1ª settimana di Quaresima - Domenica C

Published on 8 March 2025 at 13:00

Cari fratelli e sorelle in Cristo, questa domenica, la prima di Quaresima, siamo invitati a intraprendere un viaggio di riflessione, trasformazione e rinnovamento nella nostra fede. Le letture di oggi ci offrono ricchi spunti e potenti messaggi per guidarci mentre prepariamo i nostri cuori alla celebrazione della Pasqua.

Nella prima lettura, tratta dal libro del Deuteronomio, Mosè ricorda agli israeliti la loro eredità piena di grazia mentre si preparano a entrare nella Terra Promessa. Egli sottolinea l'importanza di ricordare chi sono: “Mio padre era un arameo errante”. Questa affermazione è più di un semplice resoconto storico; è un riconoscimento del loro viaggio collettivo, delle loro lotte e, soprattutto, della fedeltà di Dio nella loro vita. Dio li ha liberati dall'oppressione e li ha portati in un luogo di abbondanza.
Mentre riflettiamo sulle nostre vite oggi, riconosciamo la nostra identità di figli amati di Dio. In questo periodo di Quaresima, dobbiamo ricordare a noi stessi da dove veniamo; ognuno di noi ha una storia di grazia e misericordia di Dio. Proprio come gli israeliti portarono le primizie come atto di gratitudine, anche noi siamo chiamati a riconoscere le benedizioni nella nostra vita e a rispondere con un ringraziamento che simboleggia il nostro impegno verso Dio. Come possiamo dimostrare la nostra gratitudine? Forse attraverso atti di servizio, gentilezza o rinnovata fedeltà, ma soprattutto, come ho sottolineato nelle mie ultime omelie, cercando, facendo e amando la volontà di Dio.
La seconda lettura è tratta dalla lettera di San Paolo ai Romani, dove incontriamo la profonda semplicità della fede. “Se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore e crederai nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato”. Questa potente dichiarazione ci ricorda che la salvezza è disponibile per tutti, al di là dei confini e delle distinzioni e, sebbene ad alcuni possa sembrare meschino che il destino eterno di ogni individuo di ogni tempo e luogo dipenda da un semplice atto di fede, bisogna tenere presente che non si tratta semplicemente di confidare che ciò che Dio ha fatto è vero e buono, ma di vivere in modo da rifletterlo. Dobbiamo ricordare la distinzione di nostro Signore tra il dire che faremo ciò che Dio ci chiede e il farlo davvero. Possiamo dichiarare molte cose e, come accade alla maggior parte di noi, non riusciamo a metterle in pratica. Gesù parlò anche di un padre che aveva due figli che furono mandati a fare delle commissioni. Uno disse che non ci sarebbe andato, ma poi ci ripensò e ci andò. L'altro disse che ci sarebbe andato, ma finì per non andarci. Il Signore chiede: “Chi dei due ha fatto la volontà del padre?”. A volte possiamo esitare ad abbracciare veramente la nostra fede e a fare ciò che Dio ci chiede, ma non è mai troppo tardi per ricominciare. San Giacomo lo ribadisce ricordandoci che la fede senza le opere è morta.
Infine, il Vangelo di oggi ricorda la tentazione di Gesù nel deserto. Gesù, pieno di Spirito Santo, affronta l'inganno del diavolo con la scrittura e con una fede incrollabile. Ogni tentazione lo mette alla prova non solo fisicamente ma anche spiritualmente, mentre il nemico cerca di distoglierlo dalla sua missione.
Nel corso del nostro cammino quaresimale, dobbiamo affrontare le nostre tentazioni, quelle che cercano di allontanarci da Dio.
All'inizio di questa sacra stagione della Quaresima, percorriamo insieme questo cammino, tenendo gli occhi fissi su Gesù, che ci conduce alla pienezza della vita. Che possiamo uscire rinnovati da questa Pasqua, pronti a proclamare la Buona Novella e a vivere come testimoni dell'amore trasformativo di Dio. Amen.


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