2ª settimana di Quaresima - Giovedì C

Published on 19 March 2025 at 13:00

Click here to add text.Cari amici, il Signore vi dia pace. Mentre proseguiamo insieme il nostro cammino quaresimale, prestiamo molta attenzione a ciò che il Signore ci indica attraverso le letture della Santa Messa di oggi, perché sempre avrà una parola di incoraggiamento, per quanto impegnativa possa essere, per aiutarci a perseverare nel nostro cammino per essere con Lui, e con tutti gli angeli e i santi, in paradiso. 

Ascoltiamo per la prima volta la Parola di Dio attraverso il suo profeta Geremia. Come si ricorderà, Geremia fu perseguitato e alla fine messo a morte dal suo stesso popolo, perché attraverso di lui, come portavoce, Dio li richiamò al loro ostinato peccato e alla loro negligenza verso i bisognosi. Erano cresciuti troppo a loro agio con le loro malefatte e il Signore li aveva avvertiti di cambiare strada. Essi sostenevano gli uomini che si abbandonavano a comportamenti peccaminosi, piuttosto che i virtuosi e da qui il pronunciamento di Dio attraverso Geremia: “Così dice il Signore: “Maledetto l'uomo che confida negli uomini, che cerca la sua forza nella carne, il cui cuore si allontana dal Signore””.

Non dobbiamo quindi confidare in uomini e donne ribelli. Questo ci porta al nostro bellissimo Vangelo di oggi, dove Gesù parla di un uomo ricco che decise di condurre una vita troppo sontuosa ed egocentrica per prestare attenzione al prezioso povero che stava morendo di fame. Come segno della sua preziosità, Gesù nomina il povero. Non che il ricco non sia anch'egli prezioso, solo che Gesù ha voluto sottolineare che i poveri non sono solo spazio sprecato in questo mondo, ma gemme preziose, i cui nomi sono noti anche a lui e incisi sul palmo della sua mano.
Credo che un problema per molti di noi sia quello di capire se la nostra donazione a una persona sarà sciocca piuttosto che benefica, dato che potrebbe voler spendere per qualcosa che non è una necessità. Si può ipotizzare che un'estensione di questa parabola possa rappresentare lo scetticismo del ricco nei confronti di Lazzaro, e questo è forse il dilemma più grande per la maggior parte di noi quando consideriamo il comandamento di prendersi cura dei poveri: lo scetticismo.

Lo scetticismo è diverso dalla certezza morale. Se vediamo che la nostra elemosina sarà destinata a qualcosa che continuerà a danneggiare la persona che chiede l'elemosina, come le droghe, l'alcol o una serie di altre cose come il gioco d'azzardo, saremmo giustamente preoccupati, soprattutto sapendo che il Signore stesso non vuole che rafforziamo le sue voglie e abitudini malsane. In questo caso, il dono non sarebbe carità, ma piuttosto il soddisfacimento di una privazione emotiva nella nostra autostima a spese di un altro.

Dobbiamo sempre tenere presente che non si tratta tanto di ciò che accade nel cuore del mendicante, quanto di ciò che accade nel nostro cuore. È su questo che il Signore ci invita a riflettere. Egli desidera vedere un cambiamento, un'evoluzione se vogliamo, una metamorfosi che avvenga regolarmente nei nostri cuori, dove diventiamo sempre più interiormente liberi di dare con un cuore gioioso.

Continuando il nostro cammino quaresimale, chiediamo al Signore di donarci cuori felici e generosi, liberati dalle catene dell'avidità e dell'egoismo, tenendo sempre presente che le cose di questo mondo scompariranno e che tutto ciò che facciamo deve avere come destinazione finale il cielo e lo stato eterno di beatitudine per la brevità di una vita ben vissuta aggrappati al Figlio di Dio. Tutto il resto, tutti gli altri sforzi, aspirazioni e successi, passano in secondo piano e occupano un posto molto distante, secondo, terzo o qualsiasi altro posto. Niente... niente è paragonabile all'assicurarsi un posto in cielo, per un tempo senza fine. Niente.

Che il Signore dia a voi e a me, e a tutti noi, la grazia di arrivarci e che la nostra Madre continui a pregare per noi, ora e nell'ora della nostra morte. Amen.


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