Cari fratelli e sorelle in Cristo, mentre ci riuniamo per la Santa Messa di questa domenica, prendiamoci un momento per riflettere sulle letture che ascolteremo. Ognuna di esse dice una potente verità sul nostro rapporto con Dio e sulle nostre responsabilità come suoi seguaci. Nel libro del Deuteronomio, Mosè esorta il popolo ad ascoltare e osservare gli statuti del Signore. Egli sottolinea che l'adesione a questi comandamenti mostrerà la loro saggezza alle nazioni. Giacomo ci ricorda che tutti i doni buoni vengono da Dio e che siamo chiamati a essere esecutori della sua parola, agendo per prendersi cura dei vulnerabili tra noi. Infine, nel Vangelo di Marco, Gesù sfida l'enfasi farisaica sulla purezza rituale, affermando che la vera contaminazione non proviene da fonti esterne, ma dalle intenzioni e dai pensieri che risiedono nel nostro cuore.
Immaginate, se volete, un bel giardino. È vibrante, vivo e invitante. Ogni pianta è un comandamento di Dio, una guida che ci aiuta a coltivare il giardino della nostra anima. Quando dissodiamo il terreno con amore, compassione e integrità, creiamo uno spazio in cui possono fiorire i frutti dello Spirito: gentilezza, gioia, pace e autocontrollo. I comandamenti vengono custoditi, curati e messi in pratica nella nostra vita.
Ma cosa succede quando trascuriamo questi comandamenti? Permettiamo alle erbacce, alla malizia, all'inganno di infiltrarsi nel nostro giardino. Queste erbacce non arrivano con un grande annuncio, ma si insinuano silenziosamente e si diffondono rapidamente. Se ignorate, possono soffocare la vita stessa del nostro giardino spirituale, impedendogli di produrre buoni frutti.
Le statistiche mostrano che la maggioranza delle persone nella nostra società esprime una fede in Dio, ma fatica ad allineare le proprie azioni con le proprie convinzioni. Secondo studi effettuati nel 2021, circa il 38% della popolazione canadese si identificava come cattolico. Si tratta di 13 milioni di persone. Di questi 13 milioni di persone solo il 10-15% frequenta regolarmente la Messa domenicale. Questo non è un buon segno e preghiamo che vengano fatti dei cambiamenti per vedere questo numero cambiare, sia a livello personale che ecclesiale, quando si tratta di abusi liturgici che possono aver allontanato un certo numero di membri dalla Chiesa. Tuttavia, questa dissonanza tra convinzione e azione in tutti i fattori coinvolti può essere attribuita, forse, alla tendenza molto umana descritta nel Vangelo di oggi: concentrarsi sulle apparenze esterne piuttosto che sulle realtà interne.
Gesù riflette questo aspetto quando cita Isaia, dicendo: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. È come se oggi fosse davanti a noi e ci esortasse a scavare più a fondo, a esaminare non solo ciò che facciamo, ma anche perché lo facciamo.
San Giacomo ci incoraggia con queste parole: “Accogliete con umiltà la parola che è stata piantata in voi”. Immaginate il terreno del vostro cuore, ricco di potenzialità. Ogni volta che ascoltiamo la Parola di Dio, riceviamo semi di verità che possono crescere in qualcosa di bello se li coltiviamo. Tuttavia, questi semi richiedono un'azione; devono essere innaffiati con le nostre buone azioni, soprattutto quando ci prendiamo cura dei meno fortunati, come ci ricorda Giacomo. Non si tratta di un compito facoltativo, ma di una parte vitale dell'essere operatori della parola.
Non facciamo come i farisei, che erano presi dalle regole e dalle tradizioni, ma non hanno capito il cuore del comandamento di Dio: l'amore. L'essenza della nostra fede non è solo nella purezza dei rituali, ma nella relazione che trasforma i nostri cuori e che quei rituali dovrebbero aiutare a dirigere la nostra attenzione, portandoci a prenderci cura gli uni degli altri in modo autentico.
Quando oggi ci avviciniamo all'altare, portiamo i nostri cuori in umile riverenza. Chiediamo a Dio di aiutarci a sradicare qualsiasi contaminazione risieda dentro di noi, in modo da poter coltivare un giardino che lo glorifichi, riflettendo la saggezza e la giustizia contenute nei suoi comandamenti.
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