Oggi ci riuniamo per riflettere sul profondo mistero dell'Eucaristia, la vera presenza di Cristo nel pane e nel vino. Le nostre letture ci invitano ad approfondire questa sacra realtà, collegando il nutrimento che cerchiamo per le nostre anime all'essenza stessa di chi è Cristo e di come ci chiama a impegnarci con la sua santità.
Nella prima lettura, tratta da 1 Re, ascoltiamo la storia del profeta Elia che, stanco e avvilito, si ritira nel deserto. Prega per la morte, sentendosi sopraffatto dalle prove della sua missione. Eppure, nel momento della disperazione, Dio manda un angelo a toccare Elia e a dargli sostentamento. "Alzati e mangia", insiste l'angelo, perché "il viaggio sarà troppo lungo per te". Forte di questo nutrimento celeste, Elia intraprende un viaggio di quaranta giorni verso il monte di Dio.
Questa scena riecheggia fortemente la nostra esperienza con l'Eucaristia. Come Elia, a volte ci troviamo a vagare, oppressi dalle sfide della vita, pieni di dubbi o di paure. In questi momenti, l'Eucaristia ci serve da nutrimento, invitandoci ad avvicinarci a Cristo e ad essere rinnovati dalla sua presenza. Proprio come l'angelo nutrì Elia per prepararlo al viaggio che lo attendeva, noi siamo chiamati a partecipare al corpo e al sangue di Cristo, che ci fortifica per il cammino del discepolato.
Passando alla seconda lettura di Efesini, ci viene ricordato il potere trasformativo di vivere nell'amore e di essere imitatori di Dio. L'apostolo Paolo ci incoraggia a liberarci dall'amarezza, dall'ira e dalla malizia, abbracciando invece la compassione e il perdono. L'Eucaristia non solo ci nutre spiritualmente, ma ci chiama anche a vivere l'amore radicale che Cristo ha esemplificato. Quando consumiamo il corpo e il sangue di Cristo, siamo invitati a diventare riflessi viventi del suo amore nel mondo. Questo pasto che condividiamo non è solo per la nostra santificazione personale, ma è una chiamata alla comunità, all'unità e al servizio.
Infine, il Vangelo di Giovanni proclama Gesù come il Pane della Vita: "Io sono il pane vivo disceso dal cielo". Il popolo lo interroga, lottando per conciliare la comprensione delle sue origini terrene con la sua natura divina. Tuttavia, Gesù persiste nel rivelare la sua identità e il dono che offre. "Chi mangia questo pane vivrà per sempre", afferma. Qui sta il cuore della nostra fede: la presenza reale di Cristo nell'Eucaristia, misteriosa e intima al tempo stesso, che ci nutre letteralmente con se stesso.
La pietà e la devozione eucaristica di San Francesco d'Assisi furono aspetti significativi della sua vita spirituale e riflettono il suo impegno verso la presenza di Cristo nell'Eucaristia. Innanzitutto, San Francesco nutriva una profonda venerazione per l'Eucaristia, ritenendola il vero corpo e sangue di Cristo. Sottolineava l'importanza dell'Eucaristia come fonte di grazia e nutrimento dell'anima. Le sue pratiche includevano tempi di preghiera e di adorazione davanti all'Eucaristia, riconoscendola come un mistero sacro.
L'approccio di Francesco all'Eucaristia era caratterizzato da semplicità e umiltà. Credeva che l'Eucaristia dovesse essere accessibile a tutti, sottolineando l'importanza di un atteggiamento di amore e di umiltà nel ricevere la comunione piuttosto che concentrarsi su elaborati rituali o dibattiti teologici.
San Francesco incoraggiava i suoi seguaci a vivere in modo da riflettere i valori dell'Eucaristia: sacrificio, servizio e amore per gli altri. Egli vedeva l'atto di ricevere Cristo nell'Eucaristia come una chiamata a servire gli ultimi tra loro, incarnando l'amore di Cristo nella loro vita quotidiana.
Il presepe, che Francesco è accreditato di aver reso popolare, era anche un riflesso della sua devozione eucaristica. Creando una rappresentazione tangibile dell'Incarnazione, egli cercò di evidenziare il mistero di Dio che si fa carne, che è intimamente connesso al mistero dell'Eucaristia.
Francesco e i primi francescani partecipavano alla vita liturgica della Chiesa con gioia e riverenza. Incoraggiavano i fedeli a impegnarsi profondamente con i sacramenti, soprattutto con l'Eucaristia, considerandola centrale per la vita cristiana.
Nel complesso, la devozione eucaristica di San Francesco d'Assisi era caratterizzata da un profondo amore personale per Gesù Cristo presente nell'Eucaristia, dall'incoraggiamento a un approccio umile e sincero nel ricevere la comunione e dall'invito a vivere le implicazioni di quell'incontro sacramentale nel servizio agli altri. La sua eredità continua a ispirare i cristiani a coltivare una profonda riverenza per l'Eucaristia.
Amen.
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