Giovedì - 25a Settimana del Tempo Ordinario B

Published on 25 September 2024 at 07:00

Cari fratelli e sorelle in Cristo, le letture di oggi ci invitano a confrontarci con i temi profondi della vita, dell'impermanenza e della ricerca del significato. Nell'Ecclesiaste, l'autore Qoheleth fa una proclamazione coraggiosa: “Vanità delle vanità! Tutte le cose sono vanità!”. Questa dichiarazione riecheggia un sentimento con cui tutti possiamo confrontarci, la sensazione che la vita possa talvolta sembrare futile, ripetitiva e, in ultima analisi, vuota.

Il brano richiama la nostra attenzione sulla natura ciclica dell'esistenza. Proprio come il sole sorge e tramonta e il vento soffia secondo i suoi schemi, anche noi ci troviamo coinvolti nella routine della vita. Ogni generazione va e viene; eppure il mondo, come osserva Qoheleth, dura. I fiumi scorrono verso il mare, ma il mare non si riempie. In questa saggezza c'è una consapevolezza toccante: nonostante le nostre incessanti ricerche, i nostri sforzi sembrano spesso portare alla stessa conclusione: possiamo lavorare instancabilmente, ma quale significato duraturo hanno le nostre azioni?

La chiave sta nel riconoscere che l'intrinseca vanità della vita non è destinata a portarci alla disperazione, ma piuttosto a un risveglio. Ci sfida a riconsiderare ciò che riteniamo prezioso e a concentrarci sulle verità eterne della nostra fede. La gioia, l'amore, la gentilezza e la grazia di Dio sono in netto contrasto con i piaceri e le conquiste effimere che spesso inseguiamo. La vera realizzazione non viene dall'accumulo di ricchezze o dal successo mondano, ma dal nostro rapporto con Dio e con gli altri.

Nel Vangelo di Luca incontriamo Erode il tetrarca, un personaggio complesso che rispecchia alcuni temi dell'Ecclesiaste. Erode è perplesso per le voci che girano intorno a lui riguardo a Gesù. La gente ipotizza che Giovanni Battista sia tornato dalla morte o che forse sia emerso un altro profeta. Erode, responsabile della decapitazione di Giovanni Battista, è perseguitato dalle sue azioni passate.

Per comprendere meglio Erode tetrarca, dobbiamo pensare al suo passato. Erode Antipa, figlio di Erode il Grande, regnava come tetrarca sulla Galilea e sulla Perea al tempo del ministero di Gesù. A differenza del padre, noto per la sua grandiosità e per i suoi progetti di costruzione come il Tempio di Gerusalemme, Antipa è spesso visto come una figura più tragica, intrappolata nella rete degli intrighi politici e del fallimento morale. Ci viene presentato nel contesto della sua tumultuosa relazione con Giovanni Battista e del suo successivo desiderio di sbarazzarsi di lui dopo un confronto sul suo matrimonio peccaminoso con Erodiade, moglie di suo fratello.

L'incapacità di Erode di affrontare pienamente le implicazioni del ministero di Gesù riflette una lotta più profonda all'interno dell'umanità: quella tra il potere terreno e la verità divina. Pur avendo l'autorità politica, egli non è immune dalle crisi esistenziali che affliggono tutti noi, nelle tensioni tra verità ed esistenza temporali ed eterne.

Riflettendo sul libro dell'Ecclesiaste e sul brano del Vangelo, ci troviamo di fronte alle nostre domande sul significato. Come Erode, possiamo trovarci perplessi di fronte ai misteri della vita e della fede. Possiamo sentire il peso delle nostre decisioni o confrontarci con la natura effimera delle attività mondane. Tuttavia, è essenziale ricordare che in questa lotta si nasconde un'opportunità di crescita e comprensione profonda, se ci impegniamo a fare ciò che è giusto e ad ascoltare le direttive di Dio.

La nostra vita, anche se fugace, può essere piena di scopi quando allineiamo i nostri desideri con la volontà di Dio e ci concentriamo sull'amore e sul servizio piuttosto che sull'ambizione fine a se stessa. Non permettiamo che la “vanità” delle nostre vite ci porti alla disperazione, ma che ci apra gli occhi sulla bellezza e sulla presenza di Dio, anche nell'incertezza.

Nel corso di questa settimana, cerchiamo di approfondire la nostra comprensione di Gesù, per essere meno come Erode - bloccato nella perplessità - e più come coloro che hanno seguito Cristo, cercando conforto e scopo nei suoi insegnamenti. Abbracciamo la nostra umanità intrinseca, troviamo un significato nelle nostre relazioni e riconosciamo il divino in mezzo alle nostre lotte. Maria, Regina della giustizia, prega per noi che ricorriamo a te.

Amen.


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