3ª settimana di Quaresima - Sabato C

Published on 28 March 2025 at 13:00

Cari fratelli e sorelle in Cristo, il Signore vi dia la sua pace. Oggi, mentre ci riuniamo in questo bel sabato dedicato alla nostra Madre, approfondiamo i temi dell'umiltà e della misericordia che ci vengono presentati nelle letture di Osea, del Salmo e del Vangelo di Luca. Ognuno di questi brani ci spinge a riflettere profondamente sull'essenza della vera umiltà, una virtù splendidamente esemplificata nella vita di Maria, la nostra Madre santissima, che è un aiuto molto importante nel nostro cammino quaresimale.

Nella lettura di Osea, sentiamo Dio che ci richiama a sé: "Venite, torniamo all'Eterno". Questo invito si colloca sullo sfondo dell'infedeltà di Israele e ci ricorda che la misericordia di Dio cerca il nostro ritorno, attraverso i nostri riti e sacrifici quaresimali, che sono fatti con un desiderio genuino di conoscere e di che sono fatti con un desiderio genuino di conoscerlo e amarlo più profondamente. Dio desidera l'amore e la conoscenza piuttosto che le offerte bruciate: "Perché è l'amore che desidero, non il sacrificio". Come peccatori, è facile per noi essere come gli israeliti, presi dalla routine e dalla pietà esteriore, disgiunta dall'amore che deve accompagnarle.
Nel Salmo di oggi invochiamo la misericordia: "Abbi pietà di me, o Dio". Ascoltiamo la supplica del salmista, una preghiera non di orgoglio ma di profonda umiltà, che riconosce le proprie mancanze e ha bisogno della grazia purificatrice di Dio. "Il mio sacrificio, o Dio, è uno spirito contrito". Il Signore si compiace di un cuore umile, pronto a riconoscere i propri limiti e il bisogno di assistenza divina.
Questo ci porta alla parabola del Vangelo di Luca, dove Gesù contrappone la presunzione del fariseo alla profonda umiltà dell'esattore delle tasse. Il fariseo prega con orgoglio, elencando tutte le sue virtù e confrontandosi con gli altri con disprezzo. Al contrario, l'esattore delle tasse si pone a distanza, oppresso dal suo peccato, e implora misericordia: "O Dio, sii misericordioso con me peccatore". Qui vediamo l'essenza dell'umiltà: attraverso l'analogia dell'esattore delle tasse, Gesù ci fa capire che la vera giustificazione non deriva dalla nostra giustizia, ma dal riconoscimento del nostro bisogno della misericordia di Dio, che è assolutamente e perfettamente santo.
Maria, nostra Madre, esemplifica questa umiltà in tutta la sua vita. Dal momento dell'Annunciazione, quando dice: "Sono la serva del Signore; avvenga di me secondo la tua parola", vediamo la sua umile accettazione della volontà di Dio, ma anche la sua dipendenza da Lui. Non si trattava di lei. Si trattava di Lui. Il suo canto di lode, il Magnificat, proclama: "Ha guardato con favore l'umiltà della sua serva". Maria non rivendica il suo valore; piuttosto, abbraccia la sua identità di serva, confidando assolutamente nel piano di Dio.
Oggi riflettiamo su come anche noi possiamo vivere questa umiltà. In un mondo che spesso celebra l'autopromozione e la sicurezza, l'umiltà può sembrare controcorrente. Eppure, è proprio attraverso l'umiltà che permettiamo a Dio di operare in noi. Essa apre i nostri cuori alla Sua grazia e ci invita a tornare a Lui, riconoscendo il nostro bisogno della Sua guarigione e del Suo nutrimento.
Nelle nostre preghiere, chiediamo la grazia di riconoscere le nostre mancanze, di essere come l'esattore delle tasse che chiede umilmente la misericordia di Dio. Possiamo evitare la trappola del moralismo, cercando sempre di avvicinarci al Signore attraverso l'amore e la conoscenza, piuttosto che attraverso le azioni o le apparenze.
Chiediamo anche l'intercessione della nostra Madre, affinché ci insegni ad abbracciare l'umiltà come ha fatto lei, confidando pienamente nella misericordia di Dio e permettendo che questa fiducia porti una trasformazione nella nostra vita. Che il nostro cammino di ritorno a Dio sia radicato in un cuore contrito e umile, proprio come lo era quello di Maria.
Per concludere, sottomettiamoci nuovamente alla misericordia e alla grazia di Dio, credendo, come ci ricorda Osea, che il Signore verrà a noi "come la pioggia", rinfrescando i nostri spiriti e curando le nostre ferite. Amen.


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