Mercoledì - IX Settimana del Tempo Ordinario B - San Bonifacio, Vescovo, Martire.

Published on 4 June 2024 at 21:05

La prima lettura dei prossimi quattro giorni è tratta dalla Seconda Lettera di San Paolo a Timoteo, una delle sue "Lettere pastorali".  Come sappiamo, Timoteo era molto più giovane di Paolo ed era diventato suo allievo, dato che Paolo era ormai considerato, e si definisce, uno degli apostoli.

Paolo dice che la sua missione è trasmettere la buona notizia della "... promessa di vita che è in Cristo Gesù".

È stato inviato a condividere che attraverso Gesù si può vivere pienamente la vita qui e ora, ma in definitiva e assolutamente in un'eternità con Dio nell'aldilà.

Paolo inizia esortando Timoteo a "riaccendere il dono di Dio" (lo Spirito Santo) che gli era stato dato quando Paolo gli impose le mani. Anche in questo caso, siamo nei giorni dello Spirito Santo, avendo appena celebrato la bella festa della Pentecoste, quando lo Spirito Santo discese sugli apostoli con Maria nostra Madre in mezzo a loro - non era la prima volta per la nostra carissima Madre, ma se è vero che Paolo si riferisce sia al battesimo di Timoteo, ma anche alla sua ordinazione episcopale "mediante l'imposizione delle mani" e l'invocazione dello Spirito Santo, indirettamente sta anche ricordando a tutti noi che anche a noi, nel battesimo e nella cresima (e per noi sacerdoti anche nell'ordinazione), è stato dato lo Spirito Santo dal Padre Onnipotente attraverso il nostro Signore Gesù e che a volte, se non permettiamo a questo dono di manifestarsi attraverso la nostra volontà, la nostra anima e il nostro amore, può rimanere sopito dentro di noi.

Per rinfrescarci la memoria e per coloro che non ne sono a conoscenza, questi sono i sette doni dello Spirito Santo e il loro significato come ci viene dato nelle Sacre Scritture:

Sapienza (Sophia): Il dono della sapienza è la capacità di comprendere e discernere la volontà di Dio e di prendere decisioni sagge nella vita. Comprensione (Intellectus): Il dono della comprensione è la capacità di cogliere il significato più profondo delle Scritture e dei misteri di Dio. Consiglio (Consilium): Il dono del consiglio è la capacità di prendere decisioni sagge e di offrire guida e consiglio agli altri. Fortezza (Fortitudo): Il dono della fortezza è la capacità di perseverare di fronte alle avversità, di essere coraggiosi e forti nella fede. Conoscenza (Scientia): Il dono della conoscenza è la capacità di comprendere e capire le verità spirituali e di essere consapevoli della presenza e dell'attività di Dio nel mondo. Pietà (Pietas): Il dono della pietà è la capacità di riverire e adorare Dio con un profondo senso di devozione e soggezione.

Timore del Signore (Timor Domini): Il dono del timore del Signore è la capacità di avere una profonda riverenza e rispetto per Dio, e di riconoscere la sua potenza e maestà.

San Bonifacio, di cui oggi celebriamo la memoria, nato nel 675 e morto nel 754 all'età di 79 anni (675-754 circa), fu un monaco benedettino tedesco e un missionario che ebbe un ruolo significativo nella cristianizzazione della Germania e dei Paesi Bassi. Viene spesso definito "l'apostolo della Germania" ed è noto per i suoi instancabili sforzi per diffondere il Vangelo e promuovere la crescita spirituale tra la popolazione. Nei suoi scritti, San Bonifacio ha sottolineato l'importanza dei doni dello Spirito Santo che vi ho appena illustrato, essenziali per la crescita spirituale e per vivere una vita virtuosa.

