Cari fratelli e sorelle in Cristo, nella Santa Messa di oggi, mentre celebriamo la festa di San Nicola, ci viene ricordata non solo la gentilezza e la generosità di questo amato santo, ma anche la profonda chiamata che Dio pone nella vita di ciascuno di noi, proprio come ha chiamato il profeta Isaia e i discepoli nel Vangelo di oggi.
Nella lettura di Isaia, incontriamo una visione potente. Isaia si trova di fronte alla santità di Dio e, in quel momento glorioso, riconosce la propria indegnità. Esclama: “Guai a me, sono condannato!”. Eppure, in questo momento di umiltà, Dio lo raggiunge, purificando i suoi peccati e chiedendogli: “Chi manderò?”. Isaia risponde: “Eccomi, manda me!”. Questa frase potente riecheggia attraverso i secoli, continuando a ispirare innumerevoli anime a rispondere alla chiamata di Dio.
Ora rivolgiamo il nostro pensiero a San Nicola. Nato nel IV secolo, Nicola era noto per la sua gentilezza e compassione verso i poveri e gli oppressi. Come Isaia, egli comprendeva la sua missione. Riconosceva che il Regno di Dio era vicino e che era chiamato a essere un operaio nella messe di Dio. L'essenza di ciò che celebriamo oggi si trova nel modo in cui San Nicola rispose a quella chiamata.
La lettura del Vangelo di Luca descrive le istruzioni di Gesù ai settantadue discepoli: dovevano accettare la loro missione con umiltà, viaggiare leggeri, proclamare la pace e servire coloro che incontravano.
Nicola esemplificò questa chiamata dedicando la sua vita ad aiutare i bisognosi. La leggenda narra che egli facesse regali in segreto, lasciando monete d'oro per fornire doti alle ragazze povere, aiutandole così a evitare una vita di servitù. In questo modo, egli agì come messaggero amorevole di Cristo, distribuendo doni d'amore e sottolineando l'importanza della generosità nella costruzione del Regno di Dio sulla terra.
La trasformazione di San Nicola nella figura di Babbo Natale ci insegna che lo spirito di donazione, radicato nella fede e nella compassione, trascende i confini temporali e culturali. In molti modi, San Nicola è diventato sinonimo della gioia di donare; le tradizioni che vediamo oggi, di Babbo Natale che porta doni, sono un riflesso della generosità che egli originariamente elargì al mondo.
Il collegamento tra le nostre letture e la vita di San Nicola ci sfida a considerare come possiamo rispondere alla chiamata divina nella nostra vita. Ognuno di noi, come Isaia, è stato toccato da Dio. A ciascuno di noi, come ai settantadue discepoli, è stata data l'opportunità di condividere il messaggio dell'amore e della pace di Dio. Mentre ricordiamo la vita e l'eredità di San Nicola, chiediamoci: Come possiamo essere operai dell'amore nelle nostre comunità? Come possiamo trovare il modo di portare gioia a coloro che soffrono? In che misura
facciamo eco alla risposta di Isaia: “Eccomi, manda me!” nella nostra vita quotidiana?
In questa festa di San Nicola, possiamo abbracciare lo spirito di donazione, rispondere fedelmente alla chiamata di Dio e diventare strumenti della sua pace e del suo amore nel mondo. Preghiamo per avere il coraggio di portare le nostre “monete d'oro” - i nostri talenti, la nostra gentilezza e il nostro tempo - a coloro che hanno un bisogno disperato. Così facendo, onoriamo l'eredità di San Nicola e diventiamo partecipi della storia continua dell'amore di Cristo, iniziata con la sua nascita e che continua oggi nelle nostre vite.
Per intercessione di San Nicola e della sua Regina, la nostra Madre Maria, Dio Onnipotente possa oggi riversare su di voi e sui vostri cari le sue benedizioni d'amore, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Andate in pace ad amarlo e servirlo proprio come ha fatto San Nicola. Amen.
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