Lunedì - 32a Settimana del Tempo Ordinario B - Memoria di San Martino di Tours, Vescovo

Published on 10 November 2024 at 13:00

Cari fratelli e sorelle, il Signore vi dia pace. Oggi celebriamo la bella memoria di San Martino di Tours, nato nell'attuale Ungheria nel 316, ma la cui vita continua a ispirare ancora oggi innumerevoli cristiani in tutto il mondo, poiché la sua compassione per i poveri era emblematica del suo impegno per il messaggio evangelico di nostro Signore.

Una delle grandi storie su Martino, che rivela la sua vicinanza alla spiritualità di San Francesco d'Assisi e la sua attenzione e preoccupazione per gli altri, è quella che racconta come un giorno, da giovane soldato, incontrò un mendicante che tremava per il freddo. Martino prese il suo mantello militare e mosso da compassione lo tagliò a metà per dare completamente calore allo straniero in difficoltà. Quella notte ebbe una visione di Cristo che indossava il mezzo mantello, confermando la gioia di Dio per l'atto di gentilezza e compassione di Martino. Questo ci ricorda ciò che accadde in seguito nella vita di San Francesco per portare alla sua conversione.

San Bonaventura scrive: “Dio fece cadere Francesco nella malattia, per preparare la sua anima a ricevere lo Spirito Santo”. Quando Francesco si riprese, incontrò un cavaliere di nobili natali, ma povero: Francesco si tolse i propri abiti pregiati e li donò al cavaliere. Quella notte, in sogno, Dio mostrò a Francesco la visione di un palazzo pieno di armature, e a Francesco fu detto che questo era per lui e per i suoi cavalieri. Il mattino seguente Francesco rifletté sul sogno e credette di essere destinato a ottenere grandi successi in battaglia come cavaliere, e così partì per arruolarsi come soldato. Tuttavia, il Signore lo chiamò in sogno dicendogli di tornare nella sua città.

Nel sogno Dio gli chiede: “Chi è meglio servire, il Signore o il servo?”. Francesco rispose: “Il Signore, naturalmente”. Dio rispose: “Allora perché obbedisci al servo e non al Signore?”. Il padre di Francesco, che in seguito lo avrebbe rinnegato, si infuriò quando il figlio tornò senza quell'armatura, la migliore che il denaro potesse comprare. Questo segnò l'inizio del nuovo corso della vita di Francesco, che avrebbe lasciato tutto per servire il Signore, anziché il servo. Gesù iniziò a mostrargli che la vera grandezza consisteva nel cercare, vivere e compiere la volontà di Dio nella nostra vita.

Questi potenti incontri di entrambi i santi sono un esempio del legame inestricabile tra fede e azione nel raggiungere il nostro prossimo, specialmente i poveri. Martin sarebbe poi diventato vescovo, ma anche in questa alta carica ha incarnato l'umiltà e l'impegno costante verso i vulnerabili. La sua vita ci sfida a riconsiderare le nostre interazioni con i meno fortunati. Come reagiamo quando vediamo qualcuno nel bisogno? Siamo pronti a offrire assistenza o chiudiamo gli occhi?

Nella nostra prima lettura, tratta dalla lettera a Tito, Paolo sottolinea l'importanza di qualità come l'ospitalità, la bontà e l'autocontrollo nella guida della Chiesa, e in particolare in coloro che sono chiamati a svolgere il ruolo di vescovi. Tuttavia, queste virtù non sono riservate solo ai vescovi o ai sacerdoti, ma sono essenziali per ognuno di noi che dichiara di seguire Cristo.

Nel Vangelo di oggi, Gesù ci ricorda che “le cose che causano il peccato accadono inevitabilmente, ma guai a colui attraverso il quale accadono. Sarebbe meglio per lui che gli venisse messa al collo una macina da mulino e fosse gettato in mare, piuttosto che far peccare uno di questi piccoli. State in guardia!”. Quindi non si tratta solo di peccare, ma anche di essere causa di peccato negli altri. Per questo motivo dobbiamo stare attenti a come ci vestiamo, parliamo, ci comportiamo, e porre veramente l'accento e lo sforzo sulla vita virtuosa. Nulla di tutto ciò è però possibile, né lo è stato per i santi Martino e Francesco, senza la fede. Il Vangelo di oggi termina con gli apostoli che chiedono al Signore più fede, una preghiera che dovrebbe essere più spesso sulle nostre labbra, perché senza fede, come ci insegna San Paolo, è impossibile piacere a Dio. 

La fede ci darà l'audacia e il coraggio di confidare maggiormente in Dio e di aggrapparci meno alle nostre capacità. La fede permetterà a Lui di aumentare e a noi di diminuire, nel senso che ci aiuterà a diventare più umili. La fede ci aiuterà a tendere la mano a chi è stato spezzato e al mondo che ci circonda, invece di rivolgere continuamente lo sguardo verso l'interno.

Che il Signore continui a benedirvi mentre cercate di scoprire e vivere la volontà di Dio nella vostra vita. San Martino e San Francesco, pregate per noi e aiutateci a diventare persone sempre più fiduciose in Dio. Amen. 


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