Sabato - 13ª Settimana del Tempo Ordinario B

Published on 5 July 2024 at 13:02

Cari fratelli e sorelle, le letture di oggi ci parlano di restaurazione, di rinnovamento e dell'importanza di accogliere il cambiamento. Il profeta Amos ci ricorda che Dio è un Dio di restaurazione, che ricostruirà e rivitalizzerà il suo popolo Israele, ripristinando le sue fortune e riportandolo in patria. Questo è un potente promemoria del fatto che Dio è sempre all'opera, anche nei momenti più bui, cercando di portare vita e speranza al suo popolo.

Mentre riflettiamo su questa lettura, mi viene in mente la vita del nostro fondatore, San Francesco d'Assisi, che ha incarnato questo spirito di restauro e rinnovamento. Francesco, un giovane di famiglia benestante, rinunciò alla sua eredità e dedicò la sua vita a seguire Cristo. Vide le rotture che lo circondavano e un mondo bisognoso di guarigione, e rispose con compassione e amore. Ricostruì vecchie chiese abbandonate, curò i lebbrosi e predicò agli animali. Una di queste chiese era dedicata a San Damiano e, dopo essere entrato e inginocchiato in preghiera, sentì la voce del Signore dal Crocifisso che gli diceva: "Francesco, come vedi, la mia chiesa sta andando in rovina. Vai e ricostruiscila". Non sapeva che il Signore intendeva la Chiesa universale e non solo quella .

piccola cappella che si stava deteriorando sotto i suoi occhi. A questa assenza del Signore, non da parte sua, ma da parte di coloro che sono stati chiamati a essere la sua presenza nel mondo, si può rimediare o rispondere solo con la penitenza e, come sappiamo, Francesco era un grande sostenitore di questa istruzione del Signore: digiunare e pregare.

Nella lettura del Vangelo, Gesù ci dice che quando lo sposo sarà portato via, allora digiuneremo. Ma perché dobbiamo digiunare? Perché la presenza dello sposo è ciò che dà senso e scopo alla nostra vita e, rinunciando alle comodità materiali, impariamo a dipendere maggiormente dalla provvidenza che viene dall'alto. Senza di lui, ci sentiamo vuoti e spenti, anche se possediamo o guadagniamo il mondo intero. "Che giova a un uomo guadagnare il mondo intero, ma perdere la propria anima?". Francesco conosceva intimamente questa verità. Trascorse gran parte della sua vita tra gli allettamenti e il vuoto della ricchezza materiale, ma poi rispose alla grazia di Dio e iniziò a condurre una vita di preghiera e contemplazione, cercando la presenza di Dio nella sua vita quotidiana. Fu questa profonda connessione con Dio a dargli la forza e il coraggio di vivere una vita di obbedienza radicale, sì, ma anche una vita piena, felice e molto fruttuosa per la costruzione del Regno di Dio e di quella Chiesa che ai suoi tempi si stava sgretolando.

Ma cosa ha a che fare tutto questo con noi? Come possiamo applicare tutto questo alla nostra vita? La risposta sta nella nostra disponibilità a lasciare andare i nostri attaccamenti e desideri e a confidare maggiormente nell'amore e nella provvidenza di Dio. Spesso siamo come gli otri vecchi, aggrappati ai nostri vecchi modi e alle nostre vecchie abitudini, rifiutandoci di lasciare andare ciò che ci è familiare. Ma Gesù ci dice nel Vangelo di oggi che il vino nuovo richiede otri nuovi. Dobbiamo essere disposti a lasciare andare il nostro vecchio io e confidare nel piano di Dio per la nostra vita.

Questo può essere spaventoso, amici miei. Richiede fiducia e fede nel fatto che Dio sa cosa è meglio per noi. Ma quando ci lasciamo andare e ci abbandoniamo alla volontà di Dio, ci apriamo a una vita di vera libertà e gioia.

Mentre continuiamo il nostro cammino di fede, possiamo essere come Francesco, che vedeva il mondo rotto, ma sceglieva di rispondere con amore e compassione permettendo innanzitutto al Signore di riparare le rotture del suo cuore. Quante volte il Signore ci aspetta nel confessionale, per riparare i nostri cuori e ristorare i nostri spiriti?

 Che possiamo essere disposti a lasciare andare le nostre vecchie abitudini e confidare nel piano di Dio per la nostra vita. E che possiamo sempre ricordare che Dio è un Dio di restaurazione, che non annienta, ma trasforma in meglio, che alla fine renderà il meglio, in cielo... dove tutto è perfetto: niente più lacrime, niente più dolore, niente più morte. Sia lodato Gesù, ora e per sempre. Amen.


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