Cari fratelli e sorelle in Cristo, nella Santa Messa di oggi abbiamo la grazia di due letture profonde che ci invitano a incontrare Cristo risorto e a riflettere sul potere trasformativo della sua risurrezione nelle nostre vite attraverso la liturgia della parola. Nella prima lettera di San Paolo ai Corinzi, ascoltiamo un potente promemoria dei principi centrali della nostra fede: la morte e la risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. San Paolo sottolinea non solo la storicità della risurrezione di Cristo, ma anche il suo significato personale: “Vi ho trasmesso infatti, come cosa di prima importanza, ciò che anch'io ho ricevuto”. La risurrezione non è solo un evento del passato: è il fondamento su cui si basa la nostra fede oggi.
Mentre riflettiamo sulle parole di San Paolo, dobbiamo ricordare che la risurrezione è ancorata alla realtà storica, non è un mito o un folclore. San Paolo elenca i testimoni di Cristo risorto: Cefa, i Dodici e persino 500 fratelli e sorelle. Ognuno di questi testimoni ha testimoniato che Gesù è vivo ed è stato disposto a dare la vita per questa verità. La veridicità della risurrezione non si trova solo nei testi antichi, ma nelle vite trasformate da questo evento cruciale. San Paolo stesso è una testimonianza vivente del potere della risurrezione, che lo ha trasformato da persecutore dei cristiani in uno degli apostoli più appassionati.
Ma come possiamo sperimentare questo Cristo risorto nella nostra vita di oggi? Questo ci porta alla lettura del Vangelo di Luca, dove incontriamo una donna peccatrice il cui incontro con Gesù illustra vividamente l'amore trasformativo di Cristo. In una scena che ci invita a sperimentare una profonda umiltà e
compassione, questa donna porta una fiaschetta di alabastro di unguento e, in un atto di profondo amore e pentimento, bagna i piedi di Gesù con le sue lacrime. Molti studiosi ritengono che, dato il contesto dell'intero Nuovo Testamento, questa donna non fosse altro che Santa Maria Maddalena, la stessa di “Maria di Betania”.
Mentre il fariseo Simone giudica la donna davanti a lui in base ai suoi peccati passati, Gesù vede oltre la superficie, nel suo cuore. Egli illustra una profonda verità: coloro che hanno sperimentato la misericordia e l'amore di Dio sono costretti a condividere lo stesso amore e perdono con gli altri. L'amore successivo di questa donna nasce dalla consapevolezza del proprio debito, del proprio peccato, e nel riconoscere il suo bisogno di grazia, incontra Cristo risorto in un modo che cambia radicalmente la sua vita, dopo aver attraversato le fasi di formazione per diventare una delle sue seguaci più ardenti e coraggiose.
Proprio come la risurrezione chiama ciascuno di noi a una nuova vita, anche noi siamo invitati a rispondere all'amore e al perdono che riceviamo da Cristo. Quando portiamo davanti a Lui i nostri fardelli, i nostri peccati, le nostre lacrime, incontriamo il potere trasformativo della sua grazia. Gesù assicura a Santa Maria Maddalena: “La tua fede ti ha salvato; va' in pace”. Questa pace non è solo assenza di conflitti; è un senso profondo e duraturo di completezza che deriva dall'essere uniti a Cristo e che ci permette la libertà di continuare a seguirlo in un modo che sarà fruttuoso per il Regno.
Oggi vi invito a riflettere sul vostro rapporto con Cristo risorto. Ci sono aree della vostra vita in cui fate fatica a credere nel suo potere di perdonare, guarire e trasformare? Avete sperimentato la Sua grazia, ma vi trovate ancora aggrappati al senso di colpa o alla vergogna?
La risurrezione ci assicura che nessun peccato è troppo grande per l'amore di Cristo. Così come ha accolto l'unica Maddalena peccatrice e l'ha perdonata, accoglie ciascuno di noi, invitandoci a una relazione segnata dalla grazia e dall'amore. Così facendo, ci spinge a diventare portatori di quella stessa grazia che può trasformare noi e coloro che Egli pone sul nostro cammino.
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