Mercoledì - 16a settimana del Tempo Ordinario B

Published on 23 July 2024 at 16:06

Gesù disse una volta: "Sta scritto: L'uomo non vivrà di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". Oggi ci viene ricordata l'importanza della parola di Dio nella nostra vita. Nella prima lettura, tratta da Geremia, ascoltiamo la riluttanza del profeta ad accettare la chiamata di Dio ad essere un profeta. La risposta di Geremia è una risposta che molti di noi possono condividere: "Non so come parlare, sono troppo giovane". Ma la risposta di Dio è chiara: "Non dire: "Sono troppo giovane". Da chiunque io ti mandi, tu andrai; qualunque cosa io ti ordini, tu la dirai. Non temere davanti a loro, perché io sono con te per liberarti".

Quando riceviamo la parola di Dio, dobbiamo rispondere con l'obbedienza, proprio come fece Geremia. Meno procrastiniamo, meglio è.

Nella lettura del Vangelo di Matteo, Gesù insegna l'importanza di questo aspetto. Usa la parabola del seminatore per illustrare come le persone ricevano e rispondano in modo diverso alla parola di Dio. Alcuni semi cadono su un terreno duro e vengono mangiati dagli uccelli, mentre altri cadono tra le spine e vengono soffocati. Ma alcuni semi cadono su un terreno buono e producono un ricco raccolto. Allora, a che punto sono? Come ho permesso alla Parola di Dio di plasmare la mia vita?

La Parola di Dio ha avuto un ruolo profondo nel plasmare la vita di San Francesco d'Assisi. Ecco alcuni modi in cui la Parola di Dio ha plasmato la sua vita:

Francesco ebbe una drammatica esperienza di conversione mentre pregava davanti a un crocifisso nella cappella deteriorata di San Damiano, dove sentì la voce di Dio che diceva: "Francesco, vai e ripara la mia casa, che sta cadendo a pezzi". Qui Francesco udì letteralmente le parole di Dio, ma, come il profeta Geremia, non ne comprese le implicazioni immediate. Inizialmente, credette che Dio si riferisse alla cappella in cui si trovava, inginocchiato in preghiera, che stava cadendo in rovina, mentre Dio aveva gli occhi puntati su cose molto più grandi: la sua Chiesa universale che aveva fondato sull'apostolo Pietro. Dio voleva che Francesco riparasse la Chiesa attraverso un'autentica vita evangelica, il che significava vivere radicalmente le sue parole riportate nelle Scritture. A Francesco sarebbe servito del tempo, persino anni, prima di poterlo comprendere appieno.

La Bibbia, quindi, era una fonte di ispirazione costante per Francesco. Leggeva e meditava spesso passi come il Salmo 119, 105 ("La tua parola è una lampada per i miei piedi, una luce sul mio cammino"), il Salmo 119, 50 ("Mediterò i tuoi precetti e considererò i tuoi sentieri") e Matteo 10, 28-31 ("Non temere, io sono sempre con te. Andate e predicate il regno di Dio"). La Parola di Dio guidò Francesco nelle sue lotte e decisioni personali, come quella di abbandonare la carriera militare o di accettare che altri uomini si unissero a lui nella sua missione e come questa si sarebbe svolta. Alla fine si unirono a lui più di cinquemila persone e questo portò con sé molte benedizioni, ma anche una serie di complicazioni che dovevano essere risolte. Da qui l'ispirazione dello Spirito Santo a scrivere una regola di vita per tutti i frati.

Gli insegnamenti del Vangelo sulla povertà e sul distacco dai beni materiali risuonarono profondamente con Francesco. Rinunciò alle ricchezze della sua famiglia e si fece mendicante, abbracciando la povertà come un modo per seguire l'esempio di Gesù (Matteo 19:21), che pur essendo e rimanendo sempre Dio eterno, tuttavia svuotò se stesso assumendo una natura umana per diventare un servo tra noi. Questo motivò Francesco a prendersi cura dei poveri, dei malati e degli emarginati.

Francesco credeva che la meditazione della Parola di Dio fosse essenziale per la crescita spirituale. Ogni giorno trascorreva ore in preghiera, riflessione e contemplazione, cercando di approfondire la comprensione della volontà di Dio e di conformarsi a Cristo.

Questo è simile a un body builder che trascorre ore in palestra per acquisire forza, solo che per Francesco questo significava ricevere nutrimento ed energia dalla Parola di Dio, che a sua volta lo avrebbe aiutato a crescere forte nella vita virtuosa. Se solo tutti noi potessimo imparare questa lezione.

In conclusione, ricordiamo che la Parola di Dio non è solo un concetto teorico o un insieme di insegnamenti morali. È una forza viva e attiva che ha il potere di trasformare la nostra vita e di avvicinarci a Lui. Coltiviamola nei nostri cuori e nelle nostre menti, affinché, grazie alla sua grazia e alla sua misericordia, possiamo avere la forza e la capacità di vivere sempre la sua volontà. Amen.


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