San Carlo Lwanga (1860-1887) fu un giovane martire africano ucciso durante la persecuzione dei cristiani in Uganda dal re Mwanga II. Charles era un paggio della corte reale ed era noto per la sua gentilezza, umiltà e devozione alla fede. Fu martirizzato insieme a 21 compagni, tra cui 20 giovani che furono bruciati sul rogo o decapitati per aver rifiutato di rinunciare alla loro fede. San Carlo e i suoi fratelli furono brutalmente giustiziati per non aver rinunciato alla loro fede e aver ceduto al peccato maligno e spregevole dell'impurità innaturale. Il re, ingannato e ispirato da Satana per cercare di costringere questi bambini e giovani uomini a sottomettersi ai suoi decreti lussuriosi, pensava di essere onnipotente, che nessuno avrebbe potuto resistergli, e poco sapeva di essere solo una pedina nelle mani raccapriccianti del maestro ingannatore.
Il loro martirio fu una potente testimonianza della fede e di come Dio dia ai suoi figli la forza di resistere anche ai peccati più presuntuosi dell'orgoglio dei loro oppressori, rendendoli guerrieri del coraggio e della purezza e di tutto ciò che è santo e buono, tanto da essere considerati uno degli esempi più significativi di martirio cristiano nel XX secolo. Sono stati canonizzati come santi nel 1964.
Nella prima lettura, San Pietro scrive per incoraggiare i suoi lettori a crescere nella fede aggiungendovi la virtù, la conoscenza alla virtù, l'autocontrollo alla conoscenza e così via. Egli sottolinea che Dio ci ha dato tutto ciò di cui abbiamo bisogno per la vita e la pietà attraverso la conoscenza di Dio, ma che questa conoscenza non avrà grande valore se non si tradurrà in una vita virtuosa. Ci ricorda che la nostra fede non consiste solo nel credere a certe verità, ma anche nel viverle nella nostra vita quotidiana, soprattutto quando le cose si fanno difficili, come è successo a San Carlo e ai suoi compagni di guerra nella fede, che hanno scelto la morte, piuttosto che offendere il Dio della bontà che è, e che sapevano essere "il nostro Padre nei cieli", attraverso concupiscenze innaturali ispirate dal suo nemico.
Oggi sappiamo, ad esempio attraverso i nostri esorcisti, come Satana e i demoni da lui comandati abbiano assalito la Chiesa, i figli e le figlie di Dio, con questo ripugnante peccato e come lo abbia fatto diventare scandalosamente dilagante anche tra il nostro clero. Infatti, quale modo migliore per far sì che i figli di Dio rinuncino a lui e smettano di desiderare la sua parola vivificante, rinunciando a ricevere il tesoro più grande di tutti i tesori nell'Eucaristia, ricevendo il suo prezioso Corpo e Sangue, se non scandalizzando questi piccoli attraverso il clero? Non fraintendetemi, questa è stata una guerra totale, fin dall'inizio dei tempi, contro Dio, da parte di un angelo misterioso che bramava ciò che non gli spettava, e nemmeno desiderava, e che ora sta intensificando i suoi sforzi sapendo che il suo tempo continua a scorrere. Pensateci. Se Satana volesse attaccare la Chiesa, non sarebbe questa la sua strategia più perfetta? E così i suoi tirapiedi e i suoi abbonati, allettati dal fascino del comunismo e della massoneria, hanno tramato in questo modo. È storicamente accertato e documentato con precisione che il padre dell'inganno in persona si sia ispirato per entrare nella Chiesa, far crescere il proprio numero, adescare i propri adepti, permettere loro di commettere peccati atroci e tenerli nascosti intenzionalmente fino al momento perfetto: il momento designato in cui lo scoppio di questa bomba nucleare spirituale e diabolica, attraverso la sua rivelazione, avrebbe scandalizzato a tal punto i fedeli e li avrebbe indotti ad abbandonare la propria fede in Dio, che la Chiesa sarebbe stata, nella loro mente, sconfitta.
Ma dimenticano San Michele. Dimenticano la Regina degli Angeli e dei Martiri. Dimenticano l'amore dei Martiri, che hanno un potere più grande di qualsiasi male che anche il più potente degli angeli caduti può esercitare. Niente potrà mai superare l'onnipotenza dell'amore di Dio.
Nel Vangelo di oggi, Gesù racconta la parabola degli affittuari malvagi, che si rifiutano di pagare l'affitto al loro proprietario, un nobile. Quando il nobile manda i suoi servi a riscuotere l'affitto, questi vengono picchiati e maltrattati. Il brano si conclude con la dichiarazione di Gesù che "la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d'angolo" (Marco 12:10).
Questo brano è spesso visto come un commento sul rapporto tra Dio e l'umanità. I contadini malvagi rappresentano la ribellione dell'umanità contro Dio, mentre il nobile rappresenta la sovranità e la generosità di Dio. La parabola sottolinea l'importanza dell'obbedienza e del rispetto per l'autorità di Dio, ma ha anche sfumature di quella voce più sinistra che si cela sotto il processo decisionale di coloro che scelgono il male. Il riferimento alla pietra angolare è significativo, in quanto è una metafora di Gesù stesso, che fu rifiutato da molti sotto l'influenza del suo nemico immortale, Lucifero.
Riflettendo su questi passaggi, quindi, ci viene ricordata l'importanza di vivere una vita virtuosa, radicata nella nostra fede, per mettere in fuga questo nemico maligno. Come ci dice San Giacomo: "Resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi" 4,7.
Il martirio di San Carlo Lwanga e dei suoi compagni è un potente promemoria del costo del discepolato e dell'importanza di difendere la nostra fede di fronte alle avversità e agli attacchi diabolici.
Ma il Vangelo ci ricorda anche che la sovranità di Dio non è limitata dalla ribellione o dalla disobbedienza umana o angelica. Nonostante i nostri fallimenti e le nostre mancanze, Dio rimane fedele e generoso, offrendoci la salvezza attraverso Gesù Cristo.
Vorrei incoraggiare tutti voi a leggere la storia ispirata di questi meravigliosi martiri africani che hanno molto da insegnarci. Possiamo trarre ispirazione da loro per vivere la nostra fede con coraggio, convinzione e virtù, affinché il Signore ci dia la forza quando arriveranno i momenti di prova.
Nostra Signora, Regina dei Martiri, e i Santi Carlo e compagni martiri, pregate per noi. Amen.
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