San Bonifacio insegnava continuamente come questi doni possono essere ottenuti attraverso la preghiera, il digiuno e la meditazione. Una volta acquisiti da Dio, egli incoraggiò i suoi seguaci a coltivare questi doni cercando una guida nelle Scritture, cercando una direzione spirituale da parte di guide esperte e praticando atti di carità e misericordia. Infatti, insegnava che attraverso lo Spirito Santo saremmo stati in grado di comprendere meglio le Scritture. Nella sua 43a lettera al sacerdote Eoban scrisse: "Lo Spirito Santo è la fonte di ogni sapienza e conoscenza, ed è attraverso di lui che siamo in grado di comprendere le Scritture". Naturalmente Bonifacio non sta affatto dicendo che il magistero della Chiesa non è necessario, ma piuttosto che il suo dono infallibile di interpretare correttamente le Scritture per noi viene dallo Spirito Santo.

Nel Vangelo di oggi Gesù rimprovera i suoi avversari proprio mettendo in evidenza il fatto che essi non hanno compreso sia le Scritture sia il potere di Dio di interpretarle. Quando Dio disse a Mosè di essere il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, ora, nel presente, stava dicendo che essi vivevano, dall'altra parte dell'eternità, in attesa del loro giorno di liberazione dal Limbo, che, con loro grande gioia, Gesù avrebbe annunciato loro non appena fosse sceso negli inferi per portare loro quella buona notizia. Questo accadeva da quando spirò sulla croce fino alle prime ore del mattino della domenica. Quale grande festa, cari amici, avrebbero celebrato queste moltitudini di popoli del passato con l'eterno Figlio di Dio mentre entravano nel paradiso che egli aveva aperto con lo spargimento del suo sangue e la morte sulla croce!

I Sadducei non credevano che l'anima fosse immortale e che ci fosse vita dopo la morte, così per mettere alla prova Gesù ipotizzarono uno scenario in cui una donna sposa un uomo, lui muore e lei sposa suo fratello, come comandato da Mosè. Lui muore, così lei sposa il fratello successivo, e così via per diversi fratelli. Gli chiesero allora quale di questi uomini l'avrebbe reclamata come moglie in paradiso. Questa fu la risposta di Gesù: "La ragione per cui sbagliate non è forse che non comprendete né le Scritture né la potenza di Dio? Infatti, quando risorgono dai morti, l'uomo e la donna non si sposano, ma sono come gli angeli del cielo. A proposito dei morti che risorgono, non avete mai letto nel Libro di Mosè, nel passo del Cespuglio, che Dio gli parlò e disse: "Io sono il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe"? Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Egli è il Dio non dei morti, ma dei vivi. Vi sbagliate di grosso".

Quanto si sbagliavano! Non solo le anime erano immortali, ma in quel momento attendevano con ansia la grande notizia della loro salvezza. Se i persecutori di Gesù avessero accettato la guida dello Spirito Santo, invece di respingerlo con il loro rifiuto di pentirsi, bestemmiando così contro di Lui, dato che lavorava così duramente nelle loro anime per indurli a confessare... avrebbero compreso chiaramente le Scritture e confidato maggiormente nella potenza di Dio. Notate che Gesù dice che non capiscono le Scritture, né la potenza di Dio. È la potenza di Dio che ha fuso nel nostro corpo un'anima. È la potenza di Dio che ha reso quell'anima eterna e immortale. Ed è la potenza di Dio che farà risorgere anche i nostri corpi mortali nell'ultimo giorno. Fratelli e sorelle, credete, perché negli anni a venire sarete testimoni di grandi cose nella vostra vita, se avrete fiducia in Dio.

San Bonifacio, prega per noi e chiedi alla nostra carissima Regina di pregare per noi. Che il Signore ci dia il tuo zelo e il tuo coraggio per resistere, anche nei nostri corpi deboli, a qualsiasi persecuzione che possa arrivare, per amore del Re dei martiri che ci ha preceduto per preparare un posto per noi. Nostra Signora, Regina dei Martiri, prega per noi.


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