Oggi ci riuniamo per riflettere su due letture forti che ci invitano ad abbracciare l'umiltà, il discernimento e un profondo senso di gratitudine nel nostro cammino cristiano. Nella prima lettura, tratta da 1 Corinzi, San Paolo affronta l'orgoglio e le divisioni tra i seguaci di Cristo, ricordando loro - e a noi - che le nostre distinzioni, qualunque esse siano, sono doni di Dio. Egli sfida i primi cristiani di Corinto dicendo: “Che cosa possedete che non abbiate ricevuto?”. Questa potente domanda non è solo retorica; ci invita a riflettere sulle benedizioni che abbiamo nella nostra vita.
In un'epoca in cui molti abbracciano una cultura di autopromozione e individualismo, è fondamentale per noi coltivare uno spirito di umiltà. Viviamo in un'epoca caratterizzata dai social media, dove la vanagloria viene immediatamente ricompensata con like e condivisioni. Molti individui - soprattutto i giovani - sono incoraggiati a proiettare un'immagine di successo, ricchezza e status. Questo può portare a un pericoloso senso di diritto e a una mancanza di apprezzamento per la comunità che ci circonda.
Considerando alcuni eventi attuali, ci rendiamo conto di come l'orgoglio possa infiltrarsi nei discorsi politici e sociali. Di recente, le discussioni sull'economia nazionale hanno messo in luce forti divisioni tra coloro che hanno prosperato in un sistema che, sebbene imperfetto, offre opportunità.
Mentre alcuni celebrano il loro successo, altri si trovano a fare i conti con la realtà dell'inflazione, della perdita del lavoro e dell'aumento del costo della vita. Queste discussioni possono portare al disprezzo e alla divisione piuttosto che all'unità e alla comprensione. San Paolo ci ricorda che le nostre distinzioni e i nostri successi non devono essere fonte di orgoglio, ma piuttosto motivi per tendere la mano a chi è in difficoltà, con empatia e servizio.
Nella seconda lettura, l'incontro tra Gesù e i farisei in occasione del sabato ci offre un'ulteriore visione della natura della vera osservanza della legge di Dio. Quando i farisei mettono in discussione le azioni di Gesù e dei suoi discepoli, Gesù mette in luce una profonda verità: la legge deve servire a un bene più grande, la compassione e la misericordia. Richiama l'esempio di Davide per ricordare loro che i bisogni umani devono sempre essere prioritari rispetto alla rigida osservanza delle regole.
Nel nostro contesto contemporaneo, assistiamo a discussioni su politiche che mirano a promuovere la carità e il benessere sociale: discussioni sull'accesso all'assistenza sanitaria, sulla sicurezza alimentare e sul sostegno alle popolazioni vulnerabili. Spesso queste discussioni possono diventare conflittuali, con individui che, da parti opposte, pongono l'accento sulla responsabilità personale o sul sostegno sistemico. Tuttavia, come cristiani, dobbiamo ricordare che il nostro obiettivo finale è agire con amore e compassione, caratteristiche che incarnano l'essenza stessa dell'insegnamento di Cristo. La legge esiste per sostenere la dignità umana, non per vincolarci in un rigido sistema di giudizio.San Paolo parla di sopportare le difficoltà e di essere visto come “la feccia della terra”. Egli ci dà l'esempio per affrontare le nostre sfide.
Ci esorta a rispondere al ridicolo con la benedizione e a sopportare la persecuzione con la grazia. In questo periodo di polarizzazione politica e di conflitti culturali, anche noi siamo chiamati a mantenere la nostra testimonianza cristiana.
Mentre contempliamo queste letture, sforziamoci di coltivare un atteggiamento di gratitudine e umiltà. Riconosciamo che ogni successo nella nostra vita è un dono di Dio e cerchiamo di usare questi doni al servizio degli altri.
Preghiamo per avere la grazia di vivere la nostra fede con coraggio e umiltà, nello spirito del Vangelo, cercando continuamente di onorare Dio servendo coloro che ci circondano. Amen.
Add comment
Comments