Oggi arriviamo alla consegna del testimone da parte di Elia a Eliseo, il suo successore, che è sostanzialmente il punto di partenza della lettura di ieri. Questo passaggio di testimone avviene per ordine diretto di Dio Onnipotente e costituisce uno degli ultimi compiti di Elia come profeta di Dio per il suo popolo, Israele.
Arrivando dal monte dove aveva incontrato il Signore attraverso il "suono del silenzio" (o brezza leggera, in alcune traduzioni), si imbatte in Eliseo che ara dietro dodici buoi aggiogati a degli aratri. Eliseo stesso seguiva l'ultimo. Sembra che gli altri undici fossero guidati dai servi di Eliseo.
Eliseo si impegna con tutto il cuore nella sua nuova nomina a profeta e, sapendo che succederà a Elia, inizia a seguirlo. Diventa assistente di Elia come Giosuè lo era di Mosè.
La storia è quella di una chiamata trasmessa e generosamente accettata. È anche la celebrazione di una vita ben vissuta al servizio di Dio. Anche noi desideriamo essere benedetti con una vita così santa di servizio al Signore Dio Onnipotente, in qualsiasi vocazione ci abbia chiamato, ma sappiamo che questo servizio di tutto cuore non sarà facile, perché dovremo distaccarci e talvolta tagliare i ponti con relazioni che non sono compatibili con la chiamata che abbiamo ricevuto. Siamo disposti a lasciar perdere tutto, per amore del Regno dei Cieli, per amore del nostro Signore Gesù?
Eliseo macella i suoi buoi e usa la legna del giogo per accendere un fuoco su cui cuocere la carne e condividerla con i suoi collaboratori in segno di festa, ma anche come segno di un nuovo inizio per lui. I buoi e il giogo sarebbero stati i suoi unici mezzi di sostentamento nella sua vita precedente. E poi, dire addio alla sua famiglia (che probabilmente non ha mai più rivisto) e al suo stile di vita relativamente prospero, ci ricorda l'uomo che voleva dire addio alla sua famiglia prima di diventare discepolo di Gesù (vedere Luca 10:59). Gesù disse che, per un suo discepolo, anche questo doveva essere messo da parte. Come direbbe Pietro: "Guarda, abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito" (Marco 10:28).
Eliseo si spogliò di tutti i suoi averi precedenti e con i soli vestiti che aveva con sé, per fede, iniziò a seguire Elia. Questo è già gradito al Signore, che ora servirà in un ruolo più importante di quello che aveva allora.
Potremmo chiederci a cosa ci aggrappiamo ancora nella nostra sequela di Gesù? Quali sono le cose che avremmo più difficoltà a lasciare andare se ci venisse chiesto? Qual è il livello del nostro impegno nel seguire Gesù in questo momento? Molti di noi fanno promesse e giuramenti, ma nel Vangelo di oggi Gesù ci ricorda di far valere semplicemente i nostri sì e i nostri no. Gesù ci chiama alla convinzione e a un discepolato radicale. Saremo radicali per Gesù? Quanto siamo disposti a essere generosi con il Signore per favorire il suo Regno? Chiediamo allo Spirito Santo di continuare a rafforzarci nelle nostre vocazioni particolari, perché con lui alla guida non potremo mai essere sviati. Maria, Regina di ogni vocazione di Dio, prega per noi che ricorriamo a te. Amen.
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