Martedì - 12a settimana del Tempo Ordinario B

Published on 24 June 2024 at 17:59

La prima lettura di oggi racconta la storia del re Ezechia di Giuda, che sta affrontando una grave minaccia da parte del re assiro Sennacherib. Sennacherib è sicuro che Gerusalemme cadrà nelle sue mani e deride Ezechia dicendo che gli dei di Israele sono proprio come gli idoli delle altre nazioni che il suo popolo ha conquistato. Ma Ezechia si rivolge a Dio, pregando nel Tempio e chiedendo protezione e salvezza.

Spesso ci troviamo ad affrontare la nostra versione degli scherni di Sennacherib. Possiamo avere la sensazione di trovarci di fronte a ostacoli insormontabili e che le nostre forze e capacità non siano all'altezza delle sfide che ci attendono. Ma il brano di oggi ci ricorda che non siamo soli. Abbiamo un Dio potente e potente, che ha creato il cielo e la terra e che può salvarci da qualsiasi situazione.

La preghiera di Ezechia è un modello per noi. Riconosce il potere e l'autorità di Dio e chiede aiuto di fronte alle avversità. Non cerca di prendere in mano la situazione o di affidarsi alla sola forza umana. Si rivolge invece a Dio e confida nella sua bontà e fedeltà.

E cosa succede? Dio risponde alla preghiera di Ezechia inviando Isaia a portare un messaggio di speranza e protezione. Il Signore dice a Ezechia che non lascerà entrare Sennacherib a Gerusalemme, che tornerà a casa sconfitta. E infatti, quella notte, un angelo del Signore esce e abbatte 185.000 soldati assiri nel loro accampamento! Un angelo eliminò migliaia di uomini. Quale potere possiede anche una sola di queste magnifiche creature di Dio, e ognuno di noi ne ha una che ci protegge. Come Israele, che rimase scioccato dal fatto che Dio fosse intervenuto in sua difesa in questo modo, anche noi saremmo scioccati se sapessimo quante volte l'angelo designato a proteggerci ha combattuto in nostro favore!

Mentre affrontiamo i nostri Sennacherib - ricordiamo che Gesù ci avverte nel Vangelo di oggi di non cercare di evangelizzare i superbi e gli altezzosi, o chiunque non voglia ascoltare la preziosa offerta di salvezza di Dio. L'Assiria deve aver sentito parlare del Dio d'Israele e delle meraviglie che ha compiuto in Egitto, eppure il re ha avuto l'audacia di rifiutare di umiliarsi davanti al vero Dio, confondendolo con i falsi dei.

Le parole di Gesù di oggi ci insegnano l'importanza del discernimento e dell'intenzionalità nelle nostre relazioni con gli altri. Egli ci avverte di non sprecare il nostro tempo e le nostre energie con coloro che non sono ricettivi al messaggio dell'amore e della redenzione di Dio. Proprio come i cani e i maiali non sono degni destinatari delle cose sante, non dovremmo cercare di condividere la nostra fede con chi non è disposto ad ascoltare o a rispondere.

D'altra parte, Gesù ci ricorda che dovremmo sempre trattare gli altri con gentilezza e rispetto, proprio come vorremmo che loro trattassero noi. Questa è l'essenza della Legge e dei Profeti: amare il prossimo come noi stessi. A volte, è solo grazie a questo amore che i cuori più freddi si scaldano al Vangelo di Cristo.

Nel Vangelo di oggi, Gesù ci avverte anche che non tutti sono sulla stessa strada. La strada della distruzione è ampia e invitante, ma conduce alla separazione eterna da Dio. Al contrario, la porta stretta e la strada difficile che conduce alla vita è irta di sfide e difficoltà, ma alla fine conduce alla vita eterna.

Come seguaci di Cristo, dobbiamo essere consapevoli di queste parole e sforzarci di vivere la nostra fede in modo da onorare Dio. Dobbiamo essere perspicaci su dove investire il nostro tempo e le nostre energie, e intenzionati a condividere la nostra fede con coloro che sono ricettivi ad essa. E anche quando la strada da percorrere sembra stretta e difficile, dobbiamo perseverare, sapendo che è attraverso questa porta stretta che troveremo la vera vita e la salvezza eterna.


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