Mentre proseguiamo nell'ultima settimana del calendario liturgico, le letture di questo martedì ci ricordano sia l'urgenza della nostra missione di seguaci di Cristo sia la rassicurazione che abbiamo nel piano finale di Dio per l'umanità. Ci vengono presentate immagini potenti e toccanti: il raccolto, la distruzione del tempio e il tumulto dei tempi finali. Insieme, queste letture ci invitano a riflettere sul nostro rapporto con Cristo e su come viviamo la nostra fede in un mondo spesso pieno di caos e confusione.
Nella lettura dell'Apocalisse (RV 14,14-19), incontriamo una visione suggestiva del Figlio dell'uomo seduto su una nuvola, ornato di una corona d'oro e con una falce in mano. Questa immagine testimonia l'autorità di Cristo e l'imminente realtà del giudizio finale. La mietitura descritta è quella del grano e dell'uva, simbolo rispettivamente del buon e del cattivo raccolto. La mietitura del raccolto indica un momento di verifica, in cui siamo chiamati a riflettere sui frutti della nostra vita. Cosa abbiamo seminato con i nostri pensieri, azioni e intenzioni? Abbiamo coltivato l'amore, la misericordia e la giustizia o abbiamo permesso all'amarezza della divisione, dell'egoismo e dell'odio di crescere nei nostri cuori?
Mentre ci avviciniamo all'Avvento, una stagione che ci chiama a prepararci e ad aspettare, chiediamoci: Siamo pronti per il raccolto? L'Avvento ci invita a riflettere sulla prima venuta di Cristo, ma ci invita anche a riconoscere che verrà di nuovo e ad essere vigili nella nostra gioiosa e speranzosa attesa. Come per la mietitura, anche per la semina spirituale c'è una fine; pertanto, dobbiamo considerare l'eredità della nostra fede, il modo in cui ci trasforma e, a nostra volta, come possiamo essere strumenti di trasformazione nella vita di coloro che ci circondano.
Nel brano del Vangelo di Luca (Lc 21,5-11), sentiamo Gesù rivolgersi direttamente ai suoi seguaci mentre si meravigliano della grandezza del tempio. Gesù, tuttavia, indica la sua imminente distruzione, ricordando che le cose materiali e il potere mondano sono transitori. Avverte dell'inganno che verrà, ricordandoci di non lasciarci influenzare da falsi profeti e segni ingannevoli. Al contrario, ci rassicura sul fatto che, anche se ci saranno disordini - guerre, terremoti, carestie - questi non sono altro che le doglie del parto di una nuova realtà.
Che messaggio importante per noi oggi! In un mondo che spesso sembra caotico e spaventoso, siamo chiamati a rimanere saldi nella nostra fede. Gesù ci incoraggia a non lasciarci terrorizzare dai titoli dei giornali del nostro tempo, che possono includere conflitti geopolitici, disordini sociali e disastri naturali. Dobbiamo invece concentrarci sull'amore di Cristo, che ci insegna a rimanere saldi.
Entrambe le letture ci invitano a esaminare non solo il mondo che ci circonda, ma anche il nostro paesaggio interiore. Siamo preparati al ritorno del Signore? Viviamo in modo da poter condividere i frutti della nostra fede con gli altri? L'anno liturgico che si conclude ci offre anche un momento di riflessione e di ricalibrazione. L'Avvento è all'orizzonte, un momento perfetto per coltivare una fede più profonda in preparazione all'arrivo di Cristo.
Mentre navighiamo nel tumulto della vita, ricordiamoci che Cristo è sia il mietitore che il raccolto stesso. Ci invita a una relazione con Lui, nella quale possiamo trovare speranza, scopo e pace. Possiamo ascoltare la chiamata a essere buoni amministratori della nostra fede, a condividere la gentilezza in piccoli atti d'amore e a coltivare uno spirito di speranza in un mondo che ne ha disperatamente bisogno.
Preghiamo per la forza di rimanere saldi, per la saggezza di discernere i segni del nostro tempo e per la grazia di accogliere nuovamente Cristo nelle nostre vite in questo periodo di Avvento. Amen.
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