Martedì - 11a settimana del Tempo Ordinario B

Published on 17 June 2024 at 17:46

Nella lettura di oggi, tratta da 1 Re, vediamo la tragica storia del re Achab e di sua moglie Gezabele. La loro è una storia di avidità, idolatria e delle devastanti conseguenze che ne derivano.

Al centro della loro storia c'è un complotto per impossessarsi di una vigna appartenente a Naboth, figlio di una povera vedova. Achab e Gezabele progettano di impadronirsi di questa terra, non per necessità o bisogno, ma per pura avidità. Vogliono quello che vogliono e sono disposti a fare di tutto per ottenerlo.

Ma le loro azioni non sono motivate solo dall'egoismo; sono anche guidate dall'idolatria. Achab e Gezabele si sono allontanati dall'unico vero Dio e adorano falsi dèi, cercando potere e prosperità attraverso i loro sforzi. Hanno dimenticato che tutto appartiene a Dio e che la loro vita è un dono di Lui.

Il profeta Elia affronta Achab in merito alle sue azioni, pronunciando un giudizio su di lui per la sua avidità e idolatria. Le conseguenze sono gravi: La famiglia di Achab sarà consumata dallo spargimento di sangue ed egli andrà incontro a una fine brutale.

Riflettendo su questa storia, ci viene ricordato che le nostre azioni hanno delle conseguenze. Quando diamo priorità ai nostri desideri, quando riponiamo la nostra fiducia nelle ricchezze e nel potere terreni piuttosto che in Dio, possiamo aspettarci di essere giudicati.

Ma anche in mezzo al giudizio, c'è sempre speranza. Anche nei momenti più bui, infatti, Dio rimane fedele e aspetta che ci rivolgiamo a Lui. Le parole di Elia ad Achab non sono solo una condanna, ma anche un invito al pentimento. E nei fatti, Achab si veste di penitenza, digiuna e si umilia davanti a Dio. Dio ne prende atto e promette di non punirlo come aveva detto in precedenza quando era ancora in peccato. Dio è un Padre misericordioso.

Come cristiani, siamo chiamati a vivere in modo diverso. Siamo chiamati a vivere con gratitudine per tutto ciò che Dio ci ha dato e a camminare in umiltà davanti alla sua presenza. Siamo chiamati a confidare nella Sua bontà e nelle Sue provvidenze, piuttosto che cercare di ottenere più di quanto abbiamo bisogno. Non ha forse sempre provveduto? Continuiamo a uscire dalla nostra zona di comfort e sicurezza quando si tratta di dubitare di come Dio possa e voglia prendersi cura di noi.

Nel Vangelo di oggi, Gesù continua a invitarci a uscire dalla nostra zona di comfort per raggiungere l'eccellenza nelle virtù. Più precisamente, ci insegna che amare il prossimo e i nemici non è solo un suggerimento, ma un comandamento. Dice: "Avete sentito che fu detto: "Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico". Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano".

È un insegnamento impegnativo, non è vero? Va contro il nostro istinto naturale di difendere noi stessi e le persone a cui teniamo. Vogliamo difendere ciò che è giusto e lottare contro coloro che sbagliano. Ma Gesù ci chiama a qualcosa di più profondo. Ci chiama ad amare, non solo a parole, ma con le azioni.

Amare i nostri nemici significa vederli come esseri umani fatti a immagine e somiglianza di Dio, proprio come noi. Significa riconoscere che non sono solo ostacoli da superare, ma persone che lottano, soffrono e hanno bisogno dell'amore di Dio.

Pregare per coloro che ci perseguitano può essere difficile. Può sembrare un atto di debolezza o addirittura di stoltezza. Ma

Gesù ci dice che è un segno di forza spirituale e di saggezza. Quando preghiamo per i nostri nemici, riconosciamo che non sono affatto nostri nemici, ma nostri fratelli e sorelle bisognosi dell'amore trasformante di Dio.

Mentre ci sforziamo di seguire l'insegnamento di Gesù, ricordiamo che amare i nostri vicini e nemici non è solo un sentimento o un'emozione, ma una scelta. È una scelta di vedere il mondo con gli occhi di Dio, che ama ogni persona senza eccezioni. Che possiamo scegliere di amare con l'amore di Dio, anche quando è difficile, anche quando è impegnativo e soprattutto quando è più controcorrente. Che possiamo, come Naboth e la sua famiglia, rimanere fedeli al Signore anche di fronte alle persecuzioni e all'odio che potrebbero arrivare. Con Lui al nostro fianco, possiamo realizzare ogni cosa, per la gloria del suo nome.


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