Nel Vangelo di oggi, Pietro chiede al Signore cosa avranno in cambio per seguirlo. È una domanda quasi umoristica, visto quello che ora sappiamo di Gesù e quello che Pietro e gli altri stavano ancora scoprendo di lui.
Fratelli e sorelle, forse anche noi siamo sulla stessa strada di scoperta. Sappiamo che ci è stato dato qualcosa di grande, ma quanto sia grande questo tesoro continuerà sempre a sfuggirci. Sembra quasi che ci sia qualcosa di troppo bello per essere vero.
Come Pietro, dobbiamo fare il nostro viaggio e alla fine realizzare i giorni di grazia in cui viviamo... giorni che nell'Antico Testamento i profeti aspettavano solo con ansia, viste le profezie a cui erano ispirati.
Dall'epoca in cui si svolge il Vangelo di oggi fino alla stesura delle lettere di Pietro, possiamo apprezzare quanto il suo cammino di conversione abbia cambiato la vita e la prospettiva. Il Signore fu paziente con Pietro. Sapeva che gli apostoli avevano bisogno di tempo per crescere. Conosceva i loro limiti e i loro difetti. Conosceva i loro peccati. Ma fu misericordioso.
Conosceva i loro segreti... come il complotto di Giuda, eppure lo lasciò libero di fare le sue scelte. Era triste che, dopo aver mostrato continuamente a Giuda il suo amore e la sua misericordia e la saggezza delle vie di Dio, Giuda facesse ancora le scelte che faceva.
E noi? Quali scelte faremo dopo essere stati così benedetti dalla parola di Dio? Come mostreremo la nostra riconoscenza a Dio per le meraviglie che ci ha mostrato e per i giorni di benedizioni di cui ci ha permesso di essere partecipi?
Pietro, dopo aver chiesto al Signore che cosa avrebbero ricevuto avendo lasciato tutto per seguirlo, si rende finalmente conto che stare con Gesù significa stare con colui che è stato predetto fin dall'antichità dai profeti che hanno fatto il loro dovere, ma che sono stati anche ispirati dallo Spirito Santo.
"Per quanto riguarda la salvezza delle vostre anime", dice, "i profeti che hanno profetizzato sulla grazia che doveva essere vostra, l'hanno cercata e indagata investigando i tempi e le circostanze che lo Spirito di Cristo in loro ha indicato quando ha testimoniato in anticipo le sofferenze destinate a Cristo e le glorie che le seguiranno".
La versione post-risurrezione di Pietro comprende ora quanto fosse egoistica ed egocentrica la sua precedente domanda sulla ricompensa, dato che Gesù era Dio in mezzo a loro, che Profeti e Angeli desideravano contemplare, ed eccoli qui, i suoi eletti speciali, che si crogiolavano alla sua presenza giorno dopo giorno. E noi? Il nostro rapporto con Dio si basa su ciò che ci darà o sul vero amore che si accontenta di stare con l'amato?
Qual è allora la risposta giusta per un seguace di Cristo che giunge a questa consapevolezza, che siamo stati benedetti più di tutti i popoli di tutti i tempi che ci hanno preceduto? Pietro ci dice:
"Perciò cingete i lombi della vostra mente, vivete con sobrietà e riponete completamente la vostra speranza nella grazia che vi sarà portata alla rivelazione di Gesù Cristo. Come figli obbedienti, non agite secondo i desideri della vostra precedente ignoranza, ma, poiché colui che vi ha chiamati è santo, siate voi stessi santi in ogni aspetto della vostra condotta".
Pietro ci sta pregando, sapendo qual è la posta in gioco, di essere obbedienti e santi in ogni aspetto della nostra condotta. Santo, come sappiamo, significa: essere separati dal mondo e riservati a Dio. Ma per fare questo dobbiamo essere obbedienti e non abbandonarci ai desideri precedenti. Molti di noi vogliono la beatitudine dell'apice spirituale, ma non sono disposti a lasciare andare i desideri della carne. Le due cose sono in guerra. Continuiamo a permettere al Signore di lavorare in noi, mentre pota la nostra vita in ciò che gli è gradito. Amen.
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