Nelle letture di oggi siamo sommersi dall'invito ad abbracciare una vita di santità e virtù eroica. Sia l'Antico che il Nuovo Testamento ci ricordano la nostra alleanza con il Signore e l'alta vocazione e chiamata che ci è stata data di essere discepoli di Gesù.

Nel brano del Deuteronomio, Mosè parla di un impegno profondo tra Dio e il suo popolo. Qui troviamo l'essenza fondamentale della nostra fede: amare e servire il Signore con tutto il cuore e con tutta l'anima. Dio non è un semplice accessorio nella nostra vita, ma deve essere il nostro stesso fondamento. La chiamata alla santità è un cammino che dura tutta la vita, segnato dalla fedele osservanza delle sue leggi e dei suoi statuti come manifestazione di una vera relazione con lui. Come disse una volta Gesù in modo toccante: ci sono molti che dicono di amare Dio ma non fanno la sua volontà. La sua volontà non è un dovere gravoso che ci viene imposto; è piuttosto un invito amorevole a far parte di qualcosa di più grande: camminare nelle sue vie ed essere un popolo peculiarmente suo.
Abbiamo sperimentato nella nostra vita come questa vicinanza a Dio non faccia altro che portare il bene nella nostra vita. Il Salmo 119 fa eco a questo sentimento, proclamando le benedizioni di coloro che seguono la legge del Signore. Ci viene ricordato che la vera felicità deriva dalla nostra adesione ai decreti di Dio e dalla nostra accorata ricerca di tutte le cose che egli considera sacre. Il desiderio del salmista di osservare gli statuti di Dio riflette un profondo desiderio non solo di seguire le regole, ma di vivere una vita satura della grazia e della giustizia di Dio. Quando ci sforziamo di raggiungere la santità, scopriamo che essa inizia nel cuore, un cuore che desidera fiorire nel Suo amore.
Passando alle parole di Cristo nel Vangelo di Matteo, incontriamo la chiamata radicale ad amare, non solo coloro che ci amano, ma anche i nostri nemici. Gesù ci sfida a superare le norme della nostra società, che spesso incoraggia la divisione e la ritorsione. Questa chiamata all'amore, specialmente verso coloro che potrebbero cercare di farci del male, riflette una virtù trasformativa che è al centro della santità eroica. Essere perfetti, come è perfetto il nostro Padre celeste, è una sfida avvincente. Ci chiede non solo di essere morali nelle nostre azioni, ma di elevare i nostri pensieri e atteggiamenti verso l'amore anche per coloro che si oppongono a noi.
Immaginate, per un momento, come sarebbero le nostre comunità se incarnassimo questo amore. Pensate alle divisioni che si sgretolerebbero, all'odio che si dissiperebbe e alla guarigione che avverrebbe. Questo non è solo un ideale elevato; è la direttiva di Gesù su come dobbiamo vivere come suoi discepoli.
La chiamata alla santità può sembrare opprimente, ma Paolo ci ricorda in 2 Corinzi che “ora è il giorno della salvezza”. Ogni giorno ci offre l'opportunità di ricominciare. Abbiamo la possibilità di praticare la virtù e di partecipare al viaggio eroico della santità, non perché siamo perfetti, ma perché Dio, nella sua infinita misericordia, ci autorizza a tendere alla perfezione.
Così facendo, possiamo davvero diventare un popolo sacro al Signore, che riflette la luce dell'amore di Dio in ogni angolo della nostra vita. Impegniamoci in questo senso per realizzare la nostra identità di figli del Padre celeste: perfetti nell'amore, proprio come Lui è perfetto.
Amen.
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