Oggi ci troviamo di fronte a letture profonde che ci sfidano a esaminare la nostra comprensione dell'umiltà, dell'obbedienza e del nostro ruolo nel Regno dei cieli. Dal libro di Ezechiele, sentiamo il Signore che istruisce il suo profeta a "mangiare questo rotolo" pieno di lamenti, gemiti e sventure. È un invito impegnativo: consumare e interiorizzare le difficili verità della nostra fede e condividerle con un mondo che spesso rifiuta la parola di Dio. Nel Vangelo di Matteo ci viene ricordato che la grandezza nel Regno dei cieli non è data dal potere o dal prestigio, ma dall'umiltà, rappresentata dalla natura innocente e fiduciosa di un bambino.
Questa giustapposizione tra la dura chiamata di Ezechiele e l'insegnamento di Gesù sull'umiltà risuona profondamente con le sfide che affrontiamo oggi, sia spiritualmente che socialmente. Nel nostro mondo attuale, ci troviamo in mezzo a una "casa di ribellione", come aveva avvertito Ezechiele. La società spesso privilegia l'individualismo rispetto alla comunità, il piacere rispetto alla virtù e l'orgoglio rispetto all'umiltà. È facile scoraggiarsi quando assistiamo a cambiamenti culturali che sembrano ignorare verità morali fondamentali che ci sono care come cattolici. Le questioni riguardanti la santità della vita, la definizione della famiglia e persino la natura stessa della verità sono sotto assedio. Eppure, siamo chiamati ad agire come il Buon Pastore, cercando gli smarriti e i randagi come ci insegna Gesù.
Nel discorso contemporaneo, l'innocenza dei bambini - sia letteralmente che metaforicamente - è stata minacciata. Assistiamo a sforzi per ridefinire cosa significhi crescere un bambino in modo da onorare la sua dignità e la sua identità divina. Quando sentiamo Gesù dichiarare che "i loro angeli in cielo guardano sempre il volto del Padre mio celeste", ci viene ricordato il nostro obbligo morale di proteggere e custodire i nostri figli. Ogni bambino non è solo un numero; sono esseri preziosi creati a immagine e somiglianza di Dio, ognuno con un angelo custode che ne assicura la sorveglianza.
Ma cosa succede quando la società, ribellandosi alla legge naturale di Dio, porta i nostri figli fuori strada? Dobbiamo ricordare che il cuore della nostra missione è essere portatori della grazia di Dio, per ricondurre i "randagi" al suo ovile. Che sia attraverso l'educazione, la vita familiare o la pubblica piazza, dobbiamo assicurarci che il nostro messaggio sia in linea con la verità delle Scritture. Possiamo nutrirci del rotolo, come fece Ezechiele, per poter condividere l'amore di Cristo con gli altri, sapendo che non sempre le reazioni sono dolci.
Anzi, la dolcezza della parola di Dio dovrebbe incoraggiarci a dire la verità nell'amore, anche e soprattutto di fronte all'opposizione. In un mondo che può vedere le nostre convinzioni come superate o intolleranti, dobbiamo rimanere fermi nelle nostre convinzioni e allo stesso tempo estendere la compassione a chi è nell'errore.
Come Gesù lasciò le novantanove pecore per trovare quella smarrita, anche noi dobbiamo essere disposti a fare sacrifici e a correre rischi per coloro che si sono allontanati da Cristo. La Chiesa deve essere un rifugio per i perduti, il luogo stesso in cui i peccatori incontrano la misericordia e la trasformazione.
Mentre riflettiamo su questa chiamata a nutrirci spiritualmente con la Parola e a servire con umiltà, possiamo ricordare il ruolo essenziale della saggezza antica e della fede infantile nel navigare nelle nostre realtà attuali. Così facendo, diventiamo parte attiva nella costruzione del Regno dei Cieli qui sulla terra, un Regno che non solo dice la verità ma la incarna anche attraverso un servizio umile e amorevole.
Preghiamo oggi per avere la grazia di ascoltare la voce di Dio come Ezechiele, per avere il coraggio di dare priorità al servizio e all'umiltà come Cristo, e per avere la saggezza di guidare i nostri figli verso il sentiero della rettitudine, assicurandoci che sappiano di essere amati e apprezzati da Dio.
Add comment
Comments