Giovedì - 22ª Settimana del Tempo Ordinario B

Published on 4 September 2024 at 07:00

Cari fratelli e sorelle in Cristo, le letture di oggi ci ricordano la profonda sapienza di Dio e la chiamata che riceviamo a seguirlo in umiltà. San Paolo, nella sua lettera ai Corinzi, lancia una sfida alle culture dell'orgoglio e dell'autosufficienza che ci circondano. Ci esorta a non lasciarci ingannare dalla falsa saggezza del nostro mondo. Ci invita invece ad abbracciare l'umiltà della “stoltezza” agli occhi del mondo, che è, in realtà, la via per la sapienza divina. Infatti, la sapienza di questo mondo, spesso ammantata di risultati umani, può portarci fuori strada, mentre la sapienza di Dio rivela una verità che comprende tutta la creazione.

Riflettendo sul brano evangelico di Luca, incontriamo San Pietro, un pescatore esperto, che ha faticato tutta la notte senza successo. Nella stanchezza e nel dubbio, ascolta la direttiva di Gesù di “prendere il largo”. Dopo una lunga notte, Pietro avrebbe potuto facilmente scartare l'idea, basandosi sulla sua comprensione e sulla sua esperienza di pescatore. Invece sceglie di obbedire, umiliandosi di fronte al comando del Maestro, e questo porta a una sorprendente cattura di pesci che minaccia di affondare le stesse barche che li trasportano.

Anche noi siamo chiamati ad avere maggiore fiducia in Gesù. La fede è tutta una questione di fiducia. Comporta sempre qualche rischio. Ma quel rischio sarà nelle mani di Dio quando ci fidiamo di lui. A Pietro fu chiesto di rischiare di nuovo. Nella sua mente c'era la possibilità che tornassero a mani vuote, anche dopo aver sprecato tanto tempo e risorse.

C'è un bellissimo collegamento con la vita di San Francesco d'Assisi, che ha anche esemplificato un'umiltà radicale che rispecchia l'insegnamento di Cristo. Quando Francesco si trovò di fronte alla verità della propria peccaminosità e vanità, rinunciò notoriamente alla sua vita ricca e ai suoi titoli. La sua decisione di abbracciare una vita di povertà e di servizio sembrò sciocca agli occhi del mondo. Eppure, attraverso questa rinuncia, trovò una ricchezza più profonda: una comunità di fratelli e sorelle, un rapporto intimo con Dio e un cuore pienamente vivo nel servizio agli altri. Non chiese mai che altri si unissero a lui, ma essi furono comunque inviati da Dio. Proprio come Pietro cadde in ginocchio in umiltà, riconoscendo la propria indegnità, San Francesco sperimentò allo stesso modo un profondo incontro con Cristo, che trasformò la sua vita. Sono questi momenti che modellano il nostro cammino generale in Cristo.

Pietro e Francesco ci mostrano qualcosa di fondamentale sulla vera saggezza: non si tratta di accumulare conoscenze o riconoscimenti. Si tratta piuttosto di riconoscere la nostra dipendenza da Dio e la chiamata a servire gli altri. San Paolo ci ricorda che tutto - tutta la creazione, tutta la vita, tutte le sfide e i trionfi - ci appartiene attraverso Cristo. Quando riconosciamo questo dono e rispondiamo mettendo da parte la nostra falsa saggezza e il nostro orgoglio, siamo trasformati in vasi per la Sua missione.

Mentre ci addentriamo nelle acque più profonde della nostra fede, ricordiamoci che Dio chiama ciascuno di noi a gettare le reti, proprio come fecero Pietro e Francesco. Ci invita a una relazione più ricca che supera il successo e la saggezza del mondo. Quando siamo disposti ad abbracciare questa follia, come suggerisce Paolo, scopriremo che nella nostra debolezza la Sua forza è resa perfetta.

Amen.


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