Nella prima lettura di oggi, tratta dal profeta Michea, siamo messi in guardia dalle conseguenze che derivano dal pianificare e vivere i nostri desideri malvagi. In teologia morale diremmo che questo è il contesto in cui si commettono i peccati mortali. Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC), un peccato mortale è una grave offesa alla legge di Dio commessa con piena consapevolezza e deliberato consenso.
Pertanto, l'azione deve essere oggettivamente grave, vale a dire che viola uno dei Dieci Comandamenti o un'altra norma morale fondamentale. Deve essere compiuta con piena consapevolezza, cioè la persona deve avere piena coscienza della gravità delle sue azioni e delle sue conseguenze. Infine, la persona deve scegliere di commettere l'atto liberamente e intenzionalmente, con una decisione consapevole e deliberata.
Il Catechismo specifica anche che un peccato mortale può essere commesso in vari modi, come ad esempio: direttamente, facendo qualcosa di sbagliato (ad esempio, mentendo, rubando, uccidendo); per omissione, non facendo ciò che è giusto (ad esempio, non aiutando qualcuno nel bisogno); per negligenza, non prestando una cura ragionevole per evitare un danno; per cooperazione formale con il male, partecipando o sostenendo qualcosa di malvagio.
Come sappiamo, non tutti i peccati sono mortali. I peccati veniali sono offese meno gravi che possono comunque danneggiare il nostro rapporto con Dio e con gli altri, ma non sono considerati mortali perché non comportano il rifiuto completo di una delle leggi di Dio.
Nella prima lettura di oggi, il profeta ci dice che coloro che bramano e si appropriano di ciò che appartiene ad altri saranno puniti e che la loro distruzione sarà completa. Il profeta avverte che il Signore ha intenzione di castigare questa razza per i suoi peccati. E ogni volta che sentiamo questa espressione nelle nostre letture, dobbiamo sempre tenerla nel contesto di un'altra cosa che ci viene detta sul castigo, cioè che il "Signore castiga quelli che ama". Quindi non odia le persone, le ama, e questo amore a volte richiede una sorta di punizione, in modo da riportare l'individuo alla ragione prima che sia troppo tardi. La stessa logica segue l'applicazione penale della scomunica nella Chiesa. Quando qualcuno viene scomunicato, non si tratta di cancellarlo o di cacciarlo dalla Chiesa in modo permanente, ma di un'azione terapeutica per guarire la ferita inflitta dal peccato commesso. Una persona viene resa consapevole della gravità del peccato, nella speranza che il pentimento la riporti in buona posizione all'interno della Chiesa.
Questa prima lettura serve a ricordare con forza che le nostre azioni hanno delle conseguenze. Quando scegliamo di agire con ingiustizia e oppressione, possiamo aspettarci di affrontare l'ira di Dio, l'ira di un Padre... un Padre eterno che desidera il bene supremo per ciascuno di noi: l'eternità con Lui. È un monito che dovrebbe farci fermare a riflettere sulla nostra vita e sul modo in cui trattiamo gli altri.
Al contrario, la lettura del Vangelo di Matteo ci parla di Gesù, osteggiato dai farisei che complottarono contro di lui per metterlo a morte. Ma Gesù non rispose alla loro violenza con la violenza. Al contrario, si ritirò da quel luogo e continuò a guarire e a insegnare a coloro che lo seguivano. Così facendo, incarna le qualità descritte nella profezia di Isaia: è il servo eletto e amato in cui il Padre trova tutta la sua gioia.
Come vorremmo emulare il nostro Signore ed essere persone gradite a Dio! Come desideriamo essere graditi ai suoi occhi, affinché egli ci guardi e sorrida e si compiaccia del nostro modo di comportarci. La preghiera fa questo. La fede fa questo. Come ci ha ricordato San Paolo: "Senza la fede è impossibile che l'uomo piaccia a Dio". Quindi, ogni volta che rivolgiamo il nostro cuore e la nostra mente a Lui, è già qualcosa che gli piace. Quando ci prendiamo del tempo e ci dirigiamo verso la Chiesa per trascorrere del tempo con il nostro Signore che risiede in tutti i tabernacoli del mondo, egli ci benedice. Ci guarisce. Ci conforta. È lì che ci aspetta sempre per andare a passare del tempo con lui, come una meravigliosa anticipazione dell'essere con lui per sempre nell'aldilà. Che la nostra carissima Madre, Maria, continui a intercedere per noi, affinché il Signore continui a mandarci il suo spirito e affinché possiamo sempre ricordare che è con noi e che ci ama. Amen.
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