Cari fratelli e sorelle in Cristo, oggi contempliamo profonde verità sulla nostra esistenza terrena e sulle nostre priorità spirituali. Le parole di San Paolo e gli insegnamenti di Gesù nel Vangelo di Luca ci invitano ad approfondire il rapporto fondamentale tra la nostra vita terrena e la nostra vocazione ultima a essere degni cittadini del Regno di Dio.
Nel considerare la prima lettura di San Paolo, dobbiamo cogliere l'urgenza che ci comunica: “Il tempo sta per scadere”. In un mondo che sembra girare ogni giorno più velocemente, pieno di cicli di notizie incalzanti, conflitti e decadenza morale, anche noi dobbiamo chiederci cosa conta veramente. Il consiglio di Paolo di rimanere come siamo durante “l'angoscia presente” parla di una realtà a noi familiare oggi: le nostre vite sono spesso tumultuose e le distrazioni sono molte. L'Apostolo suggerisce che le nostre relazioni umane e i nostri beni non devono avere la precedenza sul nostro impegno verso Cristo.
Nella società contemporanea, siamo testimoni di distrazioni e desideri che ci allontanano dalle cose di Dio.
Il rumore del nostro ciclo di notizie di 24 ore ci porta spesso a fissarci su ciò che è fugace, instabile e, a volte, contrario ai nostri valori. Dobbiamo ricordarci di concentrarci sull'eterno - la pace promessa da Cristo nei nostri cuori - piuttosto che sui trionfi temporanei sostenuti dal mondo.
Passando al Vangelo, Gesù espone le Beatitudini, dichiarando la natura controculturale del suo regno. “Beati voi che siete poveri... affamati... piangenti...”. In queste affermazioni troviamo un radicale rovesciamento dei valori mondani. Gli impoveriti nello spirito, coloro che soffrono per amore della giustizia, sono affermati come degni del Regno di Dio. Queste beatitudini parlano di una profondità di fede di cui c'è grande bisogno nel nostro tempo.
In un mondo che spesso glorifica la ricchezza, la comodità e lo status sociale, non dobbiamo perdere di vista il messaggio di Gesù di cercare prima di tutto e sopra ogni altra cosa il regno di Dio e la sua giustizia. Ci mette in guardia dai pericoli dell'essere troppo comodi, del perseguire ricchezze che non durano e del circondarsi solo di voci che fanno eco alle nostre. I rimproveri di Gesù ai ricchi e a coloro che sono sazi ci sfidano a rivalutare la nostra vita. Cerchiamo consolazione nell'approvazione terrena o siamo pronti a sopportare le difficoltà per amore della nostra fede?
Nel clima politico e nei dibattiti sociali di oggi, assistiamo a una crescente polarizzazione e dissenso. Come cattolici, ci troviamo spesso a dover difendere i nostri valori e le nostre convinzioni. Eppure, in mezzo alla tensione, la chiamata rimane la stessa: incarnare l'amore, la verità e la rettitudine attraverso le nostre azioni. Non dobbiamo esimerci dal dire la verità, anche quando può portare all'esclusione o al disonore agli occhi del mondo.
Gesù ci incoraggia a “rallegrarci e fare salti di gioia” quando veniamo emarginati per la nostra fede. In questo momento di disordine, dobbiamo rimanere fermi sui nostri principi e allo stesso tempo estendere la grazia agli altri. I nostri valori cristiani ci insegnano l'importanza della tradizione, della famiglia e dell'integrità morale. Tuttavia, siamo anche chiamati a essere agenti di compassione e comprensione, poiché il Regno di Dio trascende la mera politica o la posizione sociale.
Cari amici, sia San Paolo che Gesù ci obbligano ad ancorarci alla nostra fede in mezzo al tumulto del mondo. Il messaggio è senza tempo: mentre la forma attuale di questo mondo sta passando, siamo chiamati a rimanere saldi, concentrati sul nostro obiettivo finale: la vita eterna con Cristo.
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