Miei preziosi fratelli e sorelle, oggi a Messa ci sono state presentate nella Liturgia della Parola due lettere del libro dell'Apocalisse indirizzate alle chiese di Sardi e Laodicea, ma i loro messaggi si estendono ben oltre l'antica Asia Minore e risuonano profondamente nelle nostre vite e comunità. Le uniremo meravigliosamente al Vangelo di oggi sulla figura trasformativa di Zaccheo, che, come tutti noi, il buon Dio accoglie con il dono del pentimento.
La prima lettura inizia con una lettera che Dio invia attraverso Giovanni, scritta alla chiesa di Sardi, una città un tempo vibrante di vita e di ricchezza, ma spiritualmente alla deriva. Sardi, capitale della Lidia, era rinomata per la sua prosperità, situata su una fortezza naturale che dava un falso senso di sicurezza. Gesù, identificandosi come colui che possiede “i sette spiriti di Dio”, lancia un messaggio sconcertante: “Conosco le vostre opere; avete fama di essere vivi, ma siete morti”, Apocalisse 3,1. Immaginate lo shock che questo deve aver causato ai credenti!
Per noi, la chiesa di Sardi vede Apocalisse come uno specchio. Ci limitiamo ad andare avanti, avvolgendoci nelle comodità della nostra routine e della nostra vita sociale, mentre la nostra vita spirituale è abbandonata? Gesù li incoraggia a “vegliare e a rafforzare ciò che è rimasto”, sollecitando un ritorno al fervor della loro fede primitiva. C'è un senso di urgenza qui, un invito a scrollarsi di dosso l'autocompiacimento prima che porti alla loro scomparsa. L'invito a vigilare per riaccendere la passione per Cristo è sia personale che comunitario.
Segue la lettera a Laodicea, che presenta una sfida diversa. Laodicea era nota per la sua ricchezza, le sue banche e la produzione di lana pregiata, vantando una reputazione che portava all'autosufficienza. Gesù li affronta dicendo: “Non siete né freddi né caldi... Vi sputerò dalla mia bocca” (Apocalisse 3:16). Immaginate il loro sconcerto! Credevano che la loro prosperità materiale equivalesse alla ricchezza spirituale, eppure Gesù smaschera il loro vero stato: “miserabili, pietosi, poveri, ciechi e nudi”, Apocalisse 3:17.
Quante volte ci troviamo in una situazione simile? Forse non siamo materialmente ricchi, ma in un mondo ossessionato dal successo e dai risultati è facile diventare indifferenti alle questioni spirituali. La fede tiepida di Laodicea è un forte monito per noi oggi. Ci accontentiamo della mediocrità nella nostra fede? O il fuoco dell'amore di Gesù riscalda i nostri cuori all'azione? Cosa significa onorare e vivere per Gesù come Dio? Cosa significa dargli sempre il primo posto in ogni circostanza?
Gesù offre loro un rimedio: “Comprate da me oro raffinato dal fuoco... vesti candide... unguento per i vostri occhi” Apocalisse 3,18. Questa immagine colpisce il cuore della loro situazione, chiamandoli a cercare ciò che sostiene veramente la vita: la fede messa alla prova nelle prove, la giustizia che copre la vergogna e la visione per vedere le loro rotture. Le nostre sfide e le nostre sofferenze non sono rifiuti di Dio, ma inviti a una più profonda intimità con Lui. Grazie alla fede, ogni sfida diventa un'opportunità di crescita, un'occasione per perfezionare le virtù dell'umiltà e della purezza di cuore. Qualcuno nella vostra famiglia o sul posto di lavoro vi sta mettendo in difficoltà? È un'opportunità che Dio sta concedendo per la vostra santificazione personale.
Mentre riflettiamo sui messaggi a Sardi e Laodicea, questi temi della vigilanza e della trasformazione riecheggiano con forza nel Vangelo di Luca, dove oggi incontriamo Zaccheo. Questo esattore delle tasse si arrampica su un sicomoro, non solo per avere un punto di osservazione e una vista migliore su Gesù, ma anche per trovare una nuova visione e prospettiva della sua vita. Quando Gesù lo vede, lo chiama per nome e lo invita a casa di Zaccheo. Questo incontro cambia tutto per Zaccheo che, riconoscendo il proprio peccato, si impegna a restituire il quadruplo di ciò che ha rubato. Nell'invito di Gesù, vediamo il suo desiderio di venire da ciascuno di noi, anche quando non glielo abbiamo chiesto. Questo è l'amore di Dio.
In questa bella grazia, vediamo che nessuno è al di fuori della portata di Gesù: né la chiesa compiacente di Sardi né quella indifferente di Laodicea. Cristo sta alla porta di ogni cuore, proprio come stava alla porta della casa di Zaccheo, in attesa di una risposta alla sua grazia.
Prendiamoci questo momento per invitare Gesù ad entrare, permettendogli di trasformarci dall'interno, proprio come ha trasformato Zaccheo. Che ci sforziamo non solo di essere all'altezza della nostra reputazione di cristiani, ma di essere vivi nella nostra fede, nel nostro servizio e nel nostro amore reciproco. Ricordate che lo Spirito ci parla oggi: “Chi ha orecchi ascolti”. Che i nostri cuori siano ricettivi al suono preoccupato della Sua voce.
Amen.
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