutto falso e illusorio il comune discorso, che peraltro giustamente viene fatto, sui diritti umani _ come ad esempio sul diritto alla salute, alla casa, al lavoro, alla famiglia e alla cultura _ se non si difende con la massima risolutezza il diritto alla vita, quale diritto primo e fontale, condizione per tutti gli altri diritti della persona.” (art. 38). Votate la vostra coscienza, ma assicuratevi che sia una coscienza ben formata. Mentre estendiamo la misericordia e la compassione a tutti, l'insegnamento cattolico è molto chiaro sull'aborto e può essere letto a piacere nel Catechismo della Chiesa Cattolica, dagli articoli 2270-2275.

Il mio cuore va a tutte le madri e i padri che hanno concepito un bambino che considerano problematico, o una sorta di “intruso”, soprattutto quando si tratta di stupro o incesto. Tuttavia, dobbiamo vedere in quella vita interiore un essere umano indifeso e vulnerabile, proprio come forse vi siete trovati voi stessi al momento del concepimento del bambino. Ancora una volta, San Giovanni Paolo II vi inviterà a considerare questo aspetto nel 19° articolo dell'Evangelium Vitae: “Se è vero che talvolta la soppressione della vita nascente o terminale si colora anche di un malinteso senso di altruismo e di umana pietà, non si può negare che una tale cultura di morte, nel suo insieme, tradisce una concezione della libertà del tutto individualistica che finisce per essere la libertà dei «più forti» contro i deboli destinati a soccombere.” Quella piccola vita dentro di voi implorerebbe di poter nascere, eppure non ha voce, ma solo la voce di Dio dentro di voi. Sii forte, sorella, fratello. Fai la cosa giusta e Dio ti benedirà infinitamente per questo.

Se volete la giustizia sociale, cominciate dal primo diritto, il più fondamentale, senza il quale nessuno degli altri ha senso. Ok, tutto questo è nato da Simone e dal suo zelo per la giustizia sociale che si è trasformato in uno zelo per tutto ciò che è santo e che aiuta a costruire la propria fede in Dio per difendere tutte le cose sacre. Vedete? A volte posso partire per la tangente, ma credo che sia davvero pertinente al nostro tema di oggi. E ora veniamo a Giuda.

Giuda, a volte chiamato Taddeo o Giuda, figlio di Giacomo, come tutti gli altri apostoli e come noi, ha dovuto superare la sua mancanza di conoscenza e continuare a confidare in Gesù. Nel Vangelo di Giovanni, vediamo un momento in cui egli interroga in modo singolare Gesù durante l'Ultima Cena, chiedendo perché Gesù si sarebbe rivelato ai discepoli e non al mondo (Giovanni 14:22). La domanda di Giuda riflette un profondo desiderio di chiarezza e di connessione, e ci ricorda che anche noi, nel nostro cammino spirituale, possiamo essere alle prese con dubbi e cercare di capire. Eppure, egli rimase fermo, dimostrando una fede silenziosa e potente che parla di essere presenti anche quando non abbiamo tutte le risposte.

Questi uomini, con le loro storie e personalità uniche, ci ricordano che il nostro cammino di cristiani non consiste nell'avere tutte le risposte, ma nello stringere un rapporto più stretto con Gesù Cristo. Sono stati scelti da Lui tra i suoi discepoli, riflettendo il suo desiderio di costruire la sua Chiesa su vite umili e devote.

Nel Vangelo di oggi, sentiamo Gesù salire sul monte a pregare prima di nominare i Dodici Apostoli. Questo momento sottolinea l'importanza della preghiera nel discernimento e nel processo decisionale. La nostra vita spirituale non può fiorire senza la preghiera, così come la Chiesa primitiva e i suoi leader facevano affidamento su di essa. Simone e Giuda, insieme agli altri apostoli, si sono dedicati alla preghiera, alla predicazione, a formare la comunità dei credenti in pellegrini della fede timorati di Dio e alla ricerca della virtù nel mondo.

Come Simone e Giuda, anche noi siamo stati chiamati a questa grande avventura. Dio vuole fare in noi, e attraverso di noi, cose straordinarie per il suo regno. Se restiamo vicini a lui, come hanno fatto questi due, i frutti dello spirito sgorgheranno dalla nostra vita come l'acqua che irriga un campo. Quel campo è il mondo che ci circonda, e oh come Gesù desidera che continuiamo a lavorare nella sua vigna, nell'amore, nella compassione, nell'unità e nella libertà dei figli e delle figlie di Dio, liberi dal peccato e non condizionati dalle occupazioni terrene. A Simone e Giuda fu mostrato che erano stati creati per qualcosa di più di questo mondo... che erano nel mondo, ma non del mondo e Dio desidera mostrare a ciascuno di noi la stessa cosa.

Fratello e sorella, siete stati scelti. Ora andate in quel campo e lavorate per la sua gloria, e sappiate sempre che la Regina del Cielo vi accompagna, così come il glorioso angelo che Dio ha dato per proteggervi nel vostro viaggio, e tutti gli angeli e i santi, e possiate essere sempre benedetti, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.


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