Venerdì - 3a settimana di Avvento C

Published on 19 December 2024 at 13:00

Mentre celebriamo gli ultimi giorni del periodo di Avvento, siamo attratti dai profondi messaggi contenuti nelle letture odierne di Isaia e del Vangelo di Luca. Entrambi i brani rivelano una profonda richiesta di fiducia nelle promesse di Dio, offrendoci una visione profetica non solo ricca di storia, ma anche straordinariamente rilevante per il mondo in cui viviamo oggi.

Nella prima lettura (Isaia 7,10-14), incontriamo il re Ahaz in un momento di grave crisi. Il regno è minacciato e Dio, per mezzo del profeta Isaia, invita Acaz a chiedere un segno, una garanzia tangibile della sua presenza e della sua protezione. Tuttavia, invece di accogliere l'invito di Dio, Ahaz si sottrae, affermando: “Non chiederò! Non tenterò il Signore!”. Questa riluttanza deriva da una mancanza di fede e da una paura opprimente. Dio, nella sua misericordia e bontà, risponde nonostante l'esitazione di Ahaz. Promette che una vergine concepirà e partorirà un figlio, chiamandolo Emmanuele, “Dio è con noi”.

Arriviamo al Vangelo (Luca 1:26-38) e vediamo l'adempimento della profezia di Isaia materializzarsi in modo sorprendente. L'angelo Gabriele viene inviato a Maria, un'umile giovane donna, annunciandole che concepirà il Messia tanto atteso. A differenza di Ahaz, che vacillava nella fede, Maria esemplifica la fiducia e l'abbandono, rispondendo all'angelo: “Mi sia fatto secondo la tua parola”. Questo è forse il motivo più grande per cui la nostra Madre rimarrà sempre l'esempio più potente di fiducia nella parola di Dio e risplende davvero nelle due narrazioni di oggi, dove assistiamo ad atteggiamenti contrastanti nei confronti dell'intervento divino. Ahaz, nonostante gli venga offerta un'incredibile opportunità per rafforzare la sua fede, rimane chiuso nella sua paura. Maria, invece, supera la sua iniziale perplessità di fronte al saluto dell'angelo, accogliendo l'ignoto e il miracoloso e collaborando con fiducia al piano divino di Dio.

Mentre riflettiamo su questi passi oggi, vi invito a considerare come spesso ci rispecchiamo in Ahaz nel nostro mondo contemporaneo. Ci troviamo circondati dall'incertezza: tensioni geopolitiche, crisi ambientali, difficoltà economiche e divisioni sempre più profonde all'interno delle nostre comunità. Come Ahaz, possiamo esitare a cercare segni di speranza o affermazioni della presenza di Dio in mezzo alle nostre ansie. La nostra fede può indebolirsi quando ci troviamo di fronte a queste realtà schiaccianti.
Tuttavia, in questo periodo di Avvento, Dio ci ha già dato grandi segni di speranza. Siamo chiamati ad accogliere lo 

spirito di Maria nell'abbracciare questa speranza e nel crescere nella fede. Lei ci insegna a rispondere agli inviti di Dio con coraggio, anche di fronte all'incertezza. Dio continua a operare meraviglie in mezzo a noi, spesso scegliendo di farlo attraverso l'umile e l'inaspettato. Oggi, mentre ci avviciniamo al Natale, partecipiamo attivamente alla storia di Dio che si sta svolgendo.

In un tempo in cui molti vedono divisione e disperazione, noi, come cattolici, siamo chiamati a essere portatori della speranza che Maria ha esemplificato. Questa stagione non è solo un conto alla rovescia per il Natale, ma ci ricorda che ognuno di noi è chiamato a portare l'Emmanuele nel nostro mondo. Le nostre mani devono tendere al servizio di chi ha bisogno, non solo durante le festività, ma tutto l'anno.

In attesa della celebrazione della nascita di nostro Signore, possiamo incarnare lo spirito di Maria e abbandonare le nostre paure con fiducia. Dio conosce la vostra situazione. Vede tutto. Non vede solo i nostri peccati, ma vede anche le parole e le azioni sorprendenti, meravigliose e piene di fede che state seminando nel mondo intorno a voi. Per intercessione della Santissima Madre di Dio, questi semi d'amore possano crescere in alberi meravigliosi che offrano vita, sicurezza, certezza e speranza a coloro che Dio ha meticolosamente messo sul vostro cammino.
Nostra Signora, Regina del cielo e della terra, prega per noi che ricorriamo a te. Amen.


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