Cari fratelli e sorelle in Cristo, nella Santa Messa di questo lunedì siamo invitati ad approfondire il libro dell'Apocalisse, un testo che spesso può sembrare scoraggiante, misterioso o addirittura intimidatorio. Tuttavia, mentre ci avviciniamo a questo scritto apocalittico, ricordiamoci che è fondamentalmente una rivelazione di Gesù Cristo. I versetti iniziali dell'Apocalisse ci ricordano che questo libro non è una semplice profezia criptica, ma un messaggio di Dio, dato ai suoi servitori per svelare ciò che deve avvenire presto e ciò che si stava già svolgendo nella Chiesa primitiva. Questa rivelazione è radicata nella vita, nella morte e nella risurrezione di Gesù e deve essere sempre vista alla luce della sua incarnazione e della redenzione che ha ottenuto per noi.
Nella prima lettura dell'Apocalisse incontriamo la figura di Giovanni, che è benedetto perché testimonia fedelmente la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo. Dobbiamo sempre tenere presente che San Giovanni, il “discepolo amato”, è sempre stato presentato come il modello di un “contemplativo” e quindi molto vicino al cuore di Gesù attraverso la preghiera. Egli fu in grado di riconoscere più volte Gesù, mentre gli altri non lo riconobbero. Sia prima che dopo la risurrezione, Giovanni è colui che “vede chiaro” e quindi viene presentato come un discepolo modello da imitare per il cristiano. In realtà, egli rappresenta ognuno di noi, perché sotto la croce, in Giovanni, siamo tutti riuniti, e tutti abbiamo ricevuto il meraviglioso dono di Maria come nostra Madre per procura, mentre Giovanni faceva le nostre veci. In questa lettura, lo vediamo rivolgersi alle sette chiese dell'Asia con un misto di grazia e pace, ricordando in modo toccante che Gesù, che “è, che era e che verrà”, è intimamente coinvolto nella vita della Chiesa. Egli cammina tra i lampioni, che simboleggiano le chiese, affermando le loro buone opere e chiamandole al contempo al pentimento quando si allontanano dal loro primo amore.
Questa chiamata a ricordare il primo amore risuona profondamente con noi. Spesso iniziamo il nostro cammino di fede con passione, con il desiderio ardente di conoscere e servire Dio. Tuttavia, con il tempo, le lotte della vita, le distrazioni e le prove possono far sì che quel fuoco iniziale si affievolisca. Gesù, parlando attraverso Giovanni, esorta la Chiesa di Efeso - e noi - a rendersi conto di quanto siamo caduti in basso e a tornare a quelle opere che derivano da un cuore puro e pieno di amore che avevamo abbracciato in origine. Ci invita a esaminare la nostra fede: Stiamo servendo per obbligo o per amore? Siamo ferventi nella preghiera o ci siamo lasciati andare all'autocompiacimento?
Nel brano del Vangelo di Luca, vediamo la storia del cieco che chiama Gesù con coraggio, rischiando il rimprovero della folla. Il suo grido insistente: “Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!” è una testimonianza della sua fede. In contrasto con i cupi avvertimenti che si trovano nell'Apocalisse, questa scena offre un assaggio della compassione e della potenza di Gesù. La sua domanda al cieco: “Che cosa vuoi che io faccia per te?” riecheggia nei secoli. È un invito a esprimere al Signore i nostri bisogni e desideri più profondi. La richiesta del cieco - vedere - simboleggia un desiderio di comprensione spirituale. Grazie alla sua fede, egli riceve non solo la vista fisica, ma anche il risveglio spirituale, che lo porta a seguire Gesù e a glorificare Dio.
Mentre riflettiamo su entrambi le letture, manteniamo i nostri cuori aperti alla chiamata di Dio. Stiamo permettendo alla Sua grazia di rinnovare le nostre anime stanche? Stiamo coltivando il nostro rapporto con Lui, assicurandoci che il nostro amore per Lui rimanga una forza vibrante nella nostra vita? Il Signore desidera restituirci la vista, aiutarci a vedere con chiarezza la strada da percorrere, ma come per San Giovanni così è per noi - la chiarezza può arrivare solo se restiamo vicini al Signore e poggiamo il capo sul suo Cuore amoroso.
In quel momento benedetto che è la Messa, impegniamoci a
ritornare a Dio, a pentirci dove abbiamo perso il nostro fervore e a cercare, come il cieco e San Giovanni, la vista spirituale che ci porta a seguire Gesù più da vicino. Che possiamo sempre cercare la grazia di riconoscere Gesù in mezzo a noi, di rispondere alle sue domande con fede e di proclamare la sua bontà, testimoniando il miracolo del suo amore e della sua redenzione e che ci dia la grazia di perseverare e di accompagnarlo spesso ai piedi della croce.
Che la grazia e la pace di Dio siano con tutti voi questo lunedì. Amen.ritornare a Dio, a pentirci dove abbiamo perso il nostro fervore e a cercare, come il cieco e San Giovanni, la vista spirituale che ci porta a seguire Gesù più da vicino. Che possiamo sempre cercare la grazia di riconoscere Gesù in mezzo a noi, di rispondere alle sue domande con fede e di proclamare la sua bontà, testimoniando il miracolo del suo amore e della sua redenzione e che ci dia la grazia di perseverare e di accompagnarlo spesso ai piedi della croce.
Che la grazia e la pace di Dio siano con tutti voi questo lunedì. Amen.
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