Sabato - 33a Settimana del Tempo Ordinario B

Published on 22 November 2024 at 13:00

Oggi riflettiamo su due letture potenti che ci invitano a riconsiderare la nostra comprensione del cielo e del nostro rapporto con Gesù. Il Libro dell'Apocalisse presenta la vivida immagine dei due testimoni, audaci e incrollabili nella loro testimonianza, mentre il nostro Signore Gesù nel Vangelo di Luca sfida i dubbi dei Sadducei sulla vita dopo la morte. Insieme, questi passaggi ci ricordano la profonda verità sulla natura del cielo e la promessa di vita eterna, che può essere radicalmente diversa da quella che spesso immaginiamo.

Nell'Apocalisse ci vengono descritti i personaggi e i ruoli dei due testimoni che incarnano lo spirito della profezia. Molti hanno cercato di identificarli con Mosè ed Elia, mentre alcuni affermano che questi due testimoni rappresentano tutti i profeti e Giovanni Battista (ad esempio Chilton). Tuttavia, i Padri della Chiesa li hanno identificati come “Enoch ed Elia” (Agostino). Il motivo è che Enoch ed Elia sono i due santi dell'Antico Testamento che sono stati assunti in cielo prima della morte. Nessuno dei due è morto. La loro morte futura sarà un martirio sotto la mano dell'Anticristo escatologico.
Questo è ribadito da San Tommaso d'Aquino nel terzo volume della Summa theologiae, nella quinta risposta alla 49ª domanda. Egli afferma che: “Elia fu portato nel cielo atmosferico, ma non nel cielo empireo, che è la dimora dei santi; e allo stesso modo Enoc fu tradotto nel paradiso terrestre, dove si ritiene che vivrà con Elia fino alla venuta dell'Anticristo”.

Possiamo dire con certezza che solo Dio sa chi sono questi due testimoni, che si ergono come ulivi e lampioni, simboli di vita e di luce in un mondo avvolto dalle tenebre e dalla disperazione. Affrontando la prova suprema - il loro martirio - diventano una testimonianza della resilienza della fede. La loro morte, testimoniata dagli abitanti della terra, può sembrare una sconfitta, ma è proprio in quel momento che il soffio vitale di Dio entra in loro, risuscitandoli dalla morte. Questa potente immagine ci ricorda che anche nei momenti più difficili, quando sembra che la speranza sia perduta, Dio ha un piano di risurrezione e di rinnovamento e che la sua versione della vittoria è molto diversa da quella del mondo, che è limitata al qui e ora. Dio ha la versione finale e perfezionata, mentre noi sperimentiamo solo “bozze”, se vogliamo, di ciò che è la vera vittoria.
Nella nostra comprensione umana, potremmo immaginare il paradiso come un luogo simile alla vita sulla Terra, pieno di relazioni ed esperienze familiari, forse persino un'estensione delle nostre gioie terrene. Ma Gesù, rivolgendosi ai Sadducei, rivela una realtà diversa. Dice loro che nella risurrezione la vita trascenderà le categorie e i vincoli terreni. Non ci saranno né matrimonio né morte, ma solo la pienezza della vita come figli di Dio, come gli angeli. Questa realtà ci invita ad abbracciare una visione del cielo che va oltre la nostra esperienza attuale, un luogo di profonda comunione con Dio e tra di noi, senza i limiti della nostra comprensione umana.

Che cosa significa questo per noi oggi che cerchiamo di costruire il nostro rapporto con Cristo? In primo luogo, ci chiama ad approfondire il nostro legame con Lui, riconoscendo che le nostre vite terrene sono una preparazione a qualcosa di molto più grande.
In secondo luogo, dobbiamo ricordare che le nostre attuali prove e tribolazioni non sono la fine della storia. Come i due testimoni dell'Apocalisse, possiamo trovarci di fronte a sfide che ci fanno sentire scoraggiati o sconfitti. Tuttavia, è in questi momenti che la potenza di Dio può risplendere maggiormente, trasformando il nostro dolore in uno scopo e la nostra sofferenza in una testimonianza di fede.

Che il Signore continui a fare di voi, cari fratelli e sorelle, i suoi preziosi testimoni. Che vi dia la grazia della libertà del cuore e della mente e la gioia dello Spirito Santo, mentre continuate con coraggio a vivere e ad annunciare il nostro Signore Gesù Cristo, crocifisso e risorto, che tornerà per giudicare i vivi e i morti, e che Lui stesso vi prepari a quel giorno, quando uscendo da questo mondo entrerete nel riposo dell'eternità con Lui per sempre. Maria Santissima, Regina dei cristiani, prega per noi che ricorriamo a te. Amen


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