Oggi ascoltiamo un potente messaggio del profeta Geremia e del suo e nostro Signore, Gesù, nel Vangelo. Entrambe le letture ci parlano dell'importanza di vivere una vita autentica abbracciando la parola di Dio.Geremia ci ricorda che non possiamo semplicemente affermare di adorare Dio pur continuando a peccare. Quando lo facciamo, inganniamo gli altri e noi stessi. Come direbbe Gesù, diventiamo come tombe, belle all'esterno, ma piene di corruzione all'interno.
Il Signore si lamentava, attraverso Geremia, del fatto che gli israeliti si fossero radunati ricordando: "Questo è il tempio del Signore!". ... mentre tuttavia non riuscirono a riformare le loro vie, non trattarono con giustizia il loro prossimo, oppressero lo straniero residente, l'orfano e la vedova, sparsero sangue innocente, seguirono strani dèi a loro danno, cosicché quello che avrebbe dovuto essere un bel promemoria ("questo è il tempio del Signore!") divenne solo parole ingannevoli e vuote. Il Signore, sperando di provocare un pentimento, chiede: "Questa casa che porta il mio nome è diventata ai vostri occhi un covo di ladri?". Sappiamo che il Signore usa la stessa espressione quando pulisce il tempio: "Sta scritto: "La mia casa sarà chiamata casa di preghiera", ma voi ne avete fatto un "covo di ladri"" Matteo 21:13.
Questo però è un promemoria per tutti noi. Andiamo spesso al tempio, alla casa del Signore, per incontrare il nostro Padre Eterno. Questo non è solo un bene, ma una grazia e una benedizione di Dio Onnipotente, perché lì riceviamo doni di vita eterna. La domanda è questa: In quale stato d'animo entriamo nelle nostre chiese per la Santa Messa? Anche noi dobbiamo riformare i nostri modi e le nostre azioni, trattando gli altri con gentilezza, giustizia e compassione. Lungi da noi l'idea di manipolare i vulnerabili, di versare sangue innocente o di simpatizzare con chi lo fa o vuole renderlo legale, di seguire falsi dei e di desiderare la ricchezza invece di un rapporto sano con Lui. L'amore per il denaro è la radice di tutti i mali. Se non cambiamo strada quando sappiamo di doverlo fare, rischiamo di perdere la presenza di Dio nella nostra vita.
Ora, alcuni di noi desiderano diventare santi, mentre ad altri non importa nulla.
Gesù ci racconta la parabola di un contadino che ha seminato del buon seme nel suo campo, solo per avere un nemico che semina erbacce tra il grano. Gli schiavi del contadino chiedono se devono estirpare le erbacce, ma il contadino consiglia loro di lasciarle crescere accanto al grano fino al momento del raccolto. Solo allora saranno separate e raccolte secondo la loro specie.
In questa parabola, Gesù ci insegna il Regno dei Cieli. Come il contadino lascia che il bene e il male crescano insieme fino al momento del raccolto, così anche noi viviamo in un mondo in cui il bene e il male coesistono. Ma come il contadino separa il grano dalla gramigna al momento del raccolto, così anche Dio separerà i giusti dagli ingiusti alla fine dei tempi. Se solo potessimo immaginare più chiaramente questo giorno, sceglieremmo sicuramente la strada migliore. Da qui l'importanza della preghiera e della meditazione, perché ci darà maggiore chiarezza sulla posta in gioco in questa battaglia che combattiamo quotidianamente.
Qual è uno dei più grandi doni e armi che il Signore ci ha dato nella nostra battaglia? La risposta sta nel rapporto con Maria, la nostra amata Madre. La giornata di oggi è dedicata al suo onore e faremmo bene a rivolgerci alla sua intercessione.
Maria ha vissuto una vita di devozione a Dio, confidando nella sua volontà e accettando il suo piano per la sua vita. Ci ha mostrato che, anche in mezzo all'oscurità e alla confusione, possiamo trovare pace e guida rivolgendoci a Dio.
Che anche noi, come Maria, possiamo cercare la guida e la saggezza di Dio nella nostra vita quotidiana. Che possiamo essere fedeli al piano di Dio per noi, anche quando sembra difficile o incerto.
Mentre riflettiamo su queste letture, ricordiamo che Dio è sempre con noi, guidandoci nel nostro viaggio verso la vita eterna. Possiamo confidare nella sua bontà, nella sua provvidenza e nella sua protezione, proprio come ha fatto Maria, e possiamo essere sempre sicuri della sua materna intercessione, perché è sua gioia cercare di aiutare ognuno di noi, i suoi figli. Amen.
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