Mercoledì - XIX Settimana del Tempo Ordinario B - San Massimiliano Kolbe OFM CONV, sacerdote e martire

Published on 13 August 2024 at 07:00

Oggi, mentre ci riuniamo per riflettere sulle ricche letture della Sacra Scrittura, ci viene ricordata la gravità del peccato, la necessità della riconciliazione e la profonda misericordia che Dio estende a coloro che si rivolgono a Lui con cuore contrito.

Nella prima lettura, tratta dal Libro di Ezechiele, incontriamo una scena drammatica di giudizio e misericordia. Dio incarica un uomo vestito di lino di segnare la fronte di coloro che lamentano le abominazioni di Gerusalemme con un "Thau", l'antica lettera ebraica che assomiglia a una croce. Questo marchio non è un semplice riconoscimento della presenza fisica, ma significa identità spirituale. Coloro che portano questo marchio sono salvati dall'ira che verrà, simboleggiando la protezione di Dio su coloro che rimangono fedeli in un tempo di grandi sconvolgimenti e di peccato.

Questa immagine risuona profondamente nella spiritualità francescana, dove il Tau è stato adottato come simbolo di umiltà, penitenza e croce di Cristo.

Per San Francesco d'Assisi, il Tau era il segno di una vita segnata dal Vangelo, una vita che parla di conversione e di impegno a vivere gli insegnamenti di Cristo in una cultura che spesso si allontana dal sentiero della rettitudine. Il Tau ci ricorda la nostra chiamata a testimoniare contro i peccati della nostra epoca e ad allinearci al cuore di Gesù, che ci chiama a essere costruttori di pace e servi fedeli.

Ci prendiamo anche un momento per riflettere sul passo del Vangelo di Matteo. Qui, Gesù ci fornisce una chiara direttiva su come affrontare il peccato all'interno della nostra comunità: con amore, onestà e desiderio di riconciliazione. Quando un fratello pecca contro un altro, siamo chiamati non a condannare ma a dialogare, a navigare nelle difficili acque del conflitto con la speranza di riconquistare il fratello o la sorella. In un mondo che spesso ricorre all'annullamento piuttosto che alla conversazione, le parole di Gesù ci sfidano ad abbracciare i nostri fratelli e sorelle con compassione, mantenendo salda la verità della nostra fede.

Mentre pensiamo agli eventi attuali, ricordiamoci che viviamo in tempi che richiedono proprio questo messaggio di amore, onestà e chiarezza morale. Dalle sfide che riguardano le questioni della vita, i valori della famiglia e le tendenze spesso preoccupanti del relativismo morale che pervadono le nostre società, la chiamata a segnare noi stessi come seguaci di Cristo rimane più significativa che mai. Siamo chiamati a opporci agli abomini della nostra epoca, proprio come i fedeli furono chiamati a fare al tempo di Ezechiele.

Oggi onoriamo anche San Massimiliano Kolbe, martire dell'amore e faro di speranza nei tempi più bui. Nato nel 1894, San Massimiliano visse in un mondo dilaniato dalla guerra e dal degrado morale. Come sacerdote francescano, ha dedicato la sua vita all'annuncio del Vangelo e alla Vergine Immacolata. La sua vita è una testimonianza del potere della fede e della dedizione, culminata nel suo atto di martirio disinteressato durante gli orrori di Auschwitz. Si offrì volontario per prendere il posto di un compagno di prigionia, dimostrando che l'amore autentico trascende anche la paura e l'odio più profondi.

Il suo esempio ci ricorda che il vero discepolato spesso richiede grandi sacrifici, ma è proprio in quel sacrificio che siamo segnati dall'amore di Cristo. Il Tau, indossato da San Francesco e riecheggiato nella vita di Kolbe, simboleggia il nostro impegno e la nostra partecipazione all'amore redentivo di Cristo.

Oggi, mentre ci riuniamo per celebrare l'Eucaristia, chiediamo a Dio di segnarci con il Tau. Che possiamo essere rafforzati per resistere ai mali presenti nel nostro mondo e lottare per l'unità e la riconciliazione all'interno delle nostre comunità, proprio come ha fatto San Massimiliano Kolbe. Che possiamo essere strumenti di pace, portando il messaggio dell'amore di Cristo a un mondo bisognoso.


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