Seconda settimana di Quaresima - Sabato C

Published on 21 March 2025 at 13:00

Al di là di tutto ciò che ci si aspetterebbe da un Dio creatore onnipotente, la misericordia sarebbe tra le ultime, data la nostra natura umana decaduta che è pronta a condannare gli altri senza vedere i propri peccati. Siamo pronti a giudicare, condannare e annientare, ma i pensieri di Dio non sono i nostri pensieri, perché mentre noi spesso agiamo in modo sfacciato e per istinto di sopravvivenza, Dio vive in un continuo stato di amore. La prima lettura di oggi, tratta da Michea, risuona profondamente con questa realtà e la parabola del Figliol Prodigo lo conferma.

Il profeta Michea dichiara: “Chi c'è come te, il Dio che rimuove la colpa e perdona il peccato per il resto della sua eredità; che non persiste nell'ira per sempre, ma si diletta piuttosto nella clemenza?”. Quindi, l'ira di Dio è reale. La sua ira è reale, e a volte ci fermiamo lì. Non teniamo presente la seconda parte del versetto, cioè che egli “... si diletta piuttosto nella clemenza”. Si arrabbia, ma poi si diletta nella clemenza, in entrambi i casi per amore. Se si arrabbia, è perché ci ama. Quando ha misericordia, spera che noi vediamo più chiaramente questo amore.

Questo rende Dio, dal punto di vista degli occhi umani, un po' imprevedibile. Non sappiamo se è in uno stato di rabbia o di misericordia e quindi a volte ci avviciniamo a lui con un po' di trepidazione.

Il prodigo, il più giovane dei due figli del padre nella parabola, dopo aver deciso di tornare a casa, è sicuro di una cosa: il padre è arrabbiato e non accoglierà il suo ritorno. Così escogita un piano: “Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: ”Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te. Non merito più di essere chiamato tuo figlio; trattami come tratteresti uno dei tuoi operai“”.
Ha dimenticato che suo padre è misericordioso. Ha dimenticato che il Padre non smette di amarci quando pecchiamo. Ha dimenticato che sarà sempre il tesoro di suo padre, anche se il suo scrigno viene spostato o perso per un po'.

Il Signore vuole che ognuno di noi sappia che saremo sempre suoi figli, qualunque cosa accada. Non importa quali siano i peccati del nostro passato, o quali possano venire in futuro, nulla potrà cambiare il suo amore per noi e questa è una delle preoccupazioni principali per la maggior parte delle persone: la sensazione di non essere amati.

È qui che il secondo figlio maggiore entra nella parabola. Il fratello minore torna, dopo aver speso tutti i soldi del padre con uno stile di vita disordinato, è improvvisamente tornato a casa, e forse anche per motivi non del tutto positivi. Nella parabola non si fa cenno al fatto che il figliol prodigo volesse tornare a casa perché gli mancava la sua famiglia, ma piuttosto per autoconservazione: “Quanti operai di mio padre hanno cibo più che sufficiente per mangiare, ma io sono qui che muoio di fame”. Per alcuni di noi, questo è il modo in cui facciamo i nostri piccoli passi per tornare a Dio, anche attraverso motivazioni meno benevole e molto più egocentriche.

Dio può lavorare attraverso le motivazioni imperfette di una persona. Può usarle per arrivare a un amore più grande e più perfetto, quindi non dovremmo mai rinunciare a qualcuno, soprattutto quando sta imparando a fare i suoi passi per tornare a casa dal Padre. Il fratello maggiore era troppo preoccupato di essere amato di meno per permettere al fratello di iniziare una nuova vita. Quanto meno egocentrici diventiamo, tanto più accoglieremo gli altri nell'ovile e tanto più gioiremo, anziché lamentarci, della loro salvezza. Il viaggio della vita, infatti, ci offre l'opportunità di compiere questo passaggio dalla preoccupazione per noi stessi a quella per gli altri che hanno bisogno del nostro aiuto. Ma è un viaggio, un viaggio che è guidato provvidenzialmente dal nostro amorevole Padre nei cieli. Che possiamo continuare a confidare in Gesù e a chiedere al Padre di avere pietà di noi, perché abbiamo peccato, e che possiamo sapere sempre di più quanto siamo amati da Lui, eternamente e senza riserve, mentre ci accompagna a ogni passo del cammino. Amen.

 


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