Oggi celebriamo la solennità del Corpo e del Sangue di Cristo, nota anche come Corpus Domini. Questa festa ci ricorda il dono più grande che Gesù ci ha fatto: il dono di se stesso nell'Eucaristia. Mentre ci riuniamo intorno all'altare, riflettiamo sul significato di questo sacramento e sul suo impatto sulla nostra vita.
Nella lettura del Vangelo, sentiamo Gesù parlare del pane e del vino che ci ha donato. Dice: "Prendete, questo è il mio corpo". Poi prese un calice, rese grazie, lo diede loro e tutti ne bevvero. Disse loro: "Questo è il mio sangue dell'alleanza, che sarà versato per molti. Amen, io vi dico che non berrò più il frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio".
Queste parole non sono solo un ricordo, ma una realtà presente. Quando riceviamo la Santa Cena, non stiamo solo ricordando un evento passato, ma stiamo ricevendo il corpo e il sangue di Cristo. Abbiamo sentito come questo sia stato prefigurato nella prima lettura dall'Esodo. In questo passo, Mosè prende il sangue dei sacrifici dell'alleanza e lo spruzza sul popolo, dicendo: "Ecco il sangue dell'alleanza che Dio ha fatto con voi" (Esodo 24:8).
Questo atto di aspersione del sangue simboleggia l'istituzione di un'alleanza tra Dio e il suo popolo. Allo stesso modo, il sangue di Gesù viene versato durante l'Ultima Cena come simbolo della nuova alleanza, dove il suo sangue è visto come sacrificio per il peccato (Luca 22:20, 1 Corinzi 11:25).
Gesù è ora l'Agnello di Dio immacolato e senza macchia, che toglie i peccati del mondo, perché non si tratta solo di un uomo che si sacrifica a Dio, ma è Dio da Dio, la divinità si presenta alla divinità, e dalla croce Gesù, con il proprio sangue, supplica il Padre: "Perdona loro". D'ora in poi, l'Eucaristia, che rende nuovamente presente il suo sacrificio sui nostri altari, è una fonte di vita e di nutrimento per le nostre anime. Proprio come il nostro corpo fisico ha bisogno di cibo e acqua per sopravvivere, la nostra vita spirituale ha bisogno dell'Eucaristia per prosperare. Quando riceviamo la Comunione, riceviamo la presenza vivificante di Cristo nella nostra vita. Per questo Gesù dice: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna". (Giovanni 6:54)
L'Eucaristia non è solo un dono personale, ma anche un dono che ci unisce gli uni agli altri prima e dopo averci unito a Dio. Prima, perché ci viene raccomandato che se siamo all'altare e ci ricordiamo di essere in disaccordo con un fratello o una sorella, dobbiamo lasciare lì la nostra offerta, andare a fare pace e poi tornare a fare l'offerta. Dopo, perché quando arriva il momento del congedo alla fine della messa, siamo mandati fuori in pace per amare e servire il Signore insieme come una sola famiglia. Quando riceviamo la Comunione insieme, ci viene ricordato che siamo tutti un unico corpo in Cristo. Questa unità non è solo un sentimento o un'emozione, ma una realtà radicata nel sacrificio di Cristo sulla croce.
Mentre celebriamo questa festa, riflettiamo sul dono dell'Eucaristia nella nostra vita. Chiediamoci: Come sto ricevendo questo dono? Lo sto trattando con riverenza e rispetto? Sto condividendo questo dono con gli altri? Preghiamo anche per coloro che non possono ricevere la Comunione, affinché possano essere nutriti dalla presenza di Cristo nella loro vita.
Chiediamolo alla nostra Madre, che stava sotto la Croce mentre suo Figlio espiava per i peccati del mondo, ma che si è anche spesa per dire sì alla volontà del Padre. Anche lei ha ricevuto Gesù, quando lo hanno portato giù dalla croce, e il suo cuore si è spezzato. Ma quando lo vide risorto, vivo e vegeto, il dolore si trasformò presto in gioia e le lacrime in consolazione. Riceviamo con gioia il nostro Signore durante la comunione. NIENTE VOLTI CUPI. Dopo tutto quello che ci ha dato, e nel donarsi a noi quando ci avviciniamo per consumare l'ostia consacrata, possiamo davvero presentarci con un volto triste? Perciò gioite e rallegratevi, perché il Dio Creatore, vostro Padre, viene a voi e vuole rimanere con voi, attraverso Gesù e la forza dello Spirito Santo. Che colei che è stata sua Figlia, Madre e Sposa, prepari le nostre anime a riceverlo, in questo momento più glorioso della nostra vita, ogni volta che abbiamo la fortuna di poterlo accogliere in noi durante la Santa Comunione.
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